Sondaggio/Presidi: il peggiore degli ultimi anni scolastici


 

Dall’1 novembre 2009 al 7 gennaio 2010 è rimasto aperto sul nostro sito  il periodico sondaggio nazionale tra i dirigenti scolastici. Questa volta la raccolta delle opinioni è stato sulle condizionidi avvio dell’anno scolastico 2009/2010. I quesiti erano semplici ma importanti. Le variabili di risposta erano poche ma ben definite e varie.

La partecipazione (trattandosi di adesione volontaria da parte dei visitatori del sito) è stata molto significativa. I 471 dirigenti scolastici si sono così geograficamente distribuiti:  268 al nord (57%), 151 dal sud e isole (32%) e 52 dal centro (11%).

Alla domanda: “Come giudichi l’avvio di questo anno scolastico ?” si doveva scegliere tra tre pareri:

a. Come tutti gli altri

b. Meglio degli anni passati

c. Il peggiore degli ultimi anni

Le risposte si sono così distribuite:

 

Voce

scelte

%

Come tutti

118

25

Meglio

71

15

Il peggiore

283

60

 

471

100

 

Alla richiesta di indicare un aspetto che, prevalentemente, caratterizzasse quell’avvio, le variabili tra le quali scegliere rispecchiavano gli aspetti più discussi:

a.  Carenza e incertezza dei fondi per le istituzioni scolastiche

b.  Incertezza sullo stati delle riforme

c.  Instabilità eprecarietà dei docenti

d.  Carenza di autonomia per le scuole

e.   Mancato decentramento delle scuole alle regioni

f.   Riduzione degli organici del personale.

Le scelte si sono così distribuite:

 

Voce

scelte

%

Carenza fondi

169

36

Incertezza riforme

99

21

Precarietà docenti

53

11

Carenza autonomia

56

12

Mancato decentramento

0

0

Riduzione organici

94

20

 

471

100

 

L’esperienza diretta dei dirigenti scolastici (i primi in grado di valutare effettivamente il funzionamento dell’erogazione del servizio) ha quindi offerto riflessioni molto chiare: una forte maggioranza ritiene l’inizio del settembre 2009 il peggiore degli ultimi anni; un quarto non vede differenze particolari (ma le scelte al secondo quesito mostrano che questa indifferenza si riferisce comunque al perpetuarsi di mali cronici); solo ben meno di un sesto ha una opinione contraria.

Sui fattori che hanno maggiormente condizionato quell’inizio la scelta prevalente va alle difficoltà finanziarie.  Pressoché a parità di influenza risultano tra loro l’incertezza delle riforme e la riduzione del personale da una parte, il forte precariato e l’autonomia bloccata dall’altra.

Cosa concludere ? 

Innanzitutto rilevando un forte e diffuso stato d’animo di difficoltà e delusione rispetto alla aspettative di buon funzionamento della macchina amministrativa della scuola.

Quindi con la rassegnata constatazione, da parte tre quarti dei partecipanti, di dover avviare il servizio scuola con risorse sempre minori e più precarie  (finanze, organici, precarietà 67%). Spicca infine in maniera significativa la totale esclusione, tra i fattori d’influsso, del mancato decentramento del sistema, forse in ragione del fatto che la gran parte dei fattori tra i quali scegliere (erogazione risorse, assegnazione organici, nomine personale) hanno tutti attualmente un funzionamento amministrativo già decentrato, senza che questo comporti una migliore effettiva efficienza.

Resta solo da accennare che lo spostamento di un altro mese di tutte le operazioni di avvio del prossimo anno scolastico (a causa dello spostamento al fine marzo delle iscrizioni alle scuole secondario di secondo grado che sono quelle che maggiormente risentono delle precarietà elencate) lascia ben immaginare che le impressioni richieste ed i fattori indagati con forte probabilità non saranno certo destinati a migliorare.

 

 

 
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