E ora le opere educative “libere” attendono un buono scuola nazionale


Fonte: Il sussidiario.net. Articolo del 19.03.2024 di Roberto Pasolini. Intervenendo al convegno FOE Cdo Opere educative, Valditara ha annunciato che sta lavorando all'estensione a livello nazionale del buono scuola

Nei giorni scorsi la FOE ha svolto l’annuale convegno nazionale dal titolo Un’opera educativa cresce e matura perseguendo lo scopo che l’ha generata, chiamando a partecipare gli operatori delle scuole associate per approfondire temi valoriali ritenuti fondamentali nella trasmissione della tradizione di un’opera iniziata sotto la guida di don Giussani e temi gestionali legati non solo alle innovazioni in atto che toccano vita e didattica delle scuole, presentando anche esperienze concrete, ma  anche temi gestionali come contratti, concorsi e rapporti con il ministero dell’Istruzione.

Va subito detto ed evidenziato il grande successo dell’iniziativa che ha visto il “sold out” del grande albergo che ospitava il convegno e la sala, con un migliaio di posti a sedere, praticamente piena.

Il convegno si è aperto con l’intervento di Bernhard Scholz, oggi presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, che ha trattato il tema: Dalla gratitudine la gratuità. La responsabilità dell’opera. Nel suo intervento ha dato forti spunti che sono stati poi ripresi nel prosieguo del convegno. Ribadire che l’origine, lo scopo che ha generato l’impegno di tanti nella scuola è e rimane l’interesse per i ragazzi e voler loro bene per accompagnarli alla scoperta del mondo. Un’avventura sicuramente difficile in questo momento storico poiché è più difficile capire e “interpretare” i giovani d’oggi per poter rispondere alle loro esigenze.

Una scuola per essere tale deve avere come interesse il bene dei ragazzi, cercato con quel senso di gratuità che ha sempre caratterizzato l’attività delle scuole FOE.

Scholz ha ricordato che siamo anche di fronte ad un tempo di forti innovazioni cui bisogna dare risposta e, pertanto, siamo chiamati ad avere iniziativa, a cambiare e rinnovare perché, oggi, chi non si rinnova non solo si ferma, ma addirittura regredisce.

L’origine deve essere sempre il punto di riferimento ed innovare vuol dire rileggerne i fondamenti in chiave moderna, non stravolgerli. Occorre avere “l’audacia del realismo”: la realtà, così come si presenta oggi, chiede ad ognuno di noi di mettersi in gioco con tutto sé stesso, con responsabilità, perché la responsabilità è l’unica strada per crescere.

A rafforzare queste indicazioni sono seguiti in altra sessione il racconto di esperienze sul campo che hanno messo in risalto la convinzione che le scuole che non abbracciano l’innovazione sono destinate a fallire e hanno comunicato come il comune sentire delle famiglie vede l’innovazione come il saper affrontare e migliorare quello che esiste già e che non esiste innovazione fuori dalla tradizione. Le esperienze hanno messo in evidenza soprattutto una ricerca nel miglioramento della didattica delle lingue straniere, sia confrontandosi ed arricchendosi delle modalità utilizzate da scuole straniere, come la Scuola La Traccia di Calcinate, sia introducendo nuove modalità di approccio e certificazione tipo “Equals”, come fatto dalla Scuola Frassati di Seveso o coinvolgendo meglio e più approfonditamente le famiglie che hanno scelto i percorsi quadriennali, per ovviare alla mancanza di informazione istituzionale.

Un’attenzione particolare si è avuta sulla possibile introduzione di applicazioni di Intelligenza Artificiale nella scuola e nella didattica utilizzata dai docenti. È generalizzata la convinzione che sia necessario confrontarsi con le proposte che pervengono e che AI non può essere ignorata per adempiere all’obiettivo sopra già enunciato di “accompagnare gli studenti alla scoperta del mondo e poter rispondere alle loro esigenze”.

Nell’approfondimento cui è stato dedicato un incontro con a tema AI e scuola sono emersi spunti interessanti su come gestire il cambiamento che impatterà sul mondo della scuola. Alla domanda “cosa possiamo fare?” la risposta per gli insegnanti è che non si chiede una specializzazione, ma la capacità di gestire il cambiamento. Un cambiamento didattico che si sposterà o si integrerà con il prevedere che lo studente non si dovrà preparare solo a saper “dare risposte”, ma anche a “fare domande”, competenza fondamentale per dialogare con AI al fine di avere la giusta risposta attesa. Occorrerà aiutare gli studenti a capire che è importante aprire gli orizzonti, a capire che queste novità acquistano un senso ed a costruirsi una capacità critica su questa potente innovazione.

Sull’aspetto gestionale non è mancato l’approfondimento sul tema concorsi ed abilitazioni, mettendo in risalto che è in azione il primo concorso per l’assunzione in ruolo secondo le nuove disposizioni normative, le quali non prevedono più che tali concorsi possano essere utilizzati per avere solo l’abilitazione dato che, chi supera il concorso, il primo anno dovrà dedicarlo a completare a 60 i suoi CFU e, ottenuti questi, un altro anno di prova prima di avere il ruolo. Si è registrato con preoccupazione che, invece, non sono ancora usciti i bandi per dare possibilità di abilitazione sia a chi può avere percorso agevolato a fronte di almeno tre anni di servizio già svolto nelle scuole, sia al percorso ordinario, con l’auspicio che, superati i vincoli burocratici e delle università, si possa avviare la procedura almeno a settembre.

Il convegno si è chiuso con una sessione dedicata a Costruire l’opera con chi ci lavora nella quale si è approfondita anche la ricca e bellissima esperienza sociale della “Rotonda” di Baranzate, ex quartiere di Bollate ed oggi popolosissima, anche per la forte attività produttiva del territorio, realtà abitativa nella quale convivono cittadini di 87 nazionalità diverse e la cui scuola dell’infanzia è frequentata per il 90% da bambini stranieri. Un esempio di integrazione che ha il suo fondamento sul volontariato e sul principio di “gratuità” che la contraddistingue.

Questo denso lavoro di confronto è stato coronato da un piacevole “imprevisto”, dato che il ministro Valditara, nel video di saluto che ha fatto avere ai partecipanti, dopo avere elencato gli ultimi interventi sulla scuola, cui ha dato il via, e le decisioni a favore delle scuole paritarie sui PON e PNRR ha comunicato: “la vera svolta su cui stiamo lavorando è l’estensione a livello nazionale del buono scuola proprio per venire incontro alle famiglie meno agiate e che hanno il diritto di poter scegliere”.

Una grande apertura che ci auguriamo e confidiamo possa essere concretizzata.



 
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