Una presentazione dell'Unità italiana di Eurydice sull'alternanza scuola-lavoro
di Erika Bartolini 25 Gennaio 2005
L’alternanza scuola – lavoro, sia formativa che lavorativa, è una realtà presente in molti paesi europei. Di questi, sono stati presi in considerazione alcuni dei più significativi, primi fra tutti Germania e Francia che attuano rispettivamente un sistema duale e di effettiva alternanza lavorativa. Un discorso a parte richiede, invece, l’esperienza inglese.
Qualunque forma l’alternanza assuma, le ragioni che ne rendono necessaria l’introduzione e anche l’organizzazione, possono essere riassunte nella necessità di assicurare ai giovani una formazione professionale che sia funzionale e adeguata alle richieste del mondo del lavoro.
Anche in realtà economiche diverse, è infatti sempre più forte l’esigenza di non disperdere il patrimonio professionale acquisito da chi, soprattutto dopo la scuola dell’obbligo, sceglie di non proseguire gli studi generali preferendo un percorso professionalizzante. A fronte di ciò, con adeguati percorsi formativi, si tenta anche di recuperare i dropouts, gli abbandoni di chi non ha intenzione di continuare alcun percorso formativo. In Inghilterra, attraverso l’offerta di un’infinita varietà di soluzioni formative, pur dando vita ad un sistema particolarmente complesso, si è infatti cercato proprio di “invogliare” alla formazione coloro che non trovano, nell’istruzione generale, una corrispondenza soddisfacente fra lo studio e il mondo del lavoro.
Di alternanza lavorativa in senso stretto si può parlare in Germania, Francia e, con le dovute specificazioni, in Inghilterra. Elemento comune ai paesi che adottano questo sistema, è comunque la compresenza della formazione in alternanza formativa, che prevede periodi di lavoro non retribuiti e che si svolgono sotto forma di stage e tirocini. Quest’ultimo tipo di formazione presenta caratteristiche più generali rispetto a quella che prevede periodi di lavoro retribuito sotto forma di apprendistato e che è destinata a conferire anche una qualifica e una professionalità più specifiche e approfondite in settori più delimitati. In Germania, ad esempio, chi frequenta una Fachoberschule, accede ad una conoscenza di tipo generale accompagnata da un’abilità tecnica sia teorica che pratica in ampi settori professionali. Diversamente, la formazione offerta dalla Berufsschule e dalle imprese all’interno del sistema duale, che prevede veri e propri contratti di lavoro, è mirata alla conoscenza più approfondita, specifica di ogni singola professione, di tutti gli aspetti dell’attività lavorativa. Il curriculum, in generale molto personalizzato, non è solo il risultato di una convergenza fra interesse personale dell’alunno a essere adeguatamente formato e le necessità del mercato, espresse dalle imprese che mettono a disposizione spazi, tempi, e competenze per la formazione. Infatti, le autorità educative nazionali e locali svolgono sempre e comunque un ruolo fondamentale nel garantire che, pur nelle necessarie specificità, le materie e le metodologie di insegnamento corrispondano a criteri di omogeneità. Così, accanto ai programmi quadro nazionali, i Länder tedeschi e le Comunità Autonome spagnole, intervengono nella definizione del curriculum accanto agli operatori dei vari settori economici, per assicurare un’aderenza maggiore alle caratteristiche del mercato locale, fino ad arrivare ai curricoli personalizzati elaborati, in Danimarca e Germania, coinvolgendo lo studente, l’istituto che fornisce la formazione teorica e l’impresa che ha stipulato il contratto con lo studente stesso. In Inghilterra, al contrario, non è possibile fornire un quadro generale, in quanto sono i singoli istituti che gestiscono autonomamente l’organizzazione dei corsi offerti. Ciononostante, è da segnalare che, nel determinare il proprio curriculum, lo studente ha la possibilità di scegliere da 2 a 4 qualifiche, una delle quali è consigliabile che sia di tipo professionale, quindi una GNVQ (qualifica professionale di tipo generale) o una NVQ (qualifica professionale che realizza l’alternanza lavorativa).
Mentre le esperienze danese e francese, pur prevedendo l’ipotesi di vera alternanza lavorativa, richiedono che nel rapporto studente/impresa si inserisca anche l’istituto nel quale deve essere svolta la formazione in aula, il sistema duale tedesco prevede che il contratto di lavoro venga stipulato direttamente fra studente e impresa. Tale contratto di lavoro definisce i dettagli del rapporto e quindi la sua durata, le modalità, l’orario e il compenso. Tuttavia, in Germania come negli altri paesi, l’organizzazione di questo tipo di formazione non è comunque mai lasciata in toto alla libertà delle parti, in quanto sono sempre indicati i requisiti minimi di accesso, di durata e di ripartizione del carico di ore fra formazione in aula e sul luogo di lavoro.
Alla formazione professionale, sia essa da svolgersi in alternanza lavorativa che formativa, in genere si accede dopo il completamento dell’istruzione obbligatoria che, in alcuni casi, può comprendere anche una parte dell’istruzione secondaria superiore. In Francia, infatti, i giovani possono iniziare la formazione professionale a 14 anni, ma l’assolvimento dell’obbligo scolastico rimane per loro un requisito essenziale per accedere alla formazione in alternanza. In Inghilterra, al contrario, si può parlare di alternanza formativa già negli ultimi due anni dell’istruzione obbligatoria, corrispondenti al livello KS4, in quanto agli alunni è data la possibilità di fare un’esperienza lavorativa per un periodo di due settimane l’anno. Date le finalità di acquisizione o approfondimento di professionalità specifiche, in genere l’accesso alla formazione sul posto di lavoro viene permesso anche a chi ha superato i limiti di età minimi richiesti.
