Anche
l'Emilia-Romagna ricorre contro il dimensionamento
Tuttoscuola - 16
settembre 2011
Come
anticipato in una precedente notizia, che
riprendeva le dichiarazioni di Stella Targetti, vicepresidente di Regione
Toscana con delega
all'Istruzione (nonché presidente della Commissione Istruzione all'interno
della Conferenza delle Regioni), la Regione Emilia-Romagna in una nota dà conto
del proprio ricorso alla Corte Costituzionale contro la Manovra del Governo del
15 luglio, nella parte che riguarda l'organizzazione scolastica e che impone la
creazione di istituti scolastici comprensivi costituiti da un numero minimo di
mille alunni, 500 nelle scuole di montagna.
Nel
comunicato, la Regione spiega di ritenere che "la materia
dell'organizzazione scolastica sia oggetto di potestà normativa concorrente e
che allo Stato spetti la sola emanazione delle norme di principio, mentre alle
Regioni competono le disposizioni di dettaglio".
"La
Corte Costituzionale già in passato ha confermato la nostra interpretazione sul
tema", ha spiegato l'assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi,
citando la sentenza n. 13 del 2004: "Da tempo abbiamo avviato una
politica di ottimizzazione del dimensionamento scolastico, ma sempre con un
processo di concertazione con le comunità locali", ha proseguito,
ricordando che "il 60% delle scuole nella nostra regione sono giÃ
istituti comprensivi, ma imporre i 500 alunni nei territori di montagna
significherebbe accorpare situazioni molto lontane tra loro e di fatto
annullare il radicamento delle scuole sul territorio".