Corte dei conti: scuola bocciata. Troppi ostacoli all’autonomia.


L'Ufficio Stampa della Corte dei conti ha comunicato ieri l'avvenuto invio della “Relazione sul risultato dell'indagine concernente lo stato di attuazione della riorganizzazione dell'Amministrazione scolastica con particolare riguardo alle strutture decentrate” alle Presidenze della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Segretariato Generale, Dipartimento della Funzione Pubblica; al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca – Gabinetto, Dipartimento per l’istruzione e Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione; al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Gabinetto e Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.   A proposito di autonomia compressa o, addirittura, negata in queste settimane, si fa un gran parlare di una asserita lesione dei diritti delle scuole autonome da parte del Ministero per la vicenda del tutor.   Non risulta che analoghe proteste e simmetrica indignazione abbia suscitato e susciti invece la sistematica compressione dell'autonomia scolastica operata dal MIUR e dalle sue strutture periferiche per via amministrativa: molto più grave ed insidiosa, questa, perché sottratta ad ogni controllo del Parlamento e della Magistratura, ed operata non in forza di una norma di legge, ma anzi in violazione e negligenza di esplicite disposizioni di segno contrario.   Qualche luce significativa per l'autorevolezza della fonte da cui emana l'apporta ora una relazione della Corte dei Conti – Sezione di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato – Collegio II. Nella sua delibera n. 19/2004/G del 15 settembre scorso, pubblicata il 29 settembre, impietosa quanto istruttiva sulla lunga serie di inadempienze amministrative che hanno accompagnato la storia dell'autonomia ed impedito di fatto la sua attuazione.   Riportiamo di seguito il comunicato stampa della Corte ed inseriamo anche il collegamento al testo completo del rapporto. Vale la pena soffermarsi su due brevi passaggi del comunicato, particolarmente significativi:

“l'organizzazione degli uffici periferici dell'amministrazione, che avrebbe dovuto comportare la soppressione dei provveditorati agli studi, ripropone, attraverso l'istituzione, a livello provinciale, dei CSA – Centri Servizi Amministrativi, un modello […] analogo a quello precedente”. 
“La Corte ha rilevato altresì difficoltà per le istituzioni scolastiche a gestire i propri programmi annuali ed i Piani dell'offerta formativa, in relazione sia ai cennati ritardi e incertezze nell'assegnazione delle risorse, sia al perdurare di vincoli di destinazione e al disallineamento temporale fra anno scolastico ed esercizio finanziario”
Fin dalla nascita DiSAL ha sostenuto la soppressione dei Provveditorati (sulla scorta della proposta storica di Sabino Cassese) e segnalata la riduzione delle risorse al sistema scuola pubblico nel suo complesso. 

 

CORTE DEI CONTI  -  COMUNICATO STAMPA n. 35/ 2004
29 settembre 2004

Corte dei conti – Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato– Collegio II – Pres. T. Lazzaro, Rel. G. Coppola – Delibera n. 19/2004/G, del 15 settembre 2004 – Relazione sul risultato dell'indagine concernente lo stato di attuazione della riorganizzazione dell'Amministrazione scolastica con particolare riguardo alle strutture decentrate.
        A quasi sette anni dall'avvio dell'autonomia scolastica prevista dalla legge 59 del 1997, il processo di riorganizzazione del ministero dell'istruzione è a tutt'oggi ancora lontano da una compiuta definizione.
        Tale definizione non è stata infatti raggiunta nonostante l'emanazione del nuovo regolamento di organizzazione, approvato con D.P.R. 319 del 2003, sia perché il medesimo necessita di un complesso procedimento attuativo, sia perché esso stesso dovrà essere rivisto alla luce delle modifiche apportate al titolo quinto della Costituzione, che hanno comportato la costituzionalizzazione delle autonomie scolastiche e il conferimento di nuovi compiti alle regioni ed agli enti locali in materia di istruzione.
        Quanto sopra emerge dalla relazione sull'indagine svolta dalla Corte dei conti sulla “Riorganizzazione dell'amministrazione scolastica”.
        In particolare, i giudici contabili hanno rilevato come l'organizzazione degli uffici periferici dell'amministrazione, che avrebbe dovuto comportare la soppressione dei provveditorati agli studi, ripropone, attraverso l'istituzione, a livello provinciale, dei CSA – Centri servizi amministrativi, un modello, per taluni aspetti analogo a quello precedente.
        Il fondamentale punto critico, ad avviso della Corte dei conti, è rappresentato dalle difficoltà, per l'amministrazione ministeriale, nel suo complesso, a svolgere il nuovo ruolo di governo del sistema e di definizione delle politiche scolastiche all'interno di un'evoluzione del mondo della scuola, ormai caratterizzata dalla presenza di soggetti dotati di autonomia.
        E' mancata, infatti la sinergia tra l'amministrazione centrale e gli uffici periferici, all'interno di questi ultimi tra direzioni regionali e CSA e, più in generale, fra l'amministrazione statale e le istituzioni scolastiche.
        la Corte ha espressamente sottolineato la mancata individuazione di adeguati percorsi informativi sull'andamento gestionale delle scuole, non certamente assicurati dalla sola attività di revisione dei bilanci.
        Il monitoraggio informatico sulla gestione finanziaria delle istituzioni scolastiche non è ancora affidabile per il basso livello di alimentazione. L'analisi dei flussi finanziari relativi alle risorse destinate alle scuole ha evidenziato lentezze e ritardi nel procedimento di assegnazione, caratterizzato peraltro dal permanere di criteri automatici che non tengono conto di analisi sull'attività programmatoria e gestionale delle scuole.
        La Corte ha rilevato altresì le difficoltà per le istituzioni scolastiche a gestire i propri programmi annuali ed i Piani dell'offerta formativa, in relazione sia ai cennati ritardi e incertezze nell'assegnazione delle risorse, sia al perdurare di vincoli di destinazione e al disallineamento temporale tra anno scolastico ed esercizio finanziario.
        Sintomatica delle predette difficoltà, che in gran parte hanno caratteristiche strutturali, è l'entità degli avanzi di amministrazione rappresentati dalla mancata utilizzazione di risorse disponibili da parte delle istituzioni scolastiche, nell'esercizio di riferimento e, talvolta, anche in quelli successivi.
        Proprio in relazione alla mancanza di un sistema organico di controllo di gestione sull'operato delle scuole, la Corte dei conti, senza alcuna pretesa di realizzare una significativa campionatura, ha direttamente analizzato l'andamento del programma annuale e del piano dell'offerta formativa – POF, con riferimento all'esercizio 2002, le cui risultanze sono state raffrontate con la successiva programmazione, di tre istituti scolastici superiori ritenuti mediamente significativi per collocazione geoeconomica e per bacino d'utenza.
        L'indagine della Corte, che comunque prosegue anche per l'attuale esercizio finanziario, ha già contribuito all'avvio di un significativo momento di confronto tra tutti i soggetti interessati alla riorganizzazione del sistema scolastico e, tra l'amministrazione centrale, gli USR ed i dirigenti scolastici. Quanto sopra ha portato all'istituzione di un Gruppo di lavoro finalizzato alla messa a punto di un modello generale di controllo di gestione sull'attività degli istituti scolastici, anche ai fini dell'individuazione delle migliori pratiche amministrative da diffondere all'intero sistema scolastico.  

 

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