Dirigenti Scuole Autonome e Libere
Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie - Ente qualificato dal MIUR alla formazione
Milano, 29 agosto 2013
Al Direttore Scolastico Regionale
Lombardia
Egregio Dott. de Sanctis,
lo scorso lunedì in Consiglio dei Ministri non c’è stata l’auspicata proposta di soluzione della “questione lombarda” delle scuole senza preside.
Avendo letto le Sue affermazioni contro la “obiezione di coscienza” che DiSAL ha proposto ai colleghi contro l’indiscriminato abuso delle reggenze, volevamo replicare subito con comunicato, ma abbiamo preferito soprassedere, sperando in una decisione risolutiva da parte del Governo. Visto com’è andata, con i soci ed i colleghi aderenti abbiamo valutato la situazione che ne deriva e Le riportiamo la nostra impressione.
Innanzitutto una doverosa precisazione: DiSAL non è un sindacato (come, invece, ANP), ma una Associazione professionale. Quindi DiSAL non ha proclamato nessuna forma di agitazione contro le reggenze. DiSAL, con la proposta annunciata, ha voluto solo continuare a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla grave situazione in cui versa la scuola lombarda.
Con tutto il rispetto per la funzione di Direttore Generale che Lei esercita, rispetto da noi dichiarato anche in pubblici comunicati, pensiamo che l’iniziativa non costituisca un’inutile o fastidiosa “fronda”, ma l’esercizio di una forma di sana critica basata su un altrettanto sano realismo, anzi, nel silenzio generale, addirittura una vera e propria forma di collaborazione attiva per affrontare il problema in gioco.
Se quasi la metà delle scuole deve essere affidata a “reggenti” (il ricorso ai quali avrebbe dovuto essere solo un’eccezione), ci spiace, ma vuol dire che il sistema non funziona per niente. Non per colpa dell’attuale Ufficio Scolastico, ma tanto meno per colpa di chi dirige le scuole da anni con dedizione quotidiana e che quindi non può in alcun modo essere tacciato di “non collaborare”.
Sappiamo bene quale sia il nostro dovere in caso di assegnazione di una reggenza, ma rivendichiamo il pieno diritto di non tacere di fronte ad un uso smodato di tale istituto contrattuale ed alla latitanza di tutte le componenti tenute ad affrontare per tempo il grave problema.
L’immagine che ci è venuta in mente leggendo l’invito a “rimboccarsi le maniche” non è forse molto edificante, ma rende bene l’idea. Ci siamo già rimboccati le maniche in passato e non mancheremo di farlo adesso. Ma, a furia di rimboccarcele siamo già rimasti in canottiera e non vogliamo trovarci collaboratori dell’ingovernabilità delle scuole lombarde.
Mettendo tutti i reggenti al loro posto si dà senz’altro un’immagine di efficienza dell’amministrazione, ma la sostanza del problema rimane: la scuola non può funzionare se si va avanti con sistemi d’emergenza ed abusando della fatica e della dedizione dei suoi dirigenti.
Chi ama la scuola non si può accontentare di soluzioni di facciata. Il lavoro del dirigente scolastico, infatti, non si esaurisce nella corretta direzione amministrativa di un ufficio, ma è ben più complesso (e Lei lo sa bene): vuol dire dirigere un’impresa educativa. Il che esige presenza attenta e assidua. Ciò è assolutamente impossibile se si ha a che fare con due istituzioni scolastiche, magari in contesti molto diversi e con dimensioni oltre i limiti accettabili.
Per queste ragioni, e solo per queste, continueremo a richiamare l’attenzione sul guasto che sta subendo la scuola lombarda, obiettando al sistema generale delle reggenze, pronti come sempre laddove esigito, al nostro dovere, chiedendo rispetto - senza paragone tra “buoni e cattivi” - delle vere intenzioni del nostro operato.
Grazie dell’attenzione e cordiali saluti.
Roberto Fraccia – Presidente regionale
Roberto Pellegatta – Presidente nazionale
Marco Zelioli – Vicepresidente nazionale
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