Dimensionamento: in assenza di regole, le follie italiche


Pubblichiamo questa notizia dopo altre su quanto aviene in Italia a seguito dei commi 4 e 5 dell’art. 19 del DL 98/2011. DiSAL divulgò il 2 agosto scorso (si veda nella pagine Comunicati) un allarme rispetto alla confusione della norma, alla mancanza di criteri e regole chiare ed agli accessi che la norma stessa conteneva, preavvertendo che questi avrebbero dato luogo ad una confusione generale, ad abusi locali oltre che a provvedimenti che andranno a snaturare la vita delle scuole, come ad esempio  accade in alcuni comuni o province “zelanti” che stanno creando istituzioni scolastiche da 1500 e più alunni. (DiSAL)

 

Dimensionamento: avanti in ordine sparso

Tecnica della scuola - 1 ottobre 2011 - di R.P.

In mancanza di criteri condivisi a livello nazionale, a livello locale sta accadendo un po' di tutto, persino che Comuni di centro-sinistra propongano istituti comprensivi da 1600 alunni. Ma a Carpi insegnanti e genitori sono pronti a dare battaglia.

Sul dimensionamento delle istituzioni scolastiche sta ormai succedendo di tutto.

Mancando una “cabina di regia” a livello nazionale si sta andando avanti in ordine sparso e c’è almeno da sperare che al più presto la Conferenza delle Regioni faccia almeno il tentativo di individuare alcuni criteri comuni.

In caso contrario bisognerà aspettarsi che le decisioni difformi o addirittura contrastanti anche a pochi chilometri di distanza rappresentino la regola anziché l’eccezione.

Esemplare è per esempio ciò che sta accadendo a Carpi, città di 70mila abitanti in provincia di Modena.

A Carpi funzionano attualmente 2 circoli didattici e 3 istituti comprensivi per un totale di più di 6mila alunni. I numeri per mantenere 5 autonomie scolastiche ci sono, ma l’Amministrazione comunale di centro-sinistra ritiene che 4 istituzioni scolastiche possano bastare.

La proposta è stata comunicata il 22 settembre scorso nel corso del consiglio comunale dall'assessore all’istruzione e sta già scatenando le proteste di docenti, operatori scolastici e famiglie.

“Se la proposta dovesse essere attuata - spiegano i membri della associazione Scuola futura - si dovrà scontare la perdita di numerosi posti di lavoro, bidelli in particolare ma anche personale di segreteria, che, oltre a creare un grosso disagio economico ai lavoratori interessati, si tramuterà in grosse difficoltà di carattere organizzarivo-funzionale e una riduzione della sorveglianza e quindi sicurezza dei nostri figli”.

I 4 nuovi comprensivi verrebbero a contare 1500-1600 alunni ciascuno: “Scuole così numerose - incalza Scuola Futura - rendono complessa la gestione, anche per il gran numero di sedi da seguire, e si riflettono inevitabilmente in un peggioramento della qualità della scuola di base carpigiana”.

Ma l’accusa che l'associazione muove all’Amministrazione comunale è anche squisitamente politica: “Lascia perplessi che l'assessora del PD operi scelte che vanno ben oltre il dettato della ministra Gelmini e si renda responsabile di tagli che si aggiungono e peggiorano quelli operati dal governo. E tutto questo nonostante una delibera regionale che invita i comuni a prevedere la formazione di istituti comprensivi che vadano da 800 ad un massimo di 1200 alunni, abbassando del 20% il limite minimo di 1000 imposto dalla manovra”.

Ad ogni modo a Carpi insegnanti e genitori annunciano battaglia su una scelta che viene definita senza mezzi termini “scellerata”: “Sarà importante coinvolgere i sindacati, non solo di categoria ma anche confederali, perchè la loro voce non può essere ignorata in una decisione che ha così tanti risvolti legati al lavoro”

 

 

 
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