Bocciata la laurea breve, Corte Contri denuncia: "Nessun miglioramento"
La Corte dei Conti boccia la riforma universitaria che ha introdotto il sistema a doppio ciclo: "Non ha prodotto i risultati attesi". L'accusa: eccessiva frammentazione e moltiplicazione dei corsi di studio
Corriere della sera - 19 aprile 2010
di Redazione
Roma -
La bocciatura della Corte dei Conti
Corte dei Conti boccia laurea breve
"I risultati sotto le attese"
Universita'
Il Giorno – 19 aprile 2010
Secondo la magistratura contabile promesse disattese sia in termini di aumento dei laureati sia in termini di miglioramento della qualità dell'offerta formativa
ROMA - La laurea breve, percorso "specialistico" affiancato a quello della laurea tradizionale dalla riforma universitaria, è da bocciare. Lo sostiene
In più, sostiene la magistratura contabile, la laurea breve ha generato un sistema incrementale di offerta "con un'eccessiva frammentazione e una moltiplicazione spesso non motivata dei corsi di studio".
Da segnalare poi "il rilevante fenomeno dell'incremento delle sedi decentrate e il peso via via crescente assunto dai professori a contratto esterni ai ruoli universitari".
Il sistema, prosegue
"Una buona riforma, gestita male dal governo"
L´intervista/Luigi Berlinguer
«Non è colpa della riforma, ma semmai di come è stata applicata: nessuna innovazione profonda funziona se non si adottano le misure necessarie». Luigi Berlinguer era il ministro dell´università al tempo del debutto del 3+2, cioè del «Bologna Process». «Voglio dare un dato: in tutta Europa e anche in altre parti del mondo crescono le adesioni a quel modello di formazione universitaria - dice il parlamentare europeo, membro della Commissione Istruzione, che il prossimo 5 maggio ha organizzato a Bruxelles un incontro per valutare proprio l´applicazione della riforma del 3+2 nei vari Paesi - l´obiettivo dei cicli universitari è di permettere a un laureato italiano di poter muoversi all´estero, di fare in modo di poter lavorare con un titolo di studio riconosciuto anche al di là dei nostri confini. Ma perché questo avvenga bisogna far valutare la qualità dei corsi da parte delle autorità europee e in Italia su questo punto siamo enormemente indietro. E il governo ha certo delle responsabilità ». Inoltre secondo Berlinguer, «l´Italia non ha fatto quasi niente per definire lo sbocco nel mondo del lavoro del primo livello: fa eccezione
(l. m.)