Alla faccia di coloro che sostengono che lo sviluppo si fa con gli investimenti e le eliminazione delle amministrazioni centrali che sprecano, c’è ancora chi ama parlare di taglia alla scuola. Dopo l’epoca dei “tagli lineari” praticata da Tremonti (ricordate ? il giardiniere che taglia nel giardino tutto uguale erba, fiori, piantine), c’è stata l’epoca dei tagli a tentativi (un po’ qua e un po là). E’ vero che ci sono sprechi nella scuola, come in altri settori (molto di più: quante sono le caserme vuote in Italia mantenute dal bilancio della difesa ?quanti sono i “bandi dell’effimero” promulgati dalle Amministrazioni provinciali ?).
Ma nella scuola è “spreco” l’attività i servizi che non corrispondono ad un progetto culturale (i fondi profusi dagli USR per convegni a tutto spiano), ad uno sviluppo didattico chiaro (lo sproposito di materie teoriche negli Istituti Tecnici e Professionali, l’attuale meccanismo delle supplenze, la serie innumerevole dei monitoraggi propinati dagli USR o dagli USP), ad una visione di efficacia e di efficienza dell’Amministrazione scolastica (le inutili visite fiscali, lo spostamento continuo dal centro alle scuole dei fondi per pagare tasse e ritenute, il sovrannumero dei collaboratori scolastici sostituibili da imprese di pulizie, buona parte degli uffici scolasici provinciali). Quando accadrà che prima di decidere una spesa più razionale, qualcuno faccia una serena e realistica verifica delle ragioni che rendono valida una spesa ? E’ chiedere troppo ?
da tuttoscuola.com - 30 aprile 2012
Nuovi tagli per la scuola?
Voci insistenti parlano di nuovi tagli per la scuola secondo il piano di spending review che il ministro per i rapporti con il Parlamento Giarda ha messo a punto e che lunedì 30 aprile il Consiglio dei Ministri esamina con l’obiettivo di realizzare risparmi sulla spesa pubblica per evitare il previsto rialzo dell’Iva dal prossimo ottobre.
Non si sa ancora in cosa possa consistere questo intervento sulla scuola, anche se si parla di accorpamenti di uffici, come si ipotizza anche per prefetture e province.
Francesca Puglisi, Responsabile Scuola del Partito Democratico, in una nota afferma: “Nella scuola non c'è proprio nulla da tagliare. Chiediamo chiarezza al Governo sulle intenzioni e i contenuti della spending review. Se risparmi ci saranno nella riorganizzazione della spesa dello Stato, vengano piuttosto reinvestiti per restituire il tempo scuola sottratto dal Governo Berlusconi e per dare un posto nella scuola dell'infanzia alle migliaia di bambini in lista d'attesa in tutta Italia”. No, dunque, a nuovi tagli e, anzi, reinvestimenti dei risparmi di sistema per potenziare e rilanciare l’istruzione. Basterà questo altolà per scongiurare una nuova manovra di riduzione delle spese per la scuola? Tra poche ore la risposta.
da Tecnica della Scuola - di Reginaldo Palermo - 30 aprile 2012
Manovra finanziaria: la scuola di nuovo nel miriino
Si parla di recuperare 150milioni di euro dagli stanziamenti che vengono girati alle scuole. Con bilanci ridotti ormai all'osso l'operazione risulta però quasi impossibile. Il 30 aprile il Governo dovrebbe mettere a punto un piano più preciso.
Mentre da un lato il Senato chiede che si dia una soluzione all’annoso problema dei residui attivi delle scuole, il Governo sta già pensando ad un ulteriore giro di vite sui bilanci delle istituzioni scolastiche.
Secondo indiscrezioni e notizie di agenzia pare che l’idea sia quella di tagliare 150milioni dai finanziamenti che il Ministero gira alle scuole per il funzionamento ordinario che, come è noto, è già ridotto ai minimi termini.
Per due anni di fila (2009 e 2010) i fondi per le scuole avevano riguardato solamente le spese per le supplenze, nel 2011 era stato ripristinato il fondo per il funzionamento amministrativo e didattico.
Il Ministro, per parte sua, proprio poche ore fa intervenendo a Catania per la presentazione del progetto "Smart City" ha assicurato che non ci saranno ulteriori tagli alla scuola.
E allora?
La spiegazione, forse, potrebbe essere questa.
Ha ragione il Ministro perché probabilmente egli voleva riferirsi agli organici e sono altrettanto attendibili le ultime voci sul taglio di 150milioni di euro perché in questo caso si parla dei trasferimenti alle scuole.
Ma da dove si potranno ricavare i 150milioni di euro che il Ministero dell’Economia si aspetta dalla scuola con la prossima manovra ?
I margini sono davvero molto ridotti.
