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COMUNICATO STAMPA
Una nuova stagione per la scuola pubblica?
8 novembre 2019
Nulla vi è di più ‘stabile’, in Italia, dei ‘precari’’ della scuola: una costante per tutte le stagioni che si autogenera a causa dell’assenza di una pianificata strategia di percorsi di formazione iniziale e reclutamento e che i recenti governi hanno cercato di eliminare, senza mai riuscirvi, anche assumendo annualmente circa 30-40 mila docenti.
Il contrastato iter del recente d.l. n.126/2019, il cosiddetto ‘salva precari’, approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 ottobre e firmato qualche giorno fa dal Presidente Mattarella, ha fatto, però, venire al pettine anche il nodo di un altro precariato: quello costituito da migliaia di docenti delle scuole secondarie paritarie che non hanno potuto in questi anni, neppure loro, conseguire la prevista abilitazione all’insegnamento e che parevano essere esclusi, in un primo momento, anche dalla possibilità di accedere al concorso straordinario abilitante previsto dal Decreto Legge medesimo.
La mobilitazione non solo delle associazioni di gestori degli istituti paritari ma, trasversalmente ed in modo inaspettato, di molti parlamentari e operatori della scuola di tutte le aree culturali e politiche, mirata a far inserire anche i non abilitati delle paritarie tra gli aventi titolo alla partecipazione al percorso straordinario, ha, di fatto, sostenuto e rilanciato la necessità di ristabilire una ‘parità’ di attenzione tra le scuole statali e non statali. Il riflettore che si è acceso sui precari di queste ultime, ha messo in luce il valore di un settore scolastico che si comincia a riconoscere meritevole di attenzione da parte dei decisori politici, in barba a vecchie pregiudiziali ideologiche.
Una vittoria, quella della reintroduzione nel Decreto Legge della possibilità di accesso dei docenti non abilitati delle paritarie al concorso straordinario, ottenuta senza aver combattuto, questa volta, grandi battaglie e che merita di essere evidenziata perché ha rimesso al centro dell’attenzione il tema di una ‘funzione’ docente qualificata in tutto il sistema scolastico pubblico e l’evidenza che tutti gli studenti - statali e paritari - meritano insegnanti in cattedra preparati, riconosciuti idonei e stabili.
È il sacrosanto diritto all’istruzione degli alunni il criterio a partire dal quale riconsiderare modalità di formazione iniziale e di reclutamento degli insegnanti, partendo dalla individuazione e attuazione di procedure certe e stabili per tutti. È in gioco non solo l’esigenza di stabilizzazione dei precari, ma anche la possibilità per molti giovani laureati di realizzare la propria vocazione all’insegnamento nella scuola pubblica (statale e paritaria).
Come previsto dallo stesso d.l. n. 126/2019, è indispensabile che il concorso ordinario per le diverse discipline della scuola secondaria venga bandito entro il 2019 e che si tenga fede all’impegno, sempre ribadito e mai rispettato, della indizione biennale dei concorsi ordinari.
É urgente, infine, mettere mano anche ad una attenta programmazione degli accessi al corso di laurea di Scienze della formazione primaria, al quale è ammesso ogni anno, da ormai un decennio, un numero di “matricole”di molto inferiore al contingente di maestre statali che vanno in pensione: senza questa pianificazione continuerà ad accadere, come nel corrente a.s., che in molte scuole dell’infanzia e primarie, in assenza di docenti laureati, molte supplenze saranno affidate a studenti iscritti agli ultimi anni del percorso universitario.
“L'educazione è il momento che decide se noi amiamo abbastanza il mondo da assumercene la responsabilità e salvarlo così dalla rovina, che è inevitabile senza il rinnovamento, senza l'arrivo di esseri nuovi, di giovani” (Hannah Arendt).
Se ‘precario’ esprime, anche etimologicamente, una provvisorietà ed instabilità concessa dietro supplica e senza diritto di permanenza, occorre ora, invece, che a coloro che desiderano assumersi la responsabilità di educare nella scuola sia dignitosamente riconosciuto il merito e sia offerta l’opportunità di accesso all’insegnamento attraverso procedure chiare, adeguate e non discriminanti.
Ne va della sopravvivenza e del rilancio dell’intero sistema della scuola pubblica e dello sviluppo del bene di una nazione.
Milano, 8 novembre 2019
Francesco Valenti - Presidente Associazione Culturale il Rischio Educativo
Marco Masi - Presidente Cdo opere educative – FOE
Carlo di Michele - Presidente Diesse - Didattica e Innovazione Scolastica
Ezio Delfino
- Presidente Di.S.A.L.