SIVADIS3: un percorso inutile e riduttivo
A. Con il Convegno di Montecatini e gli ultimi incontri ministeriali, il Ministero dell’Istruzione sembra orientato a convalidare il sistema di valutazione dei dirigenti scolastici statali (SIVADIS), al termine della terza sperimentazione.
Fin dall’inizio DiSAL ha sempre sostenuto la necessità di avviare un serio processo di valutazione delle scuole e delle prestazioni dei professionisti che vi operano, dirigenti e docenti.
Proprio per questa ragione DiSAL ha sempre sostenuto l’inutilità e la riduttività che il sistema avviato con il SIVADIS porta con sé: valutare i dirigenti scolastici dimenticando la complessità delle scuole e trascurando le altre componenti scolastiche dalla cui collaborazione dipende l’esito dell’operato dei dirigenti.
Per collaborare ad un serio sistema di valutazione DiSAL ha partecipato e partecipa alle riunioni ministeriali e regionali dei gruppi di lavoro sul SIVADIS. Alcuni soci hanno sperimentato di persona il sistema nelle due sperimentazioni attuate. Ma fin dall’inizio, per la motivazione ricordata, non si è persa occasione per insistere e chiedere di lavorare ad un sistema valido ed utile per il miglioramento della scuola e della professione, cioè un sistema non ridotto alla sola valutazione della dirigenza.
L’esito cui si è giunti con SIVADIS3 non è questo !
B. L’esperienza ed i documenti relativi alla sperimentazione della valutazione mostrano l’assenza di numerosi elementi, già fatti ripetutamente presentati da DiSAL in tutte le occasioni di lavoro comune, ma che non risultano recepiti in alcun modo:
1. la valutazione continua a riguardare esclusivamente l’operato dei dirigenti scolastici, senza coinvolgere il sistema scuola nel suo complesso, per il quale peraltro i Dirigenti scolastici sono identificati responsabili dei risultati di azioni e processi che sono l’esito di scelte e dinamiche di altri attori. Si è trascurato per esempio di proseguire la strada tentata dall’IRRE Lombardia di sperimentare un sistema di valutazione che coinvolga almeno anche i docenti;
2. l’osservazione dell’operato del dirigente scolastico continua a prescindere dall’osservazione delle componenti coinvolte nel processo scolastico-educativo, in particolar modo le famiglie degli alunni;
3. valutando il solo dirigente di fatto i documenti delle sperimentazioni SIVADIS degli anni precedenti e ancora quelli relativi a SIVADIS3 fanno coincidere la valutazione del dirigente scolastico con lo sviluppo dell’Istituzione Scolastica, senza prendere in esame realmente quest’ultima con il propri contesto culturale e sociale, non considerando i processi di sviluppo formativo ed organizzativo che caratterizzano ogni singola realtà educativa;
4. il SIVADIS3 non presenta elementi di sostanziale innovazione rispetto ai passati modelli di sperimentazione, salvo una maggiore semplificazione del fascicolo del valutato e un aumento del numero di valutati per ogni nucleo di valutazione. Si tratta cioè di scelte nella direzione di rendere più “innocuo” (quindi inutile…) il fascicolo e sempre più “lontano” e perciò prevalentemente burocratico l’operato dei valutatori. Non si esce così alla fine dall’impianto sostanzialmente cartaceo del processo di valutazione, che ben poco rende ragione della complessità della funzione dirigenziale nella scuola;
5. c’è confusione e poco realismo circa i dirigenti scolastici “valutatori” le cui competenze dovrebbero da un lato derivare da formazione ed esperienze pregresse, dall’altro determinarsi a seguito dell’acquisizione di nuove competenze che tutti i dirigenti scolastici dovrebbero aver modo di ottenere. Come? In quali tempi?
6. vengono avanzate poi ipotesi numeriche circa l’articolazione a regime del sistema di valutazione ma non vengono in alcun modo previsti tempi e modalità di applicazione. Il rapporto 1/57 su base triennale e di 1/19 su base annuale non si accorda con il principio altrove proclamato di far ricorso a Dirigenti scolastici rigorosamente in servizio. Inoltre risulta molto problematica l’applicazione su scala reale del modello dato l’ elevatissimo rapporto fra numero dei team dei valutatori e il numero dei valutati: infatti quando la sperimentazione andrà in ordinamento si potrebbe arrivare in talune regioni ad un rapporto di 1 team / 91 dirigenti scolastici da valutare nel triennio. Il che rende improbabile la presenza nei team di personale dirigente scolastico effettivamente in servizio, come invece sempre richiesto dalle associazioni dei dirigenti scolastici;
7. se la sperimentazione è nell’intenzione finalizzata ad un sistema a regime che verrà collegato con la parte del salario “di risultato” la quota nazionale di questo salario che si andrebbe ad ottenere è più bassa della notevole spesa necessaria per la formazione ed il compenso di tutti i nuclei di valutatori !
8. La valutazione dei risultati presuppone obiettivi che non sono stati assegnati specificamente (e non in fotocopia !) a dirigenti scolastici e criteri che nascano da indicatori verificabili, i quali a loro volta dovrebbero esplicitare a competenze e capacità tutte da definire.
Ne deriva un sistema di valutazione in cui non vengono definiti con chiarezza i ruoli di valutatori e valutati, divenendo così inevitabilmente poco credibile e privo di efficacia rispetto agli obiettivi proclamati.
C. A regime, se si vuole restare nell’ambito di un sistema scolastico centralizzato. una valutazione triennale (durata minima del contratto) del dirigente: a. deve tener conto anche dell’ambiente e delle condizioni oggettive in cui opera; b. deve chiarire preventivamente l’oggetto della valutazione, i criteri in base ai quali avviene sulla base degli obiettivi specifici da raggiungere; c. in assenza di un serio sistema ispettivo, deve essere affidata a commissioni composte da pari (dirigenti con maggiore anzianità di servizio e riconosciuta esperienza) coordinate dal Direttore regionale; d. deve implicare anche attività “in situazione”, come visite alla scuola, colloqui, osservazione del clima presente nell’istituzione; f. deve concludersi con un rapporto finale consegnato anche alla comunità scolastica, con indicazioni sugli aspetti (verificabili dopo il periodo prefissato) sui quali tutta la scuola deve migliorare. L’eventuale sanzione al dirigente scolastico potrà intervenire solo dopo la seconda verifica che le indicazioni di miglioramento affidate non sono state semplicemente avviate dall’interessato.
Nella prospettiva invece di una seria riforma della scuola italiana verso un sistema delle libertà educative, resta da verificare un modello integrato di scuole autonome, statali e paritarie, nel quale la dinamica delle libere scelte delle persone costituisca la modalità di funzionamento e di valutazione di qualità delle comunità scolastiche. Per far questo è indispensabile riportare la direzione di scuola alla sua funzione educativa, culturale ed organizzativa, fermando la sua degenerazione verso la carriera burocratico amministrativa, oltre che introdurre meccanismi che favoriscano maggiore libertà di reclutamento e di carriera.
La comunità scolastica ed i suoi operatori non possono essere trattati alla stregua di tutti gli uffici della Pubblica Amministrazione: solo una istituzione scolastica autonoma, radicata in una comunità locale, con i suoi organismi autonomi, potrà adeguatamente valutare i professionisti dell’educazione una volta li possa sempre autonomamente reclutare.
DiSAL 28 ottobre 2005