Fondazione Agnelli: Il rapporto studenti/docenti è in aumento
Tuttoscuola.it – 05.03.2014
Gavosto: "Non c’è dubbio che in questi anni la scuola italiana, che è il comparto di gran lunga più grande del pubblico impiego, abbia già dato molto e contribuito al risanamento della spesa pubblica in misura assai superiore degli altri comparti. Sarebbe giusto tenerne conto in un’ottica di spending review" Dal 2007 al 2012 il personale della scuola statale (insegnanti e Ata) è diminuito del 10,9%, una percentuale quasi doppia della media del pubblico impiego, che nello stesso periodo ha visto nel suo insieme una contrazione del 5,6%.
In particolare, mentre nel frattempo la popolazione studentesca è rimasta a livello nazionale sostanzialmente stabile, gli insegnanti sono passati da 843mila a 766mila (-9%), una riduzione che ha toccato in eguale misura tutti i gradi scolastici, con l’eccezione della scuola dell’infanzia, e ha riguardato in modo più vistoso i docenti con un contratto a tempo determinato (-25%), mentre quelli di ruolo sono scesi del 6%. Ci sono importanti differenze regionali, con province del Sud, dove la popolazione studentesca è in forte calo, che hanno registrato diminuzioni dei docenti di ruolo fino al 18%. Il fenomeno si è verificato soprattutto nel triennio 2008-11, come previsto effetto delle misure volute dai ministri Gelmini e Tremonti con la legge 133/2008.
Sono dati che provengono da un approfondimento svolto dalla Fondazione Agnelli e disponibile ora sul suo sito, a partire da elaborazioni su fonti della Ragioneria Generale dello Stato e del Miur.
"Sappiamo che verso la fine del secolo scorso il numero degli insegnanti in Italia era cresciuto anche quando la popolazione studentesca stava diminuendo – ha commentato il direttore della Fondazione, Andrea Gavosto – e ciò in parte spiega perché il rapporto studenti/docenti era in Italia inferiore alla media europea e ancora resta tale, sebbene le distanze ora si siano ridotte. Un riallineamento alle tendenze della demografia studentesca era necessario. Tuttavia, alla luce dei dati, non c’è dubbio che in questi anni la scuola italiana, che è il comparto di gran lunga più grande del pubblico impiego, abbia già dato molto e contribuito al risanamento della spesa pubblica in misura assai superiore degli altri comparti. Sarebbe giusto tenerne conto in un’ottica di spending review".
Tra 2007 e 2012 tagliati 10,9% posti a scuola (docenti -9%), il 25% erano precari. Sud docenti di ruolo -18%
Orizzontescuola.it – 06.03.2014 – red
I dati sono forniti dalla Fondazione Agnelli, su dati statistici del MIUR. Il periodo più intensivo, relativamente ai tagli, è stato il triennio Gelmini-Tremonti. Così, nel periodo in considerazione, il personale della scuola statale (insegnanti e Ata) è diminuito del 10,9%, una percentuale quasi doppia della media del pubblico impiego, che nello stesso periodo ha visto nel suo insieme una contrazione del 5,6%.
Per quanto riguarda i docenti: mentre la popolazione studentesca aumentava, i docenti sono passati da 843mila a 766mila (-9%).
Per gli alunni utilizziamo un grafico della FLCGIL
La riduzione dei docenti ha riguardato tutti i gradi scolastici ed in particolare i precari che nel periodo in considerazione hanno avuto un calo del 25%, mentre i docenti di ruolo del 6%. Si salvano le maestre della scuola dell’infanzia e i docenti di sostegno (+13%)
Il personale docente, nel complesso, è passato da 843mila unità a 766mila (-9%)
Il taglio non ha riguardato tutte le Regioni in modo equo. Infatti, in molte province del Sud si è registrata una diminuzioni dei docenti di ruolo fino al 18%. Il che significa che non si è dato seguito ad un ricambio del turn over dovuto ai pensionamento, con meno immissioni in ruolo. Il fenomeno si è verificato soprattutto nel triennio 2008-11, come previsto effetto delle misure volute dai ministri Gelmini e Tremonti con la legge 133/2008.
I grafici forniti dalla Fondazione Agnelli