Maturità 2009: rapporto Invalsi sulle carenze in italiano


Esami di Stato II ciclo 2008 - 2009

Sono stati pubblicati dall’INVALSI il rapporto Rilevazione degli apprendimenti Prove scritte di Italiano a.s. 2008-2009 e una Sintesi delle analisi statistiche.
Il rapporto, curato dall’INVALSI, presenta i risultati dell’analisi di un campione di 545 elaborati della prima prova nell’esame di Stato conclusivo dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore dell’anno scolastico 2008-2009.

 

«Bocciati in italiano» Così alla maturità 2009.  Rapporto dell’Invalsi rivela: insufficiente il 54% degli elaborati I licei non brillano, ma i risultati peggiori in tecnici e professionali

Esperti dell’Accademia della Crusca hanno corretto un campione dei temi realizzati nel corso dell’Esame di Stato dello scorso anno alle superiori

Avvenire  -  30 giugno 2010

di Enrico Lenzi
Milano

Un disastro: se la prova d’italiano al­la maturità fosse stata corretta da­gli esperti dell’Accademia della Cru­sca, sarebbe stata una strage, con oltre il 54% degli elaborati giudicati insufficienti. È quanto emerge dalle prime conclusioni del lavoro di analisi promosso dall’Istituto per la valutazione del sistema d’istruzione (Invalsi) su un campione di 545 elaborati provenienti dalla maturità dello scorso an­no. Un campione significativo e che tiene conto delle tre tipologie di percorsi di stu­di superiori (liceo, tecnici e professionali) e che evidenzia, come si legge nel Rappor­to Invalsi che sarà reso pubblico oggi, «la scarsa padronanza dell’uso scritto della lin­gua italiana nei ragazzi al termine della scuola superiore». E a rendere ancora più sconcertante il risultato del lavoro svolto dall’Invalsi e dall’Accademia della Crusca, è il fatto che gli stessi elaborati hanno in­vece ricevuto un giudizio per la gran parte positivo.
Il lavoro dei correttori della Crusca.
Agli e­sperti dell’Accademia è stato chiesto di ri­leggere gli elaborati valutando quattro com­petenze: testuale, grammaticale, lessicale­semantica, e ideativa. A ciascun correttore sono stati affidati una cinquantina di ela­borati e per ognuno di essi ha compilato u­na scheda di valutazione. Ogni elaborato è stato affidato a due correttori i quali han­no espresso, in modo indipendente, una misurazione dei singoli descrittori delle competenze.

Le valutazioni delle competenze.
Una stra­ge. In tutte e quattro le competenze la mag­gioranza degli elaborati risulta insufficien­te secondo la valutazione dei correttori del­l’Accademia. Nella competenza testuale è insufficiente il 58% delle prove, in quella grammaticale si scende al 54,1%, per risa­lire al 63,2% in quella lessicale-semantica, e attestarsi al 58,9% in quella ideativa. Nel confronto con la valutazione espressa un anno fa dalle commissioni esaminatrici del­la maturità, solo il 12,6% degli stessi elabo­rati venne giudicato insufficiente. Il divario nelle valutazioni si commenta da solo.

Non si salvano neppure i licei.
Purtroppo il quadro che emerge dal Rapporto Inval­si- Crusca, non consegna un risultato lu­singhiero neppure per i licei, considerati il fiore all’occhiello del sistema scolastico su­periore. Anche se migliore rispetto a quan­to riscontato negli istituti tecnici e in quel­li professionali, nei licei la padronanza del­la lingua italiana appare comunque bassa. Ben il 33,8% degli elaborati provenienti dai licei viene considerato insufficiente dai cor­rettori dell’Accademia per la competenza grammaticale, che diventa il 37,3% in quel­la ideativa (un decimale in meno rispetto a quella testuale), mentre raggiunge il 45,1% in quella lessicale-semantica. Percentuali decisamente più contenute rispetto a quel­le registrate nei tecnici e nei professionali. In questi due percorsi il risultato è addirit­tura allarmante, tanto da far scrivere nel Rapporto che «nel giudizio dei correttori, dopo almeno 13 anni di scuola, la gran par­te degli allievi frequentanti gli istituti tec­nici, che pure sotto altri profili si dimo­strano buone scuole, non raggiunge un li­vello sufficiente di padronanza della lingua italiana». Stesso discorso per gli studenti diplomati negli istituti professionali. Le ci­fre non lasciano scampo. Il 67,9% delle pro­ve d’italiano svolte nei tecnici risulta in­sufficiente dal punto di vista dalla compe­tenza grammaticale (ben l’80,4% nei pro­fessionali), il 72,9% in quello testuale (è l’83% nei professionali), il 75,5% in quella lessicale-semantica (l’86,9% nei professio­nali) e il 73,9% in quella ideativa (l’86,4% nei professionali).

Al Nord risultati migliori, ma senza enfa­si.

Dal punto di vista geografico la distribu­zione delle competenze linguistiche (ma sarebbe forse più corretto dire l’assenza di vere competenze) è meno sperequata di quello che si osserva a livello di indirizzo di scuola. Al Nord si registrano risultati mi­gliori, ma solo nelle competenze testuali e grammaticali le insufficienze restano (di pochissimo) sotto il 50% (rispettivamente il 49,4 e il 49,6). Per le altre due competen­ze anche al Nord le insufficienze superano il 50%. Al Centro e al Sud le percentuali ri­sultano leggermente più alte: al Centro si oscilla dal 55,4 al 65,8, mentre nelle regio­ni del Mezzogiorno si va dal 57,5 al 68,6.

Cosa fare?

È quanto si chiede lo stesso Rap­porto Invalsi. A cercare di dare una rispo­sta sono tre studiosi: Dario Corno (ordina­rio all’Università del Piemonte Orientale), Francesco Sabatini (già presidente dell’Ac­cademia della Crusca) e Luca Serianni (so­cio della Crusca). Da tutti l’invito di «recu­perare lo studio della grammatica che spes­so si esaurisce negli anni della scuola me­dia ». E, stando ai risultati del Rapporto, non basta.
 
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