Progetto per l'Abruzzo


Le Associazioni Professionali dei docenti e dirigenti della scuola aderenti al FONADDS (Forum delle Associazioni presso il MIUR), su proposta di DiSAL, hanno avviato il seguente progetto che costituisce una grande iniziativa comune per il bene della scuola tutta.   Il progetto è stato presentato al Ministero dell'Istruzione quale proposta di collaborazione alle misure avviate per la situazione delle scuole aquilane coinvolte nel terremoto.

Le scuole che indendono segnalare la propria disponibilità inviino l'indicazione di un referente a webmaster@disal.it. Saranno tenute al corrente degli sviluppi e delle proposte.

Comunicato Associazioni  -  Gemellaggi tra scuole

 

“Scuola adotta scuola”

Le Associazioni professionali dei dirigenti e dei docenti della scuola

per la ripresa della vita nelle scuole dell’Abruzzo

 

Milano, 23 aprile 2009

 

Le associazioni professionali dei docenti e dirigenti delle scuole sostengono i gemellaggi per la ripresa della vita nelle scuole dell’Abruzzo.

Come ci è stato ricordato da chi ha vissuto tutta la grande esperienza di soccorso e ricostruzione del Friuli, i gemellaggi sono stati il metodo più efficace in tutti i settori.  Di fronte alla tragedia che ha subito l’Abruzzo  tutto il Paese viene chiamato ad u­na assunzione diretta di responsabilità, an­che economica.  Tutto il Paese significa e­sattamente ognuno di noi cittadini, ma an­che ogni istituzione, ente, associazione, cor­po sociale.

Questo da senso al ruolo decisivo di una solidarietà generalizzata e diffusa. E’ quanto già accaduto spontaneamente fin dall’inizio. E’ quanto sta accadendo per iniziativa di molti enti, che stanno utilizzando uno strumento già collaudato con successo sin dal dopo-terremoto del Friuli, nel 1976.  Allora le iniziative nate dal bas­so sopperirono alle lacune di un sistema di protezione civile ai primi passi.  Con lo stesso metodo ora si potrà efficacemente sostenere gli sforzi di una po­polazione “forte e gentile”,  fiera di saper fare da sé, ma che chiede di essere aiutata dall’e­sterno.

Su questa strada intendono muoversi le Associazioni professionali dei docenti e dirigenti delle scuole, in stretta collaborazione con il piano avviato dal Ministero dell’Istruzione tramite l’Ufficio Scolastico Regionale, ma anche con tutto il loro apporto di presenza sociale capillare nelle scuole italiane.

Siamo convinti che la pratica del gemellaggio potrà contribuire ad abbreviare i tempi, a far giungere gli aiuti in forma mirata, a ridurre le sovrap­posizioni di interventi e gli sprechi e, non ultimo, a ridurre i rischi di speculazioni.

Molte istituzioni hanno già cominciato: Caritas, Banco Alimentare, circoli giovanili, oratori, gruppi scout, associazio­ni, enti culturali, fino a amministrazioni comunali e provinciali. 

Anche tutte le scuole italiane lo possono fare. Molte lo stanno già facendo !

Il gemellaggio è figlio del principio di sussidiarietà, è un an­tidoto alla tentazione di usare il 5 per mille, grazie al quale si sostiene tutto il non-profit, ed anche molte scuole.  

Per rendere operativo il loro impegno, le associazioni professionali stanno realizzando un coordinamento sul posto in Abruzzo ed un collegamento nazionale via internet, per favorire l’incontro tra scuole, così che una o più scuole, gemellandosi con quelle coinvolte nel terremoto, possano non solo sopperire direttamente alle esigenze reali del momento, ma dare avvio a forme di stretto rapporto e collaborazione originali e creative, che vadano oltre il periodo dell’emergenza,  con il ritorno alla normale attività.

