Diamo notizia e testo della Sentenza della Corte Costituzionale che, per fortuna, blocca i piani di dimensionamento contro i quali anche DiSAL aveva fatto una raccolta di firme nazionale tra dirigenti scolastici, anche in collaborione con
Scuola,
LaStampa.it - 7 giugno 2012 - FLAVIA AMABILE
E ora quanto ci costerà quest'ennesima marcia indietro?
La norma era operativa già a partire dal settembre successivo ed è stata una corsa da nord a sud a limare, unire, decidere accompagnati da polemiche, levate di scudi, cori di genitori, insegnanti e dirigenti che si opponevano a quella che è sempre stata considerata da più parti una forzatura dei bisogni reali. Ragazzi sono stati iscritti in scuole a decine di chilometri di distanza da quelle di due anni fa, professori costretti a perdere classi e alunni e cambiare del tutto istituti, a volte anche materia di insegnamento. Tutto inutile: duemila scuole sono saltate, altrettanti dirigenti sostituiti da reggenti.
In realtà tutto inutile due volte perché le Regioni non erano rimaste inerti ad assistere al dimensionamento. Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale e i giudici hanno accolto la loro richiesta: con la sentenza 147 del 2012 il presidente Alfonso Quaranta ed il giudice redattore Sergio Mattarella hanno dichiarato l’illegittimità costituzionale di una parte dell’articolo 19, comma 4 del decreto legge 98 del 2011, vale a dire il dimensionamento. Secondo
E adesso inizia la battaglia. L’Anief annuncia ricorsi su tutti i decreti regionali che hanno determinato cancellazioni e accorpamenti delle scuole. Secondo voi quanto costerà tutto questo invece di produrre i risparmi sperati?
Scuola,
IlSole24Ore - 7 giugno 2012
CislScuola - 8 giugno 2012
Dimensionamento, spetta alle Regioni. Sugli organici decide lo Stato.
Ven, 08/06/2012 - 12:16
Spetta alle Regioni decidere in materia di dimensionamento delle scuole, ma è legittimo che lo Stato non assegni il Dirigente se l'istituto è troppo piccolo. Lo afferma
Lo Stato non può imporre alle Regioni di costituire obbligatoriamente istituti comprensivi, nè stabilire quale debba essere la loro consistenza in termini di alunni. E' legittima, però, la decisione dello Stato di non assegnare il Dirigente Scolastico agli istituti di dimensioni troppo ridotte. Questo, in estrema sintesi, il contenuto della sentenza n. 147 della Corte Costituzionale - pubblicata ieri, 7 giugno - pronunciata in esito al giudizio sul ricorso con cui alcune Regioni avevano impugnato le norme contenute nel decreto legge 98 del
Una sentenza che se da un lato si muove nel solco di precedenti pronunce della Corte, riconoscendo ancora una volta il potere esclusivo delle Regioni in materia di dimensionamento, dall'altra conferma la titolarità dello Stato in materia di gestione delle risorse di organico, considerando legittima la norma che conferisce all'Amministrazione il diritto di non assegnare il Dirigente Scolastico se le dimensioni dell'istituto non raggiungono una soglia minima indicata dalla legge.
Al di là di quanto potrà concretamente accadere per i piani già deliberati dalle Regioni, di cui è difficile immaginare una radicale revisione nonostante il venir meno della norma da cui hanno preso le mosse, lo scenario che si prefigura è comunque tale da imporre, in ogni caso, un esercizio attento ed equilibrato delle rispettive prerogative da parte dei soggetti istituzionali coinvolti (Regioni e Stato), che sarebbe quanto mai auspicabile si attenessero, nei loro comportamenti, a quel principio di "leale collaborazione" che ispira la riforma del titolo V della Costituzione.
Se è vero che le Regioni hanno oggi la possibilità di costituire istituzioni autonome senza l'obbligo di rispettare parametri numerici stringenti, è altrettanto vero che lo Stato ha visto confermata la sua facoltà di fissare la soglia sotto la quale non si attribuisce
Il testo della Sentenza |
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