Scuole paritarie: da cosa dipende l’incremento di iscritti?


 

Scuole paritarie: da cosa dipende l’incremento di iscritti?

L’incremento di iscritti dipende dai tagli della statale?

Tuttoscuola – 18 dicembre 2011

Un recente servizio di “Repubblica” ha individuato le ragioni del cospicuo incremento degli iscritti alla scuole paritarie negli ultimi anni rispetto a quelle pubbliche in una causa ben precisa: i tagli alla scuola. Tagli che avrebbero provocato una serie di effetti negativi quali l’aumento del numero di studenti per classe, l’incapacità di seguire adeguatamente i ragazzi disabili, le uscite anticipate o entrate ritardate a causa della mancanza di personale.

Effetti negativi che nelle scuole private non si verificherebbero perché basta pagare.

Giovanni Cominelli, esperto di politiche scolastiche, ha spiegato recentemente a ilSussidiario.net che le ragioni del gradimento delle famiglie verso la scuola privata sono da ricercare altrove.

 “La prima richiesta che i genitori rivolgono alla scuola - dice Cominelli - è quella di un luogo sicuro per i propri figli, non solo dal punto di vista fisico, ma nella prospettiva delle relazioni umane e sociali dei ragazzi. Chi ha un figlio teme che, spesso, nella scuola statale non sarà seguito in maniera adeguata. Ha paura che, in sostanza, resti solo, in balìa di se stesso”.

Secondo l’esperto, inoltre, “tra le caratteristiche specifiche del progetto educativo delle scuole paritarie - anche se, ovviamente, non di tutte - vi è proprio l’attenzione alla persona. Il genitore, in genere, esige per il figlio un’adeguata “protezione educativa” da parte dell’insegnante. Un’esigenza che precede quella dell'apprendimento. Tanto è vero che, molto spesso, alcune famiglie decidono di mandare i figli alle paritarie affrontando molti sacrifici”.

 

Paritarie. L’incremento di iscritti dipende dalla qualità della scuola?

Nelle tesi contrapposte di Repubblica e di Cominelli si inserisce il Presidente della Fidae don Francesco Macrì, che ha dichiarato a Tuttoscuola: “parlare di boom di iscrizioni nelle scuole paritarie in questi ultimi sei anni è quanto mai fantasioso, ma ancor più fantasioso attribuire questa crescita al finanziamento statale e ai tagli subiti dalla scuola statale”. E motiva così la sua posizione: “Le cifre di questo finanziamento sono assai eloquenti. Il contributo statale per ogni allievo di scuola paritaria è largamente inferiore ad un quindicesimo del costo medio alunno di scuola statale. Se c'è stato un piccolo incremento delle scuole paritarie - afferma don Macrì - le cause, almeno per quanto riguarda le scuole cattoliche, vanno cercate altrove: un crescente servizio di qualità, una risposta diversificata alla crescente domanda educativa, una didattica personalizzata ed orientativa, un progetto educativo condiviso dalle famiglie, una corresponsabilizzazione di tutti i soggetti della comunità educante, uno sviluppo della innovazione e della ricerca pedagogica, un rapporto interpersonale basato sul dialogo e rispetto reciproco, un radicamento sul territorio. Queste sono le vere ragioni - secondo il presidente della Fidae - per cui una famiglia, nonostante la forte crisi economica di questi ultimi anni, si sottopone ad affrontare una spesa in più: quella della retta della scuola paritaria. Ma lo fa perché sa bene che si tratta di un investimento a garanzia del futuro di suo figlio”.

Non c’è dubbio che un ruolo decisivo nelle scelte delle famiglie lo gioca la preoccupazione per la qualità della scuola. E sarebbero molto utili monitoraggi e inchieste rigorose sui parametri di scelta della scuola da parte delle famiglie.

 

Anni di tagli, le "pubbliche" calano boom iscritti alle scuole paritarie

Repubblica.it – 16 dicembre 2011 di S. Intravaia

 

Pubblicati i dati dell'Ufficio Statistica del Ministero. Negli scorsi sei anni incremento alle "private" del 10%. Il taglio dei servizi per carenze di fondi (e la minor assistenza agli alunni disabili) la causa principale

 

Il sospetto lo avevano in molti, adesso arriva la conferma dei numeri. In pochi anni, le scuole paritarie hanno visto crescere il numero dei propri iscritti. Mentre le statali, travolte dai tagli soprattutto dell'ultimo governo Berlusconi, segnano il passo. In appena sei anni - dal 2004/2005 al 2010/2011 - gli iscritti nelle scuole elementari, medie e superiori delle paritarie sono cresciuti del 10 per cento, nelle statali si registra una sostanziale stabilità. Il dato degli alunni delle private è stato pubblicato ieri dall'Ufficio statistica del ministero dell'Istruzione nell'ambito del dossier sugli alunni disabili e mancava dalle statistiche ufficiali da circa 10 anni.

Nei conteggi elaborati da Repubblica.it si è preferito tralasciare il complesso mondo delle scuole dell'infanzia, dove si rischia di fare confusione perché la quota di alunni iscritti nelle scuole gestite dagli enti locali - e quindi, di fatto, pubbliche - è piuttosto cospicua. Discorso che cambia per gli altri ordini di scuola. In poco più di un lustro, alla primaria statale gli alunni sono cresciuti dell'1,8 per cento, contro un corrispondente incremento dell'8 per cento registratosi nelle paritarie. In queste ultime, i servizi di accoglienza pre e post-scuola danno una mano alle famiglie in cui mamma e papà lavorano. Ma non solo: il tempo pieno consente anche ai genitori di evitare rocamboleschi rientri per andare a prendere i figli a scuola e farli pranzare.

Nelle statali, invece, tutto

dipende dai fondi disponibili: se ce ne sono in cassa si possono anche organizzare servizi aggiuntivi molto richiesti dalle famiglie, diversamente i genitori devono arrangiarsi. I dati sono ancora più significativi se si volge lo sguardo alle scuole medie e alle scuole superiori. In entrambi i casi, a fronte di un calo degli alunni delle statali si registra un incremento nelle private. Il più consistente riguarda le scuole secondarie di primo grado: in calo dell'1,1 per cento quelle pubbliche, in aumento del 12,3 per cento quelle paritarie. Un trend che si ripete anche al superiore: meno 0,2 per cento per le statali e più 7,3 per cento a favore delle paritarie. A conti fatti, è come se circa 22 mila studenti di medie e superiori in questi anni si fossero trasferiti dalle statali alle private.

Ad incidere sulle scelte dei genitori, potrebbero avere influito il taglio al personale, l'aumento del numero di alunni per classe e la situazione degli alunni disabili, meno seguiti alcuni anni fa. I tagli operati al personale docente creano spesso situazioni di "vacanze forzate" per intere classi, "costrette ad entrare a scuola una o due ore dopo l'orario canonico delle lezioni o ad abbandonare le mura scolastiche in anticipo per mancanza di supplenti. Situazione di caos che si ripete quando gli alunni si ritrovano in classi da trenta o più elementi e magari in presenza di uno o più disabili. In genere a farne le spese sono gli alunni "meno attrezzati", che avrebbero bisogno di essere seguiti con maggiore cura dagli insegnanti. Ma quando in classe se ne hanno 30 tutto diventa più difficile e le famiglie preferiscono ricorrere alle "cure" delle private.

 

 

 

 

 
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