STRASBURGO
Crocifisso, Italia assolta. Santa Sede: sentenza storica
L'Italia ha vinto la sua battaglia a Strasburgo:
La Santa Sede esprime "soddisfazione" per la sentenza della Corte Europea sulla esposizione del crocifisso nelle scuole. Si tratta, afferma il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi in una dichiarazione scritta, di una sentenza "assai impegnativa e che fa storia".
La sentenza costituisce un punto di riferimento imprescindibile sulla questione della presenza dei simboli religiosi negli spazi pubblici in tutta Europa. Con la sentenza
Alcune contengono critiche alla sentenza, altre minacce ai giudici, altre ancora semplici farneticazioni. «Ma se nei primi mesi l’invio era, per così dire, fatto su base spontanea, da qualche mese c’è chi ha provveduto a organizzarlo», ha aggiunto la stessa fonte mostrando una lettera indirizzata al presidente della Corte in cui si denuncia «la profonda offesa arrecata dalla Corte» ai cattolici. Una sentenza contro la quale il governo italiano ha subito fatto ricorso, trovando tra l’altro il sostegno di altri dieci Paesi membri del Consiglio d’Europa (Armenia, Bulgaria, Cipro, Grecia, Lituania, Malta, Principato di Monaco, Romania, Russia e San Marino) esplicitato il 30 giugno scorso in occasione della prima e unica udienza pubblica svoltasi nell’ambito del "processo" d’appello.
Avvenire - 18 marzo 2011
CROCIFISSO
Le reazioni alla sentenza
PADRE LOMBARDI: SENTENZA CHE FA STORIA
«La sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sull'esposizione obbligatoria del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche italiane è accolta con soddisfazione da parte della Santa Sede». Lo afferma il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in una dichiarazione rilasciata oggi pomeriggio. Quella della corte di Strasburgo è «una sentenza assai impegnativa e che fa storia, come dimostra il risultato a cui è pervenuta
Per padre Lombardi «si riconosce dunque, a un livello giuridico autorevolissimo e internazionale, che la cultura dei diritti dell'uomo non deve essere posta in contraddizione con i fondamenti religiosi della civiltà europea, a cui il cristianesimo ha dato un contributo essenziale».
Inoltre, la sentenza riconosce che, «secondo il principio di sussidiarietà , è doveroso garantire ad ogni Paese un margine di apprezzamento quanto al valore dei simboli religiosi nella propria storia culturale e identità nazionale e quanto al luogo della loro esposizione (come è stato del resto ribadito in questi giorni anche da sentenze di Corti supreme di alcuni Paesi europei)».
Se così non fosse, «in nome della libertà religiosa si tenderebbe paradossalmente invece a limitare o persino a negare questa libertà , finendo per escluderne dallo spazio pubblico ogni espressione. E così facendo si violerebbe la libertà stessa, oscurando le specifiche e legittime identità ».
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BAGNASCO: AFFERMATA
La sentenza della Corte di Strasburgo sul crocifisso nelle scuole secondo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, «afferma la libertà della religione sia nel suo esercizio interiore sia in quello pubblico e quindi anche nei suoi simboli, soprattutto nel crocifisso che rappresenta valori ampiamente condivisi dalla cultura europea». Il cardinale è intervenuto sull'argomento a margine della Messa nella cattedrale di San Lorenzo dedicata al mondo del lavoro. «Si tratta - ha precisato Bagnasco - di una sentenza molto importante, di grande buon senso, di grande rispetto, di considerazione delle argomentazioni presentate dal governo italiano insieme a un numero significativo di Paesi europei. È un segno molto positivo e apprezzabile».
FRATTINI: HA VINTO IL SENTIMENTO POPOLARE
«Oggi ha vinto il sentimento popolare dell'Europa. Perché la decisione interpreta soprattutto la voce dei cittadini in difesa dei propri valori e della propria identità . Mi auguro che dopo questo verdetto l'Europa torni ad affrontare con lo stesso coraggio il tema della tolleranza e della libertà religiosa». Lo afferma in una nota il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che accoglie «con grande soddisfazione la decisione appena presa dalla Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo, di assolvere l'Italia dall'accusa di violazione di pensiero, convinzione e religione perl'esposizione del crocefisso nelle aule».
LA FAMIGLIA DEL RICORSO: SENTENZA CHE CI DELUDE
«Il pronunciamento di Strasburgo mi delude, molto, perchè la prima sentenza su questa vicenda era clamorosamente chiara». Così Massimo Albertin, il medico di Abano Terme che otto anni fa aveva iniziato con la moglie finlandese, Solile Lautsi, una battaglia legale contro il crocifisso nella scuola frequentata dai figli, commenta la sentenza con cui
RAVASI: SIMBOLI VANNO AGGIUNTI, NON TOLTI
«Il crocifisso è un segno di civiltà anche se non lo si riconosce teologicamente, è uno dei grandi simboli dell'Occidente». Lo ha detto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la presentazione in Vaticano dell'iniziativa "Il cortile dei gentili", dedicata al dialogo con i non credenti.
