Fonte: Orizzonte scuola. Articolo di Andrea Carlino del 23 maggio 2024.
Oggi arrivano in Consiglio dei ministri le prime misure per affrontare l’emergenza nei territori colpiti dalle alluvioni. Il governo è al lavoro per mettere su carta gli interventi più urgenti per un territorio drammaticamente colpito dal maltempo.
Oltre alla sospensione di bollette e termini per tributi e contributi, dovrebbero essere stanziati circa 50 milioni per le spese legate ai soccorsi, ma non è escluso che si possa arrivare a 100.
Novità anche per la scuola. Infatti pare che per l’Emilia Romagna la maturità non sarà svolta come nel resto d’Italia, ma si svolgerà con una modalità più snella, probabilmente come già accaduto nel 2012 quando il territorio fu colpito da un violento terremoto. Modalità slim anche per l’esame di terza media. Prevista anche una deroga al tetto dei 200 giorni, necessari per considerare valido l’anno scolastico. Nel provvedimento saranno inseriti anche dei fondi extra PNRR per la messa in sicurezza delle scuole.Alluvione Emilia Romagna, molte le scuole coinvolte.
Versari: “L’obiettivo è ritrovarsi a scuola gomito a gomito. No Dad generalizzata”. Le indicazioni dell’USR
L’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna ha redatto una nota con le prime riflessioni e suggerimenti per continuare a fare scuola dopo l’alluvione che ha colpito la regione. “L’obiettivo da realizzare quanto prima è quello di ritrovarsi a scuola, “gomito a gomito”. Pertanto, come condiviso con l’Assessore regionale alla scuola Paola Salomoni, non appare opportuno in questa fase ricorrere a forme generalizzate di didattica digitale integrata o a distanza”.
Le situazioni scolastiche di emergenza o maggiore criticità segnalate – si legge nella nota – si concentrano nel forlivese, cesenate, faentino, lughese, ravennate e sull’area orientale e meridionale (collinare e montana) del territorio metropolitano bolognese. Un ulteriore approfondimento con i Dirigenti delle istituzioni scolastiche statali è stato realizzato in conferenze di servizio il 18 maggio pomeriggio e il 19 al mattino. Successivamente, dal pomeriggio di venerdì 19 e compreso sabato 20 maggio, si sono determinate ulteriori criticità in particolare nel ravennate. Non sono stati acquisibili nell’immediatezza i dati concernenti scuole paritarie e formazione professionale regionale.
I dati al 19 maggio sono:
– 105 plessi statali sono stati interessati dagli effetti dell’alluvione
– 49 istituzioni scolastiche statali hanno segnalato criticità per la ripresa dell’attività didattica
– 58 istituzioni scolastiche statali hanno segnalato criticità per viabilità e trasporti
– 44 istituzioni scolastiche hanno segnalato la destinazione di parte dei locali a sfollati
L’USR fornisce poi una tabella con i numeri delle istituzioni scolastiche e studenti coinvolti in diversa misura nell’evento (nell’ordine di grandezza di 150.000, stimando anche scuole paritarie e formazione professionale): per chiusura delle istituzioni scolastiche, sospensione delle attività didattiche, allagamenti dei plessi o interruzioni della viabilità.
I problemi nel rientro a scuola sono legati principalmente a danni agli edifici scolastici e alle relative pertinenze, correlati agli allagamenti e agli effetti che ne sono derivati (allo stato in misura differenziata, da edificio ad edificio); collegamenti stradali con plessi/sedi scolastiche e mobilità (allo stato rilevante nelle aree collinari); utilizzo di locali scolastici per ospitalità sfollati (allo stato residuale).
Oggi – come sottolinea Versari – è comunque importante tornare a scuola, laddove possibile: “La strada più utile da seguirsi – nel momento in cui si scrive – è dunque quella di riaprire prima possibile le Istituzioni scolastiche che non abbiano subito danni, per consentire la più ampia frequenza in presenza degli studenti. Individuando al contempo le modalità più opportune per la personalizzazione dei percorsi di apprendimento di quanti si trovino in complessità logistiche conseguenti all’alluvione“.
E “particolare attenzione andrà rivolta ai giovani che hanno subito l’allagamento della propria abitazione, con la perdita del contenuto“.
Le situazioni problematiche sono tante e diverse, “situazioni-problema che riguardano non pochi studenti, come pure non pochi docenti e personale della scuola. Evitare dunque soluzioni semplicistiche. Non c’è un modo solo per risolvere mille problemi. Necessaria la ricognizione delle situazioni, per valutare cosa e come fare nella contingenza ora data” aggiunge il direttore.
Riguardo la validità dell’anno scolastico con le relative assenze dovute per cause di forza maggiore, l’USR ricorda nell’ordine:
la nota del 6 febbraio 2012, n. 1513:
“In relazione agli eventi naturali che hanno comportato la perdita di giorni di lezione per la più parte delle Istituzioni scolastiche della regione, si ricorda che per consolidato orientamento già espresso da questa Direzione (vedi note prot. 18967 del 18.11.2002 e n.1743 del 15.2.2010), l’anno scolastico resta valido anche se le cause di forza maggiore hanno comportato la discesa del totale al disotto dei 200 giorni. Pertanto, nella circostanza attuale, la validità dell’anno scolastico non è pregiudicata, laddove lo sforamento della soglia prevista dal calendario scolastico sia dovuto a cause non prevedibili e
documentate di forza maggiore”.
La nota del 7 febbraio 2012, prot. n. 15544 con cui fu specificato che: “le assenze degli studenti imputabili alla grave situazione meteorologica in corso possano rientrare nelle deroghe previste dalle norme sopra richiamate e non pregiudicare la
possibilità di procedere alla valutazione degli studenti interessati”.
Infine la nota 22 febbraio 2012, n. 1000: “Può tuttavia accadere… che si verifichino eventi imprevedibili e straordinari (ad esempio gravi calamità naturali, eccezionali eventi atmosferici) che inducano i Sindaci ad adottare ordinanze di chiusura delle sedi scolastiche. Al ricorrere di queste situazioni si deve ritenere che è fatta comunque salva la validità dell’anno scolastico, anche se le cause di forza maggiore, consistenti in eventi non prevedibili e non programmabili, abbiano comportato, in concreto, la discesa dei giorni di lezione al di sotto del limite dei 200, per effetto delle ordinanze sindacali di chiusura delle scuole”.