La sfida dei presidi tra problemi e responsabilità
Avvenire - 14 settembre 2010
Rembado (Anp): «Un edificio scolastico su quattro è a rischio: servono investimenti» E Pellegatta (DiSAL): «Il fatto vero sono i tagli: mettono in scacco l’offerta formativa»
DA MILANO
Difficoltà: tantissime. Responsabilità: ancor di più. Si gioca tra queste due linee di “trincea”, l’impegno dei dirigenti scolastici. Che sono chiamati a gestire concretamente le novità previste dalla riforma Gelmini e ad esse guardano con l’occhio critico di chi da ormai quindici anni vede la scuola modificata «senza il vero fondamentale risultato concreto – come spiega Roberto Pellegatta, presidente nazionale dell’Associazione dirigenti scuole autonome e libere (DiSAL) e preside all’Istituto Professionale di Stato “Meroni” di Lissone, vicino a Milano –: quello di migliorare le cose alla base».
Il problema più grosso, secondo Pellegatta, è quello dei docenti di ruolo e dei tagli: «Non ne voglio fare una questione politica, parlo dei fatti – spiega –. Quest’anno la lista degli utilizzi dei docenti è stata pubblicata dal provveditorato di Milano la notte del 31 agosto. Una data che ha mandato in tilt tutto il sistema organizzativo. E questo a Milano, perché per esempio il provveditorato di Napoli, come altri, non l’ha nemmeno pubblicata. E poi i tagli, «che ci sono stati davvero e che minano l’offerta formativa» secondo Pellegatta: «È come se da dieci anni a questa parte almeno si fosse cominciato a pensare alla scuola come a un costo, più che a una risorsa, e una risorsa fondamentale. Finché questa mentalità non sarà sradicata, sarà impossibile veder cambiato il sistema scolastico nazionale». Per fortuna la buona volontà di chi lavora nelle aule, e nelle scuole, non viene meno: «È proprio quella base – conclude Pellegatta – che garantisce ai nostri ragazzi un futuro. Oggi io ne ho incontrati 180, nella mia scuola, li ho guardati negli occhi e ho trovato con meraviglia, come ogni anno, la voglia di andare avanti, di vivere questa avventura».
Ma sul banco dei presidi non ci sono solo i problemi legati alla riforma. Per il presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Giorgio Rembado, un’altra ferita mai sanata è quella della sicurezza degli edifici scolastici: «Le stime parlavano di 12mila edifici scolastici, sui 42mila che sono attualmente utilizzati, fuori norma», spiega Rembado. E aggiunge: «Il problema varia moltissimo da zona a zona, da edificio a edificio.
La protezione civile, un anno e mezzo fa, aveva fatto un calcolo secondo cui erano necessari circa 20 miliardi di euro per la messa in sicurezza di tutti gli edifici, là dove invece si parla di un qualche centinaio di milioni. Siamo di fronte, cioè, a un intervento che è necessario ma che non può che mettere una toppa rispetto ad un buco che è molto elevato». Secondo il presidente dell’Anp, per risolvere questa situazione non resta altro che 'un intervento miracoloso, un investimento straordinario anche solo in questo campo. Il vero problema della scuola, conclude Rembado, «è quello del rinvenimento delle risorse necessarie».