Sono iniziate ieri, 5 novembre, le audizioni nelle Commissioni Cultura del Senato e della Camera, in vista della formulazione del previsto parere sulla riforma dei licei e degli istituti tecnici e professionali. Tra i primi ad essere ascoltati, come al solito, sono stati i sindacati.
Insieme alle richieste di rinvio della riforma (Flc-Cgil in testa e Gilda degli insegnanti) voi sono le semplici richieste di modifica (Cisl scuola, Snals e Uil scuola).
DiSAL, con i propri rappresentanti (la dirigente scolastica Michela Romagnoli di Roma al Senato e
Per i testi dei Regolamenti in discussione si veda:
* licei http://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=10309
* tecnici e professionali http://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=9886.
Per le valutazioni fatte dall’Associazione e le proposte di modifica dei Regolamenti presentati si veda:
* per i licei http://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=10766.
* per i tecnici e per i professionali http://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=10115.
Qui di seguito la sintesi delle osservazioni presentate in entrambe le occasioni.
Dirigenti Scuole Autonome e Libere
Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie - Ente qualificato dal MIUR alla formazione
Roma, 10 novembre 2009 Audizione Commissione Istruzione – Senato della Repubblica
12 novembre 2009 Audizione Commissione Istruzione – Camera dei Deputati
RIORDINO DELLA SCUOLA DEL SECONDO CICLO
Ringraziando dell’invito e facendo comunque riferimento a documenti già consegnati in diverse occasioni sulla stesso argomento odierno, oltre che a quelli che consegniamo oggi, voglio limitarmi ad alcune riassuntive e sintetiche osservazioni. I tre regolamenti e soprattutto i documenti allegati (piani di studio e Profili generali) meriterebbero considerazioni separate.
In comune tra loro apprezziamo:
- la scelta di ridurre gli indirizzi di studi ed, in alcuni casi (con la felice marcia indietro sul liceo classico) anche i gli orari settimanali;
- l’aumento della percentuale di flessibilità curricolare;
- il timido tentativo di fare i conti con i forti mutamenti culturali, scientifici, tecnologici ed economici che la secondaria superiore doveva registrare in questi decenni;
- la scelta di contemporaneità tra licei, tecnici e professionali, che potrebbe avere l’effetto di invertire la liceizzazione passata e ridare futuro ad una scuola che prepari al mondo dell’impresa e delle professioni, ridando dignità culturale al lavoro, contro anni di impero dell’intellettualismo e dell’astrazione;
- il riferimento almeno esigenziale ad una “scuola delle competenze” e l’istituzione dei dipartimenti disciplinari.
Ad ognuna delle valutazioni positive sopra espresse corrisponde una seria ed in alcuni casi grave difficoltà:
- la riduzione di indirizzi e orari in realtà ma solo un aggiustamento dell’esistente, scegliendo di non fare una riforma
- la flessibilità curricolare non è vera autonomia perché si realizza solo aumentando discipline e opera in un contesto totalmente bloccato di governance delle istituzioni scolastiche;
- indirizzi e scelte disciplinari non sono riusciti a fare scelte coraggiose di caratterizzazione (bastavano quattro licei, mentre diverse materie non appartengono alle competenze essenziali perseguite da un curricolo). Vada fra tutti un liceo delle scienze umane non significativo, la trascuratezza per la preparazione scientifica, unitamente alla povertà della formazione artistico-musicale;
- una “scuola delle competenze” non potrà attuarsi per il forte permanere dell’impianto disciplinare e della rigidezza delle classi di concorso, mentre i dipartimenti resteranno puramente nominali poiché sono assenti mutamenti di governance scolastica dell’offerta formativa, perseguita invece dal Progetto di Legge in discussione alla Camera.
In generale:
* si abbandona l’importante scelta del doppio canale per creare quattro ordini di studi, scelta che non potrà non pesare sul futuro federalismo scolastico e sull’intenzione di una essenzializzazione dell’offerta formativa;
* si riduce l’autonomia delle scuole, più ampia nella proposta Moratti, per salvaguardare classi di concorso, organici e condizionamenti del Ministero delle Finanze;
* si resta con un’uscita a 19 anni penalizzando i nostri giovani in Europa e nei paesi occidentali.
Nonostante questi forti limiti, che peseranno sul futuro di una scuola solo timidamente innovata, siamo del parere che la riforma, questa riforma, vada varata, magari riducendo, se esiste ancora un margine di miglioramento, almeno alcuni aspetti molto infelici:
** l’avvio va limitato per tutti solo al primo anno, perché nella scuola il tempo è una delle principali risorse;
** vanno introdotti spazi almeno pari 15 % (160 ore) di opzioni disciplinari lasciate alle scelte delle istituzioni scolastiche;
** non basta un ufficio tecnico a tecnici e professionali se non si rifinanziano innovazione tecnologica e capillare relazione con l’impresa;
** eliminando l’insistenza del blocco di bilancio, dell’impossibilità di spesa e scegliendo con coraggio la strada perseguita dalle nazioni più sviluppate di investire nell’istruzione ed educazione dei giovani.
La direzione di DiSAL
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