In Francia si può iniziare l’apprendistato dai 15 ai 25 anni di età, così come in Spagna un giovane che non sia in possesso delle certificazioni richieste, può comunque essere ammesso a frequentare i corsi formativi se ha più di 18 anni e ha acquisito una certa esperienza lavorativa nell’ambito scelto.
Come l’ingresso, così anche la durata dei corsi varia sensibilmente da paese a paese, essendo in genere legata non tanto alla durata prevista per l’istruzione post-obbligatoria, ma soprattutto al tempo che è ritenuto necessario per acquisire le competenze e la professionalità di un determinato settore, nonché al riconoscimento delle esperienze già acquisite fuori dell’ambito dell’istruzione scolastica. È quest’ultimo l’esempio dei sistemi francese, spagnolo e tedesco, che consentono una riduzione del periodo di formazione a coloro che sono già in possesso di una qualifica professionale ottenuta in ambito scolastico, oppure hanno svolto un’esperienza di lavoro significativa nel settore scelto per la formazione. Le qualifiche, così come un’esperienza di lavoro precedentemente svolta, sono rilevanti, inoltre, anche per la determinazione della durata e delle modalità di svolgimento dell’apprendistato, che può essere personalizzato proprio in virtù delle competenze dello studente/apprendista. Allo stesso modo, in Germania il possesso di una qualifica professionale permette di accedere direttamente al secondo anno della Fachoberschule, mentre in Spagna un’acquisita e significativa competenza nel settore scelto, fa sì che possa essere ridotto il carico di ore obbligatorie da svolgere sul luogo di lavoro.
Le diversità che si possono riscontrare nei paesi presi in considerazione, relativamente agli aspetti organizzativi della formazione in alternanza, vengono a ridursi quando si esamina il sistema di valutazione e di certificazione adottato. L’alternanza, formativa o lavorativa, comporta necessariamente che la valutazione avvenga su due piani distinti: quello teorico della formazione che si è svolta in aula e quello pratico dell’attività che è stata portata avanti in un ambiente lavorativo. In entrambi i casi, la verifica delle conoscenze acquisite è di tipo continuo e si conclude, in genere, con un esame finale, anche se in alcuni casi, come nel sistema duale tedesco, sono previsti esami intermedi. Per la parte teorica, gli esami finali sono organizzati in forma scritta mentre, per quel che riguarda le competenze lavorative, la valutazione può avvenire o sotto forma di prove pratiche che il candidato deve affrontare e il cui numero varia da paese a paese, o con la verifica del lavoro effettivamente svolto. È da rilevare infine che, in Francia, viene data la possibilità di sostenere il bac professionale anche a chi ha svolto, per almeno tre anni, un’attività lavorativa rilevante nel settore del diploma scelto.
Al termine della formazione professionale, in tutti i paesi viene rilasciato un certificato riconosciuto a livello nazionale. Accanto all’esperienza e alle conoscenze acquisite, che costituiscono la finalità di questo tipo di formazione mirata proprio a facilitare l’accesso al mondo del lavoro, la certificazione ha la funzione di ufficializzare tali conoscenze e, in alcuni casi, di permettere l’ulteriore approfondimento delle stesse, attraverso il proseguimento degli studi.
In Spagna, ad esempio, con il diploma di Técnico si può poi accedere alla formazione professionale di grado superiore o anche al Bachillerato, l’istruzione secondaria superiore di tipo generale, così come in Francia, chi ha conseguito il bac professionale può proseguire gli studi a livello superiore. In Germania, invece, può accedere all’istruzione superiore chi è in possesso del Fachhochschulreife, certificato che si consegue al termine della Fachoberschule, mentre chi si è formato nell’ambito del sistema duale, accede al mondo del lavoro con un alto grado di professionalità, spesso nella stessa struttura in cui ha svolto l’attività lavorativa.
Infine, per quanto riguarda i dati relativi alle iscrizioni alla formazione professionale rispetto all’istruzione generale, è difficile individuare un’effettiva corrispondenza fra tipologia di alternanza, formativa o lavorativa, e scelte dei giovani che devono essere formati. Lo stesso vale per quanto riguarda le possibilità effettive di ingresso nel mondo del lavoro, almeno alla luce dei dati che sono a disposizione per i paesi presi in considerazione. Certamente, il sistema duale tedesco registra un’alta percentuale di persone formate che trovano poi un impiego all’interno delle imprese nelle quali è stata svolta l’attività lavorativa e lo stesso può dirsi per i giovani inglesi. Allo stesso tempo, però, mentre la percentuale di giovani tedeschi che decidono di intraprendere un corso di studi più professionalizzante è da considerarsi rilevante rispetto a quella di coloro che scelgono l’istruzione generale, in Inghilterra, dove il sistema educativo, così come è strutturato, permette l’acquisizione di conoscenze sia generali che specifiche di una professione senza dover necessariamente operare una scelta fra percorsi formativi predefiniti, la percentuale di giovani che conseguono diplomi professionali non è fra le più significative. Lo stesso vale per la Francia dove solo negli ultimi anni si è riscontrato un aumento delle iscrizioni all’istruzione professionale, che hanno raggiunto una media del 30% come in Spagna, dove non si può parlare di un vero e proprio sistema di alternanza scuola – lavoro. (fonte: Comitato Politico – Indire)