 

Le Associazioni Professionali dei Docenti e Dirigenti delle scuole

 

ADI, AIMC, ANDIS, APEF, CIDI, DiESSE, DiSAL, FNISM, LEGAMBIENTE S.F., MCE, UCIIM

 

 

 

Le Associazioni professionali

dei dirigenti e dei docenti della scuola

ADI, AIMC, ANDIS, APEF, CIDI, DiESSE, DiSAL, FNISM, LEGAMBIENTE S.F., MCE, UCIIM

collaborano con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca

per la ripresa della vita nelle scuole dell’Abruzzo

con il   Progetto 

 

 

 

 “Scuola adotta scuola”

 

 

 

 

Finalità

 

o      Sostenere la normale ripresa della vita delle scuole

o      Sviluppare la solidarietà attraverso la realizzazione di microprogetti di istituto

 

 

Attività

 

o      Le Associazioni professionali impegnano la propria rete capillare di dirigenti e docenti per la mobilitazione delle scuole

o      Una o più scuole italiane statali o paritarie si assumono la coprogettazione, ricerca delle risorse e realizzazione fattiva di attrezzature, laboratori, attività nelle scuole colpite dal terremoto aquilano

o      Le istituzioni scolastiche gemellate interessate si impegnano a ricercare le risorse personali, strumentali e finanziarie per intervenire nei microprogetti adottati

 

 

Supporti da attivare

 

o      Una struttura di coordinamento delle associazioni, collocata in una sede già operante, in collaborazione con la struttura ministeriale in Abruzzo, che favorisca l’incontro tra domanda e offerta sui microprogetti, capace di raccogliere, catalogare e mettere a disposizione via internet micro-necessità di attrezzature, laboratori, attività individuate dalle scuole statali o paritarie colpite

o      Un data base sui siti internet delle associazioni per la condivisione delle necessità e dei progetti al fine di favorire le relazioni tra scuole

o      L’impegno delle Associazioni professionali ad individuare scuole italiane e referenti interessati ad adottare un microprogetto

o      La dichiarazione di disponibilità di una o più scuole italiane inviata via mail sul sito dedicato con l’indicazione del microprogetto adottato, del referente che si impegna e dei tempi di realizzazione possibile

 

 

 

 

La procedura

 

 

- i referenti per l’Abruzzo di ogni associazione professionale costituiscono un coordinamento locale.  Il coordinamento individuerà una sede operativa. Provvisoriamente si offre la sede temporanea della Compagnia delle Opere di Montesilvano;
- ogni associazione professionale che avesse soci o riferimenti nelle scuole dell’Abruzzo coinvolte nel terremota raccoglie, previo il consenso del dirigente scolastico responsabile e sulla base di un’unica e comune scheda di segnalazione, le necessità reali a breve, medio e lungo termine indicando la scuola ed un suo referente, con esplicita esclusione di tutto quanto si riferisce all’edificio;

- le schede così raccolte e inviate ad un’unica mail del coordinamento, da questo vagliate, vengono caricate sui link delle associazioni aderenti, pubblicate con lo stesso banner “Scuola adotta scuola – Associazioni della scuola per l’Abruzzo”;

- contemporaneamente le Associazioni professionali, sulla base del progetto allegato, avviano le raccolte di disponibilità di scuole italiane per il gemellaggio ed i vari progetti, sulla base di un unico format che preveda le varie ipotesi emergenti, proponendo alle stesse i riferimenti per i contatti diretti con le scuole del database

- quando il responsabile della scuola abruzzese ritiene di aver ricevuto un numero di proposte di gemellaggio tale da coprire il fabbisogno indicato nella scheda segnala la situazione di copertura al coordinamento regionale che provvederà a indicare lo stato di “chiusura gemellaggio” per quella scuola, per evitare ulteriori ed inutili invii di proposte di contatti;

- la prosecuzione dei gemellaggi a questo punto riguarderà unicamente le scuole coinvolte, che si impegnano ad inviare alla mail di coordinamento Abruzzo un breve report di sviluppo dell’esperienza;

- sarà cura del coordinamento Abruzzo delle Associazioni tenere informata l’USR degli sviluppi dei gemellaggi. Poiché i gemellaggi non potranno riguardare interventi sugli edifici, ma solo per materiali didattici, di consumo, attrezzature e strumenti, è difficile che possano avvenire sovrapposizioni.

