Fonte: Agenzia ANSA. Articolo del 22/02/2023. Contemporaneamente al comunicato del 42° Congresso internazionale DiSAL (30 / 31 marzo e 1 aprile 2023) “La scuola al tempo del digitale. Tra ricerca educativa e nuovi apprendimenti”, l’ANSA rilancia questa notizia avveniristica e inquietante al tempo stesso. Ovviamente va fatta la tara alla comunicazione in sè, condizionata dalla semplificazione che caratterizza l’approccio dei mass media nei confronti delle tematiche tecnico - scientifiche, ma il tema pone interrogativi sulla scelta tra educazione e addestramento, che con l’ausilio della tecnologia avanzata, rischia di divenire ancora più disumanizzante.
WATERLOO. QT usa giochi, indovinelli, barzellette e anche lineamenti viso. A metterlo a punto ricercatori di ingegneria dell’Università di Waterloo, in Belgio, da un team che lavora da molti anni sulla robotica nel contesto della disabilità e incorpora i principi di equità, inclusione e diversità nei progetti di ricerca.
Negli ultimi anni gli educatori hanno esplorato l’uso dei robot sociali per aiutare gli studenti a imparare, ma molto spesso la loro ricerca si è concentrata sui bambini con disturbo dello spettro autistico.
Di conseguenza, è stato fatto poco lavoro sull’uso di robot socialmente assistiti per studenti con difficoltà di apprendimento. Il team guidato da Kerstin Dautenhahn, professoressa di ingegneria elettrica e informatica, ha deciso di condurre una serie di test con un piccolo robot umanoide chiamato QT, la cui capacità di eseguire gesti usando la testa e le mani, accompagnata dal linguaggio e dai lineamenti del viso, lo rende molto adatto a questo uso.
I ricercatori hanno diviso 16 studenti con difficoltà di apprendimento in due gruppi. In un gruppo, gli studenti hanno lavorato individualmente solo con un istruttore, nell’altro hanno lavorato faccia a faccia con un istruttore e QT. In quest’ultimo gruppo, l’istruttore ha utilizzato un tablet per dirigere il robot, che ha poi svolto autonomamente varie attività utilizzando la sua parola e i suoi gesti. Oltre a introdurre la sessione, il robot ha stabilito obiettivi e, se il processo di apprendimento stava andando fuori strada, il robot utilizzava strategie come giochi, indovinelli, barzellette, esercizi di respirazione e movimenti fisici per reindirizzare lo studente al compito.
Gli studenti che hanno lavorato con il robot, ha affermato Dautenhahn, “erano generalmente più coinvolti e potevano completare i loro compiti a un ritmo più elevato rispetto a quelli che non erano assistiti da un robot. C’è sicuramente un grande potenziale per l’utilizzo di robot nel sistema di istruzione pubblica”. (ANSA).