Quasi di sicuro a farne le spese saranno i fondi della legge 440 (sostegno alla realizzazione del POF) che però non superano le poche decine di milioni (nel 2010 le scuole già non hanno ricevuto nulla per questa voce e nel 2011 si sono visti solamente i fondi - in media una decina di euro per ciascun dipendente in servizio - per la formazione e l’aggiornamento) che, q questo punto, potrebbero essere azzerati definitivamente.
Forse si pensa di ridurre ulteriormente i fondi per le supplenze ma questo significherebbe la bancarotta per la stragrande maggioranza delle scuole del primo ciclo.
Un'altra voce su cui il Ministero potrebbe intervenire riguarda proprio l’assegnazione per l’esercizio finanziario 2012: quest’anno, infatti, le scuole hanno predisposto il bilancio solo per il periodo gennaio/agosto. E’ possibile quindi che lo stanziamento ordinario previsto per l’ultimo quadrimestre (settembre/dicembre) venga azzerato confidando su eventuali risparmi che le scuole possono aver realizzato (si potrebbero così ricavare 20-25 milioni di euro).
Si sta parlando anche di risparmiare mediante i cosiddetti “acquisti centralizzati” che però allungherebbero in modo inaccettabile i tempi per le forniture che invece nelle scuole sono spesso urgenti e indifferibili. Oltretutto c’è da dire che ormai la maggior parte degli acquisti delle scuole vengono effettuati utilizzando fondi che non provengono neppure dal Ministero.
Insomma recuperare 150milioni di euro dai bilanci delle scuole è una operazione quasi impossibile.
Per il 30 aprile è in programma una seduta del Consiglio dei Ministri durante la quale dovrebbero essere prese le prime decisioni. Forse ne sapremo qualcosa di più.
da Tecnica della Scuola - di R.P. - 30 aprile 2012
Secondo il MEF la scuola spende troppo
Tra il 2009 e il 2011 le spese per beni e servizi nella PA sono diminuite di 3 miliardi, mentre nella scuola sono rimaste costanti. Il PD contrario a nuovi tagli alla scuola. Intervengono Puglisi e Letta. Vendola: "Se tagliano un solo euro alla scuola, è la rivolta". Si parla di ridurre le spese per beni e servizi.
Mano a mano che passano le ore aumentano le indiscrezioni sulla manovra finanziaria.
L’ultima novità relativa alla scuola è questa: taglio del 15% delle spese per beni e servizi sostenute dal Ministero dell’Istruzione.
E siccome tali spese ammontano a un miliardo, il taglio dovrebbe essere appunto di 150milioni di euro, come già abbiamo anticipato.
In effetti negli ultimi tre anni le spese per i consumi intermedi del Ministero dell’Istruzione sono rimaste costanti, mentre sono diminuiti di 3miliardi nel complesso della Pubblica amministrazione.
2009 2010 2011
Consumi intermedi MIUR 1,166 0,913 1,113
Consumi intermedi Stato 15,445 12,177 12,477
Ma è anche altrettanto vero che la scuola è il settore della Pubblica amministrazione che più di tutti gli altri ha pagato il prezzo della legge finanziaria dell’estate 2008.
Come si può vedere mentre tra il 2009 e il 2011 la spesa per il personale del Miur è diminuita di più di un miliardo e mezzo, quella complessiva del personale statale e aumentata di 2miliardi e 100milioni: il che significa che negli altri ministeri la spesa è aumentata di poco meno di 4 miliardi. 2009 2010 2011
Personale MIUR 41,264 40,896 39,677
Personale Stato 90,993 90,798 93,117
La scuola, insomma, ha già dato e pensare di ridurre persino i trasferimenti alle scuole è davvero impensabile.
Intanto la responsabile scuola del PD Francesca Puglisi ha già fatto sapere la propria posizione sulle voci di tagli: "Nella scuola non c'e' proprio nulla da tagliare. Chiediamo chiarezza al Governo sulle intenzioni e i contenuti della spending review. Se risparmi ci saranno nella riorganizzazione della spesa dello Stato, vengano piuttosto reinvestiti per restituire il tempo scuola sottratto dal Governo Berlusconi e per dare un posto nella scuola dell'infanzia alle migliaia di bambini in lista d'attesa in tutta Italia" .
Posizione ribadita da Enrico Letta, vicesegretario nazionale del PD che ha già stoppato il Governo: “Va benissimo razionalizzare la spesa pubblica, ma ad una condizione: sulla scuola non si taglia, anzi bisogna investire”
Durissima la reazione di Nichi Vendola (SEL): "Se pensano ad ulteriori tagli sulle scuola pubblica anche solo di 1 euro, sappiano che è una provocazione bella e buona, che non potrà che provocare una sacrosanta ribellione".