 

 

 

 

Riferimenti locali coordinamento

 

 

 

Rassegna 

 

Gemellaggi: il metodo più efficace

16 aprile 2009  -  AVVENIRE

SPERIMENTATA DAL FRIULI IN POI, LA VIA EFFICACE È QUELLA DEI GEMELLAGGI
ANTONIO GIORGI
Se è vero che solo la metà degli edifici già sottoposti a verifica statica nelle zone terremotate dell’Aquilano risultano agibili, e se è verosimile l’entità del fabbisogno ipotizzato dal ministro dell’Interno Maroni per portare a compimento la ricostruzione (12 miliardi di euro), quel miliardo che il governo si appresta a stanziare per assistere i sinistrati fino al termine dell’anno assume la valenza di un provvedimento tampone, un gesto necessario, obbligato, ma inade­guato alle esigenze che si vanno manifestando. Intendiamoci: il governo fa quello che può, e bisogna dargliene atto senza ri­serve. Sono i soldi che mancano, è il bilan­cio dello Stato che si trova ad essere a sua volta terremotato, compresso tra le mace­rie del sisma che si accumulano e i vincoli imposti dalla situazione di cassa, dall’an­damento delle entrate, dai parametri euro­pei. Oltretutto, il terremoto ha colpito nel bel mezzo di una recessione senza prece­denti nel dopoguerra, e questo aggrava u­na situazione di precarietà estrema.
Tutto il Paese, allora, si trova chiamato ad u­na assunzione diretta di responsabilità an­che economica. Tutto il Paese significa e­sattamente ognuno di noi cittadini, ma an­che ogni istituzione, ente, associazione, cor­po sociale. Davanti a una prova così diffici­le, accanto e assieme allo Stato deve entra­re in campo lo strumento formidabile di u­na solidarietà generalizzata e diffusa. Non servono interventi normativi di nuovo co­nio. Serve un impegno corale come quello a cui chiama la Chiesa italiana con la gran­de colletta di domenica prossima, 19 apri­le. E serve la volontà di imboccare con de­cisione la via evocata dallo stesso presiden­te del Consiglio (quando ipotizzò di affida­re cento progetti di ricostruzione alla cura delle cento Province d’Italia) e indicata, an­cora una volta, con felice concretezza dalla Caritas italiana. Stiamo parlando dei «ge­mellaggi », strumento già collaudato con successo sin dal dopo-terremoto del Friuli, nel 1976, quando le iniziative nate dal bas­so sopperirono alle lacune di un sistema di protezione civile allora ai primi passi e so­stennero efficacemente gli sforzi di una po­polazione che andava fiera di saper fare da sé ma che non rifiutò la mano tesa dall’e­sterno. I risultati si sono visti.
Se la pratica del gemellaggio diventasse me­todo operativo e diffuso nell’emergenza a­bruzzese, siamo convinti che i tempi della ri­costruzione sarebbe abbreviati, gli aiuti giungerebbero in forma mirata, le sovrap­posizioni di interventi e sprechi si ridurreb­bero e – da ultimo, ma non per ultimo – i professionisti delle speculazioni e i pescica­ni delle ruberie avrebbero vita impossibile. La strada del gemellaggio è percorribile da tutti e a vari livelli. La Caritas sta dando l’e­sempio. E tanti altri sono in condizioni di i­mitarlo: circoli giovanili, oratori, gruppi scout o studenteschi, ma anche associazio­ni, enti culturali, gruppi politici o sindacali possono trovare modo di stringere legami d’azione con una o più realtà omologhe o affini di un paese o di un quartiere sinistra­to. Ogni «gemello» donatore si fa carico di un intervento nei limiti della propria di­sponibilità, ogni «gemello» destinatario dei benefici si impegna a fare il miglior uso de­gli aiuti ricevuti (fosse anche una consu­lenza tecnica per restauri o rifacimenti) dan­done conto puntualmente dopo aver stabi­lito di comune accordo gli obiettivi da rag­giungere nel contesto del piano generale di ricostruzione.
Lo strumento del gemellaggio, che è figlio di una concezione della comunità nazio­nale ispirata al principio di sussidiarietà, può rappresentare la risorsa utile. E un an­tidoto alla tentazione di attingere ai fondi del 5 per mille, dei quali semmai il volontaria­to si trova oggi ad avere maggiore urgenza. Durante il primo conflitto mondiale un e­minente uomo politico francese affermava che la guerra era una cosa troppo seria per lasciarla fare solo ai militari. Ecco, la batta­glia della ricostruzione in Abruzzo è impre­sa troppo onerosa – non solo economica­mente – per essere lasciata interamente sul­le spalle dello Stato, della protezione civile o del volontariato istituzionalizzato, che pu­re hanno dato prova egregia in questa cir­costanza. È battaglia civile che chiama tut­ti, e tutti tocca.

 
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