Intelligenza artificiale, come entrerà nella didattica? Dal dialogo con Platone alle lavagne interattive


Fonte: La Tecnica della Scuola. Articolo del 5.09.2024.

Come l’intelligenza artificiale entrerà nella didattica? E come potrà migliorare la qualità dei sistemi educativi? La risposta arriva da Indire che opera nell’ambito dell’innovazione, attraverso le colonne de “Il Sole 24 Ore”.

Sul piano dell’organizzazione scolastica – si legge – l’ente sta collaborando con una rete di scuole nata proprio con l’obiettivo di verificare in quale modo l’utilizzo dell’Ia possa contribuire a migliorare l’efficacia e l’efficienza della gestione, riducendo il carico amministrativo per il personale In particolare.

I ricercatori di Indire hanno sperimentato, nell’ambito del progetto di ricerca Paths (Philosophical approach to thinking skills), l’uso della filosofia intesa come una cassetta degli attrezzi per comprendere e decifrare la realtà. I ricercatori hanno introdotto anche alcuni strumenti di intelligenza artificiale, come Platone Ia, che offre agli studenti la possibilità di dialogare con il filosofo, in un ambiente controllato, basato sui testi e le riflessioni del più famoso allievo di Socrate. In pochi anni, Paths è stato condotto in quasi 2.000 scuole in Italia, coinvolgendo oltre 3.000 docenti di ogni ordine e grado.

Sempre in tema di innovazione didattica – si legge sullo speciale – il team dei ricercatori di Indire ha sviluppato un innovativo gioco da tavolo per insegnare la tecnologia blockchain nelle scuole, introducendo concetti complessi in modo accessibile e interattivo. Il gioco utilizza un approccio hands-on, dove gli studenti, organizzati in gruppi, simulano i nodi di una rete blockchain. Attraverso l’uso di mattoncini di plastica concatenabili e semplici calcoli crittografici, gli alunni apprendono i principi della decentralizzazione e come questa vada a rinforzare la sicurezza informatica. Gli studenti sono chiamati a difendere la loro “catena di blocchi” da attacchi hacker simulati, riflettendo così sui rischi legati all’uso di dispositivi digitali e sull’importanza della cooperazione per mantenere l’integrità delle informazioni.

In ambito tecnologico, Indire ha realizzato anche uno strumento innovativo, il dBook, un sistema sia hardware che software, capace di creare una rete Wi-fi privata a cui docenti e studenti possono accedere – utilizzando dispositivi come computer, lavagne interattive, tablet e smartphone – senza richiedere l’installazione di software aggiuntivi e garantendo una completa sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei dati personali.

Innovazione didattica e apertura al mondo del lavoro

Sempre dalle colonne de ‘Il Sole 24 Ore’ ecco cosa ha affermato il preside dell’istituto tecnico “Guglielmo Marconi” di Dalmine (Bg) Maurizio Adamo Chiappa:

“Abbiamo potenziato le materie d’indirizzo, in primis quelle Stem, scientifico-tecnologiche, l’italiano e l’inglese. Poi, sempre grazie alla conferma dello stesso organico docente di un percorso quinquennale, facciamo anche più ore di laboratorio, e una migliore attività di potenziamento e di orientamento. E dopo i quattro anni del percorso scolastico, si potrà proseguire, per altri due anni, all’Its Academy per formare così “super esperti” in informatica, dall’Intelligenza artificiale all’Industria 5.0 fino ad arrivare alla cyber security. Tutti profili di cui le imprese vanno a caccia”.

Nell’istituto infatti parte la prima classe di 28 studenti che si formeranno secondo il nuovo modello di istruzione tecnica delineato dalla legge Valditara, vale a dire la nuova, e innovativa, filiera formativa tecnologico-professionale, 4+2. “Abbiamo realizzato una vera e propria filiera per formare giovani nel campo dell’Intelligenza artificiale collegata alla manifattura – ha proseguito Chiappa -. Collaboreranno con noi l’Its Academy «Angelo Rizzoli», tre entri di formazione professionale regionale, Confindustria Bergamo e 15 aziende. Si punta molto sull’innovazione didattica, sperimentando un curriculo flessibile ed integrato, ci sono più ore di didattica laboratoriale. Ci siamo aperti davvero a imprese e territorio. E questo significa, più di tante parole, una formazione davvero in linea con il lavoro”.



 
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