Delega 0-6
anni, ecco dove si gioca il futuro delle paritarie (e perché)
IlSussidiario – 06/02/2017 – Roberto Pasolini
A fine gennaio il Governo ha approvato ed avviato al Parlamento
per la dovuta discussione otto deleghe della legge 107, attese per renderla
attuativa e per poter capire e valutare l’indirizzo politico che orienterà
l’impostazione della nostra scuola nei prossimi anni e, inevitabilmente, il
futuro dei nostri figli.
L’attesa era ancora più grande per poter esaminare le eventuali
conseguenze legate ad una dichiarazione pubblica di Matteo Renzi a “Porta a
Porta” in cui ha affermato che quello della scuola è stato uno degli errori del
suo Governo.
Occorre dire che le deleghe presentano qualche aspetto
migliorativo per il settore della scuola paritaria come quello relativo alla
formazione iniziale in cui prende corpo il principio di uniformità di percorso
tra scuola statale e paritaria richiesto, ma non accolto, durante
l’approvazione della legge 107 ossia: assunzione a tempo determinato per tre
anni nei quali il nuovo assunto deve acquisire il diploma di specializzazione
(non più abilitazione) per avere al termine l’eventuale assunzione in ruolo
(nelle scuole statali) o a tempo indeterminato (nella scuola paritaria)
I problemi nascono e possono essere gravi quando si affronta la
delega per l’istituzione del Sistema Integrato 0-6 anni. Considero questa
delega, come ho spiegato in un mio articolo, “la madre di tutte le deleghe”
per il settore paritario.
Al primo approccio si nota che lo “stile” dell’estensore è lo
stesso di quello della legge 107, come se si fosse dato vita ad una nuova
corrente letteraria, senza scomodare i “mostri sacri” quali Ungaretti, un
“neo-ermetismo” che come ricorderete si caratterizza per l’impenetrabilità, ed
una ambiguità nei termini con espressioni di non sempre facile interpretazione.
Riscontriamo questa modalità già nel titolo. “Sistema Integrato”
che da sempre ha avuto il significato di apertura alla partecipazione di
diversi attori che erogano un servizio pubblico con pari dignità. Nel decreto
diventa un termine ambiguo e di diversa interpretazione: “integrato” si
riferisce al sistema organizzativo verticale a partire dai servizi educativi
per l’infanzia fino alla scuola dell’infanzia. Da questo cambio interpretativo
prende riferimento tutta la stesura del decreto spegnendo, di fatto, le
speranze del settore di essere di fronte per il settore paritario ad una nuova
stagione che desse l’avvio, a livello nazionale, ad un vero “Sistema Integrato”
sullo stile di quello già esistente e ben funzionante in alcune realtà
comunali, come a Brescia.
L’uniformità dello “stile” con la 107 si rileva nell’analisi
integrale in cui si riscontra che anche in questo testo il termine “paritarie”
compare solo due volte solo per dire che esistono – art 2. Comma 2b e art. 12
comma 6 - (nella legge 107/15 su 232 commi solo tre volte), fatto inevitabile
visto che, ad oggi, le scuole paritarie dell’infanzia gestite da realtà private
coprono il 28% del servizio offerto alle famiglie sul territorio nazionale
(come si legge nella Relazione illustrativa) e, come sappiamo, in alcuni
territori raggiunge e /o supera il 50%.
L’esperienza avuta con la 107 deve esserci di esempio e dobbiamo
farne tesoro per ricordare quanto le parole rassicuranti di membri del
Parlamento e delle Istituzioni del non uso esplicito del termine “paritarie”
nel senso: “con questo si è voluto rafforzare il principio che la scuola è una
senza più divisioni tra paritaria e statale”, sono rimaste parole non comprovate dai
fatti.
Non possiamo dimenticare che ogni volta ogni intervento
finanziario previsto dalla 107 (alternanza scuola lavoro, bonus docenti,
formazione docente ….), il testo un po’ impenetrabile e un po’ ambiguo, ha
permesso di scegliere l’interpretazione: "solo perla scuola statale"
e non "per tutto il Sistema".
Solo il grande lavoro politico, determinato e paziente, fatto in
primis dal sottosegretario Toccafondi ha riportato qualche iniziativa sul
giusto binario come l’accesso anche alle scuole paritarie ai 100 milioni di
finanziamento per l’alternanza scuola lavoro e l’accesso al bonus school con
versamenti diretti alle scuole.
