Pubblichiamo un interessante dibattito tra ANDIS e CGIL scuola sul nuovo contratto per i dirigenti scolastici statali. Prendiamo spunto da questo per pubblicare i risultati della valutazione fatta dalla Direzione Nazionale di DiSAL sul testo, augurandoci di avviare in proposito un dibattito.
(Senza data)
Comunicato ANDiS
La chiusura del contratto
A conclusione del contratto sulla dirigenza scolastica, l'ANDIS esprime forte e convinto dissenso, in quanto l'obiettivo più importante, l'equiparazione della retribuzione agli altri dirigenti pubblici, non è stato raggiunto.
Un esito che ingiustamente mortifica la dignità dei dirigenti scolastici, costretti a subire il disinteresse del Governo (molto interessato invece a nomine di alti dirigenti pubblici senza alcuna procedura concorsuale (v. L'Espresso n. 48 dell'8.12.05: Più poltrone per tutti di Paola Pilati) e la scarsa unità della rappresentanza sindacale.
(Senza data)
Lettera SNADiS
Caro Presidente dell'ANDIS
Leggo sul sito ufficiale dell'Associazione un autorevole intervento sulla CHIUSURA DEL
CONTRATTO, nel quale si esprime "forte e convinto dissenso" per la mancata equiparazione alle altre dirigenze. Condivido la delusione per questo obiettivo non raggiunto.
Questo "obiettivo" non poteva essere raggiunto perchè,come a tutti noto, l'ARAN si muove su
precise direttive (atti di indirizzo) del Governo,che nella fattispecie non ha ritenuto di fornire le risorse economiche necessarie per il raggiungimento dell'equiparazione.
C'è quindi da registrare una chiara e punitiva "volontà politica" del Governo nei confronti dei
Dirigenti Scolastici. Speriamo in un prossimo futuro migliore.
L'ipotesi di Contratto chiusa, alla quale ho partecipato come Snadis (unitamente alla Flcgil),vede
benefici per soli E. 440 lordi mensili, 387 per tutti i D.S.(tabellare e parte fissa della retribuzione di
posizione e risultato) ed E. 53 sulla scorta degli accordi regionali.
Se vogliamo ironizzare con Pangloss, sul migliore dei mondi possibili,si è ritenuto opportuno
intanto incassare questo "cash", equiparando il tabellare alle altre dirigenze,fermo restando che abbiamo inserito una esplicita "nota a verbale" sulla "mancata equiparazione retributiva".
Occorre, ad onore del vero,sottolineare che su questi aspetti e su questa rivendicazione non vi
è stata alcuna "scarsa unità della rappresentanza sindacale"; anzi vi è stata unanime posizione ed
insieme a Flcgil/Snadis si sono schierati gli altri sindacati presenti alle trattative Cisl,Snals,Anp.
Diverso è il discorso sulle posizioni pregresse, infatti l' Anp aveva a suo tempo "abboccato" al
"Contratto dei 100 giorni", incassando una promessa di equiparazione alle altre dirigenze, che C.V.D. si è rivelata una semplice "presa in giro" nei confronti di chi aveva realmente creduto sulla volontà di questo Governo.
Colgo l'occasione per chiederTi di non sottovalutare la parte normativa del Contratto che
certamente non è perfetta, ma ha consentito la tutela dello status del D.S.,sotto il profilo degli articoli valoriali con un forte richiamo all'Autonomia e la difesa dallo spoil-system. Passi avanti sono stati fatti anche per "incarichi aggiuntivi","reggenze","valutazione","formazione","mobilità profesionale","trattamento di trasferta e trasferimento".
Rendiamoci conto che occorre anche superare la distinzione della Dir.Scol. in Settori Formativi,
prevista dall'Ordinamento Legislativo vigente, che in atto è foriera di notevoli diseguaglianze e
complicazioni.
Sulla UNICITA' della Dirigenza Scolastica invito l' Andis ad esprimersi ed a richiedere in tutte le
sedi (a partire da quella politico-parlamentare) il superamento dell'attuale discriminazione e suddivisione in settori formativi.
Per concludere, Caro Presidente, ritengo apprezzabile il Tuo intervento ed il Tuo interesse sui
problemi di stato giuridico ed economico, in tal senso considera la piena disponibilità dello Snadis a
condividere le giuste riflessioni e proposte che l'Andis vorrà esprimere a tutela dei Dirigenti Scolastici.
Cristina Cascio
Presidente dello Snadis
sindacato nazionale dirigenti scolastici
16 novembre 2005
Nota CGIL scuola
Una posizione legittima ma per noi inaccettabile
Abbiamo letto con sorpresa una Nota dell’Andis comparsa sul sito dell’Associazione circa il Contratto della Dirigenza Scolastica sottoscritto il 29 novembre u.s. da tutte le Organizzazioni Sindacali presenti al tavolo di trattativa e in attesa di stipula definitiva dopo i controlli di merito.
In tale Nota l’Andis esprime sul Contratto “forte e convinto dissenso in quanto l’obiettivo più importante, l’equiparazione retributiva agli altri Dirigenti pubblici, non è stato raggiunto”. Ciò sarebbe dovuto al disinteresse del Governo e alla “scarsa unità della rappresentanza sindacale”, che i Dirigenti Scolastici hanno dovuto subire.
E’ una posizione legittima ma per noi inaccettabile.
