Le competenze non cognitive (soft e life skills) arrivano a scuola: legge approvata dal Parlamento


 Fonte: Orizzonte scuola. Art. di Andrea Carlino del 22.11.2024

Con 80 voti favorevoli, nessuno contrario e 47 astenuti, l’Aula del Senato ha approvato il disegno di legge che introduce “lo sviluppo di competenze non cognitive e trasversali” nei percorsi scolastici e di formazione professionale. La proposta, già approvata alla Camera il 3 agosto 2023, è ora legge.

Le competenze non cognitive sono quell’insieme di abilità, atteggiamenti e conoscenze che vanno oltre le tradizionali materie scolastiche. Sono quelle capacità che ci permettono di relazionarci con gli altri, di gestire le nostre emozioni, di risolvere problemi, di adattarci ai cambiamenti. Insomma, sono quelle competenze che ci rendono persone complete e in grado di affrontare le sfide della vita.

Già nel 1993, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva intuito l’importanza di queste competenze, individuando 10 life skills fondamentali per il benessere e la realizzazione personale e professionale. Le life skills sono suddivise in tre macroaree: competenze emotive (consapevolezza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress), competenze relazionali (empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci) e competenze cognitive (risolvere i problemi, prendere decisioni, pensiero critico, pensiero creativo).

Cosa prevede la nuova normativa

Il provvedimento si propone di contrastare dispersione scolastica e povertà educativa, sperimentando l’insegnamento delle competenze non cognitive. Queste includono abilità come la amicalità, la coscienziosità, la stabilità emotiva e l’apertura mentale, fondamentali per lo sviluppo personale e professionale.

La partecipazione alla sperimentazione sarà volontaria e inizialmente riservata alle scuole secondarie di primo e secondo grado. I progetti verranno presentati al Ministero dell’Istruzione e del Merito, valutati e approvati da una specifica commissione.

LEGGE


Le fasi della sperimentazione

Il percorso di attuazione si sviluppa su tre anni:

  1. Formazione dei docenti nel primo anno, con fondi da destinare a enti accreditati scelti dalle scuole.

  2. Integrazione interdisciplinare delle competenze non cognitive nel metodo didattico nei due anni successivi, nel rispetto dell’autonomia scolastica.

Monitoraggio e valutazione

Un’attenzione particolare sarà dedicata alla valutazione della sperimentazione, affidata a una commissione composta da docenti universitari e dirigenti scolastici in quiescenza. Il monitoraggio avverrà in diverse fasi, fino al quinto anno delle scuole superiori e al primo anno di eventuali percorsi di istruzione terziaria.

I commenti

L’obiettivo di questo disegno di legge sulle competenze cognitive è quello di rendere gli studenti autonomi per far loro compiere scelte consapevoli per costruire il proprio futuro. L’istruzione è sempre stata un pilastro sociale e la scuola non forma solo la mente ma anche la coscienza, che favorisce il progresso della società. In questi due anni di governo abbiamo fatto significativi passi in avanti sulla dispersione scolastica, riducendola, dati del 2024, al 9 per cento e soprattutto nelle regioni del Sud. La scuola è perciò chiamata più che mai ad affrontare il tema dell’abbandono scolastico, obiettivo, questo, del Pnrr che stiamo affrontando con impegno. Fatti, dunque, e non mere parole che dimostrano la capacità del governo Meloni di sapersi confrontare con le sfide educative, e per questo motivo Fratelli d’Italia vota convintamente a favore di questo provvedimento”. Così la senatrice di Fratelli d’Italia, Ella Bucalo, membro della Commissione cultura e istruzione del Senato



 
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