Interpellato sulla sentenza della Corte per i diritti umani del Consiglio d'Europa sul crocifisso nelle scuole che verrà resa nota nelle prossime ore, il porporato ha spiegato: «In generale non sono favorevole al principio della cancellazione e della sottrazione dei simboli, se in futuro ci saranno altre tradizioni religiose in Occidente altrettanto significative di quella cristiana, penso che valga il principio dell'addizione».
DI SEGNI, SIMBOLO CULTURALE? NON MI CI RICONOSCO
«La sentenza esprime una delle opinioni contrapposte in questa discussione. Nello specifico, ho sempre sostenuto una tesi differente da questa. La mia opinione personale è che nell'edificio pubblico ci deve essere spazio solo per simboli condivisi e non di una parte, anche se è rispettabile e di maggioranza. Ciò premesso, mi rendo conto della durezza polemica della questione e delle tradizioni e sensibilità della maggioranza cristiana del nostro Paese, e non ho voluto mai farne una guerra direligione». È il commento a caldo del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, sulla sentenza della Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Quanto alla tesi sostenuta dal governo italiano nel suo ricorso, per Di Segni, «dire che il crocifisso è simbolo culturale è, a mio parere, mancargli di rispetto. E non mi ci riconosco come simbolo culturale».
GELMINI: GRANDE VITTORIA, SIMBOLO IRRINUNCIABILE
«Esprimo profonda soddisfazione per la sentenza della Corte di Strasburgo, un pronunciamento nel quale si riconosce la gran parte del popolo italiano. Si tratta di una grande vittoria per la difesa di un simbolo irrinunciabile della storia e dell'identità culturale del nostro Paese». Così il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. «Il Crocifisso - dice il ministro - sintetizza i valori del Cristianesimo, i principi sui cui poggia la cultura europea e la stessa civiltà occidentale: il rispetto della dignità della persona umana e della sua libertà . È un simbolo dunque che non divide ma unisce e la sua presenza, anche nelle aule scolastiche, non rappresenta una minaccia né alla laicità dello Stato, né alla libertà religiosa».
LUPI: FINE DI UNA POLEMICA INUTILE
«Con la sua sentenza sul crocefisso la corte di Strasburgo pone fine all'inutile polemica sollevata in maniera strumentale da quei laicisti che vorrebbero negare il ruolo determinante del cristianesimo nella costruzione della nostra società . Al contrario, come ha stabilito la corte, esso fa parte della nostra identità e non ci Sarà Europa unita fino a quando tutti non saranno disponibili ad accettare questa evidenza». Così Maurizio Lupi, Pdl, vicepresidente della Camera dei deputati.
UNIONE ATEI: PROFONDA DELUSIONE DA STRASBURGO
«Hanno avuto contro il governo e l'opposizione, il presidente della Repubblica e quello del Consiglio,
SCHIFANI: UNA SENTENZA CHE RAFFORZA L'INTEGRAZIONE
«Il valore simbolico del crocifisso non comprime alcuna libertà ed è espressione di una apertura alla storia, alla cultura, ad una identità arricchita dal rispetto reciproco». Così il presidente del Senato, Renato Schifani. «La sentenza di oggi - aggiunge Schifani - è importante e positiva per i popoli, le tradizioni, le istituzioni nazionali ed europee. Rafforza processi virtuosi di pacificazione e integrazione».
CHITI: CROCIFISSO NON PUO' ESSERE SEGNO DI DISCRIMINAZIONE
«Grande soddisfazione» è stata espressa dal vice presidente del Senato Vannino Chiti, dopo aver appreso della decisione della Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo. «
SIR: VITTORIA CONTRO DERIVA NICHILISTA DELL'EUROPA
Una sentenza «articolata ed equilibrata» che «mette ordine in un quadro, quello dei diritti e delle identità , fondamentale per gli sviluppi dell'Europa, in cui sembrava acquisita una deriva in fin dei conti nichilistica». È il commento del Sir, l'agenzia di stampa della Cei. La deriva «nichilistica» denunciata dall'agenzia «non è per nulla inevitabile, come ha dimostrato peraltro il costituirsi in questo giudizio di un'ampia e qualificata serie di Stati (tra cui il più grande tra quelli aderenti al Consiglio,
EVANGELICI: CROCIFISSO NON È SIMBOLO DI TUTTI, ITALIA POCO LAICA
Dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che riconosce al nostro Paese il diritto di esporre il crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche,
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Testo Sentenza Cedu Crocefisso nelle scuole |
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