L’Incontro organizzato martedì 24 agosto dal Meeting di Rimini in collaborazione con DiSAL sul tema “Chi governerà le scuole? dirigere scuole tra autonomia e regionalizzazione” ha visto una imprevista ricchezza di confronto e la presenza di un pubblico numeroso che ha richiesto l’allestimento di una ulteriore sala per le persone impossibilitate a seguire l’incontro. Erano presenti come moderatore Roberto Pellegatta, presidente DiSAL e come relatori Paolo Benesperi, Assessore Istruzione e formazione, politiche del Lavoro, Concertazione Regione Toscana; Bruno Bordignon, responsabile nazionale CNOS; Antonio Petrolino, presidente ESHA e responsabile nazionale ANP. Maria Grazia Siliquini, sottosegretario al Ministero dell’Istruzione ha portato gli auguri di un proficuo lavoro dell’incontro ed ha segnalato la Sua disponibilità a discutere il quadro futuro della professione dirigente.
Pellegatta ha poi chiesto ai presenti un momento di silenzio per ricordare Marino Bassi, direttore Vicario della Direzione Generale Formazione Istruzione e Lavoro e recentemente nominato consulente del Ministro alla Pubblica Istruzione per il secondo canale, recentemente scomparso. Il ricordo va ad un amico, relatore lo scorso anno al Meeting, e che ha contribuito nello specifico del suo lavoro all’innovazione della scuola italiana.
Pellegatta ha poi presentato Di.S.A.L. come associazione professionale di dirigenti di scuole statali e non statali di ogni ordine e grado, recentemente convocato al Ministero a far parte del Forum delle associazioni professionali della scuola, per avviare un confronto permanente sulla dirigenza scolastica, sulle riforme degli ordinamenti sul sistema nazionale della valutazione e sulla riforma degli organi collegiali. Benesperi ringrazia per l’iniziativa, che permette un dialogo non ideologico e l’inizio di un lavoro costruttivo per il miglioramento del sistema scolastico italiano. Comunica che il governo del sistema scolastico è regolato dal titolo V della Costituzione che stabilisce le competenze dello Stato e delle Regioni, salva l’autonomia delle singole istituzioni scolastiche.
La Regione Toscana sta provvedendo a predisporre una legge, in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale (su ricorso della Regione Emilia Romagna) che ha riconosciuto il diritto regionale ad assegnare gli organici del personale alle scuole e ha già introdotto un modello di riferimento del sistema scolastico integrato con il mondo del lavoro e dell’istruzione. Ricorda come la riforma Moratti abbia la sua legittimità che impedisca il pensare ad una sua futura abrogazione (come taluni della sua area politica avrebbero sostenuto) ma semmai ad un miglioramento, in particolare prendendo decisioni chiare sul trasferimento completo del sistema scolastico alle regioni. Si dice favorevole ad una più piena autonomia delle scuole specie attraverso un futuro reclutamento diretto del personale da parte delle istituzioni scolastiche. L’assessore termina auspicando un processo continuo di riforma, un ampliamento e una valorizzazione dell’autonomia del sistema scolastico in un ottica di sussidiarietà orizzontale e verticale e l’integrazione dei vari soggetti in un sistema integrato.
Il preside Petrolino, con una lucida relazione ricca anche di confronti con il contesto europeo, illustra il processo di decentralizzazione del sistema dell’istruzione in applicazione del dettato costituzionale, che riconosce autonomia alle famiglie in merito all’educazione dei figli. Tale processo riconosce il valore della libertà del singolo e delle associazioni liberamente costituite come bene per la società in un ottica di sussidiarietà educativa. Chi ha una responsabilità educativa nell’ottica dell’autonomia deve rispondere delle scelte che opera agli utenti: quindi le scuole per poter rispondere del proprio operato devono potersi scegliere gli insegnanti e i direttori ed essere governate dalle componenti della comunità locale.
Padre Bordignon, salesiano, ricorda come il modello italiano di scuola di Stato sia assolutamente inadeguato rispetto alla funzione educativa e di istruzione, il cui principio ispiratore è la libertà di educazione. In un’ottica di piena autonomia del sistema scolastico le scuole vanno riconosciute come enti pubblici a sé stanti e non come organi dello Stato: modello da seguire in questo senso potrebbe essere quello inglese . Nell’ambito di un sistema di liberalizzazione del mercato educativo, dovrebbero essere premiate le scuole statali e non statali sulla base dei loro iscritti e che svolgono un servizio adeguato alle famiglie mediante un sistema di valutazione di tutte le scuole accreditate. Su questo principio di carattere pubblico si basa l’obbligo civile di finanziamento per le scuole paritarie, perché la scuola assolve ad una funzione pubblica e deve usufruire di finanziamenti pubblici indipendentemente dalla sua forma giuridica.
Pellegatta concludendo ha ringraziato per la ricchezza ed il livello dei contributi dei singoli relatori, inaspettatamente molto convergenti pur provenendo da diverse posizioni politiche e culturali. Ricorda che verranno ripresi nel convegno organizzato dalla Di.S.A.L., dall’11 al 13 novembre, per permettere un confronto su esperienze o soluzioni ai problemi della propria scuola nell’ottica di una scuola intesa come comunità di educazione e di cultura.