Da qui la forte richiesta verso l’importanza di un cambio di
“stile” per una stesura che espliciti con chiarezza la presenza della scuola
paritaria in tutti i punti chiave del decreto, richiesta che non è una
“diminutio”, ma un giusto riconoscimento e valorizzazione del prezioso servizio
educativo e sociale erogato alle famiglie italiane onde evitare che ancora una
volta che nella attuazione concreta del decreto si ripercorra la modalità
seguita nella attuazione della 107, mettendo “nel dimenticatoio” la scuola
paritaria
Affinché da questo processo legislativo esca per il settore 0-6
anni un “Sistema Integrato” nella sua accezione originaria quale primo
esperimento di norme coerenti con il principio di sussidiarietà previsto
dall’art. 118 della Costituzione (non modificata ed ancora vigente) occorre che
ove si toccano punti nodali e positive iniziative innovative si espliciti la
necessaria presenza della scuola paritaria per raggiungere l’obiettivo, citato
nella Relazione :“l’esigenza primaria di
garantire, sin dalla nascita, pari opportunità di educazione e di istruzione,
di cura, di relazione e di gioco a tutte le bambine e a tutti i bambini,
concorrendo ad eliminare disuguaglianze e barriere territoriali, economiche,
etniche e culturali”.
Obiettivo per il cui raggiungimento condivido si renda necessaria
anche l’organizzazione verticale per “il
superamento della dicotomia tra servizi educativi per la prima infanzia e la
scuola dell’infanzia”, ma che non può essere raggiunto senza una pluralità
di attori agenti in “pari dignità” ed attenzione istituzionale.
Nello specifico prevedere esplicitamente che le scuole paritarie
possano costituire autonomamente Poli per l’Infanzia (art. 3 comma 2), che
abbiano accesso ai concorsi con procedura aperta (art.3 comma 8), che il
previsto, giusto, ampliamento, nelle percentuali previste dei servizi per
l’infanzia (33%), della presenza nei Comuni (75%) e la generalizzazione
progressiva, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, della scuola
dell'infanzia per le bambine e i bambini dai tre ai sei anni d'età (art. 4
commi 1a-b-c) “tenga conto delle strutture esistenti,
statali e paritarie da valorizzare nel rispetto del principio costituzionale di
sussidiarietà”.
Esplicitare l’apertura al personale delle scuole paritarie ai
corsi di formazione (art.5 comma 1c e art. 12 comma 1c), prevedere la presenza
di almeno un rappresentante delle scuole paritarie gestite da privati nella
Commissione per il Sistema integrato di educazione e di istruzione (art. 10
comma 2)
Di particolare importanza poi è intervenire con modifiche sull’art.
12 in cui si definiscono le Finalità e criteri di riparto del Fondo Nazionale
per Il Sistema integrato di educazione e di istruzione, ossia della allocazione
delle risorse nel quale diventa necessario prevedere interventi sul Sistema e
non limitati alle scuole statali e agli Enti Locali: interventi per risanamento
conservativo e messa in sicurezza anche di stabili di proprietà privata (comma
2a), partecipazione a quota parte delle spese di gestione aperta a tutte le
scuole del Sistema (comma 2b), la erogazione delle risorse del Fondo come
cofinanziamento esplicitamente aperto a tutti i servizi educativi e scolastici
per l'infanzia “statali e paritari del Sistema Integrato”e che le risorse
erogate direttamente ai Comuni, con priorità per quelli privi o carenti di
scuole dell'infanzia, si chiarisca statali e paritarie.
Mi scuso con i lettori se la mia sembra una lettura e ricerca
“certosina”, ma come detto ritengo la posta in gioco della massima importanza.
Senza questi interventi si andrà verso la “statalizzazione” del settore, come
hanno lamentato diversi interventi della Associazioni nell’ultimo incontro al
Ministero con il Ministro Valeria Fedeli e il Sottosegretario Gabriele
Toccafondi, portando alla scomparsa di realtà che per tradizione e consolidate
capacità professionali offrono un ottimo servizio alle famiglie del Nostro
Paese, anziché aprire la stagione di una nuova modalità legislativa “di
Sistema” verso una concezione moderna di Welfare sostenibile e di qualità con
una pluralità di attori, che come dimostrato scientificamente ed
economicamente, nelle realtà in cui si è già applicato, comporterebbe un
maggior equilibrio e riduzione della spesa pubblica in un momento storico in
cui tutti cercano la sua riduzione contro il grande, altrettanto dimostrato,
aumento della spesa che comporterebbe l’apertura indiscriminata di nuove
istituzioni gestite dallo Stato.
Il Ministro nel suo intervento introduttivo all’incontro con il
Gruppo di Lavoro per la Parità ha voluto iniziare il suo intervento esplicando
che per Lei “parità si esplicita con le prime quattro lettere della parola
ossia “pari”. Lo prendo come un grande buon auspicio.
Approfondimenti | |||
Attuazione Legge 107: gli schemi dei decreto legislativi (tutte le deleghe) http://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=23570 |
|||
Attuazione Legge 107: cultura umanistica, artistica e musicale http://disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=23627 |
|||
Attuazione Legge 107: la nuova istruzione e formazione professionale http://disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=23581 |
|||
Attuazione Legge 107: la nuova istruzione e formazione professionale http://disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=23581 |
|||
Attuazione Legge 107: la nuova formazione e reclutamento degli insegnanti http://disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=23579 |
|||
Attuazione Legge 107: nuove procedure per inclusione e disabilità http://disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=23592 |
|||
Attuazione legge 107: le proposte di DiSAL sulle deleghe http://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=23619 |
|||