Soprattutto perché nulla abbiamo lasciato di intentato (manifestazioni, incontri coi capigruppo parlamentari e con esponenti governativi e dell’opposizione, scioperi) per ottenere tale obiettivo, autunno dopo autunno e finanziaria dopo finanziaria, e nulla abbiamo da rimproverarci, anche perché su tale argomento l’unità delle Organizzazioni sindacali è risultata perfetta e totale.
Il diritto di critica è una facoltà garantita a tutti.
Ma, trattandosi di un contratto e di un contratto firmato a ridosso di importanti elezioni quali quelle per il rinnovo dell’Enam sarebbe utile capirne le conseguenze per dare sostanza alle affermazioni.
L’Andis chiede ai sindacati di ritirare la firma ?
L’Andis ha una proposta diversa e di maggiore fantasia per ottenere insieme, allo stato dei fatti, da un lato gli aumenti contrattuali e i benefici normativi ottenuti (per noi di altissimo rilievo) e dall’altro l’equiparazione fin qui mancata ? Anche perché su tale specifico tema, da noi sempre sollevato e mai tralasciato nelle innumerevoli iniziative di questi anni, non ricordiamo particolari e diverse posizioni dell’Associazione.
L’Andis invita i propri aderenti ad esprimere un voto contrario all’accordo contrattuale?
Dal canto nostro siamo impegnati nelle assemblee unitarie di consultazione, nel referendum fra gli iscritti circa la validazione del contratto, ad acquisire quanto prima i benefici contrattuali, a cominciare a pensare alle rivendicazioni per il biennio 2006 – 2007.
Roma 16 novembre 2005
21 dicembre2005
Comunicato ANDiS
A PROPOSITO DI CONTRATTO DEI DIRIGENTI
E DELLA SORPRESA DELLA CGIL
PER
La grande insoddisfazione che l’ANDIS esprime circa la mancata equiparazione
retributiva dei dirigenti scolastici agli altri dirigenti pubblici con il contratto appena
concluso è un dissenso fortemente radicato nella categoria, che l’Associazione si onora
di conoscere bene, ed è in linea con quanto dichiarato a verbale da tutte le OOSS
firmatarie del Contratto.
Non contestiamo la firma del contratto, anzi per noi andava firmato un anno prima già
il contratto precedente, non avendo mai creduto, come la maggioranza dei nostri
sindacati, al futuro paese di Bengodi rimasto nel libro dei sogni.
L’ANDIS non è diventata improvvisamente un’aggregazione di pessimisti, anzi il grigio
cupo non le è mai appartenuto.
E però, cari colleghi della CGIL, consentiteci non solo la legittimità della critica, ma
anche la coerenza di un discorso che da tempo sosteniamo, non per sostituirci al
Sindacato o per accreditare la nascita di un’altra organizzazione sindacale, ma come
Associazione consapevole dell’esistenza di un effettivo squilibrio tra poteri e doveri, tra
autonomia e responsabilità professionali.
Sarà pure vero che sull’argomento dell’equiparazione “l’unità delle organizzazioni
sindacali è risultata perfetta e totale”, ma non si è mai espressa in nessuna concreta
azione congiunta (sciopero, manifestazione, documento, fiaccolata…).
E’ questo il rammarico che abbiamo spesso manifestato e manifestiamo anche oggi: i
sindacati non sono riusciti a trovare le vie di un accordo unitario su un punto che
registrava la massima convergenza.
Non sta a noi attribuire responsabilità, né stilare classifiche: i dirigenti sanno
distinguere.
Una forte iniziativa unitaria, secondo noi, avrebbe potuto condurre ad altri esiti.
E ci ritroviamo quindi non equiparati, nostro e vostro malgrado!
Però il male comune non deve necessariamente essere gaudio!
E non pensiamo che sia il caso di ostentare trionfalismi: è chiaro a tutti che se un
contratto si firma dopo quattro anni, qualche arretrato dovrà pure arrivare!
Continueremo ad essere ottimisti, ma sciocchi no!
La mancata equiparazione è un torto grave che i dirigenti scolastici non meritavano,
perché significa non riconoscere funzioni e responsabilità, perché offende l'autonomia
scolastica, perché insinua demotivazioni e sospetti.
Questo ci sentiamo di dirlo ad alta voce ed a fronte alta.
Cordialmente
Gregorio Iannaccone
Presidente Nazionale ANDIS
P.S. Le elezioni dell’ENAM col contratto non c’entrano, ma anche su questo ente ci sentiamo di
esprimere forte dissenso sulle scelte fin qui compiute, che hanno penalizzato i dirigenti
scolastici.
Ma è un discorso a parte che possiamo affrontare in ogni momento senza pregiudizi.
21 dicembre 2005
Nota CGIL scuola
Sul Contratto dei Dirigenti Scolastici
L’Andis precisa: giusto firmare
Con specifico comunicato di risposta ad una nota della FLC Cgil, l’Andis precisa che “non si contesta la firma del Contratto” dei Dirigenti Scolastici. Registriamo ciò con soddisfazione.
Continuiamo a ritenere un errore dividere le responsabilità, per la mancata equiparazione retributiva alle altre Dirigenze di stato, fra Governo e Organizzazioni Sindacali. Le responsabilità sono esclusivamente del Governo.
Per quanto riguarda le elezioni Enam, ci siamo semplicemente interrogati sul significato e gli effetti di una contestazione della firma del Contratto (che registriamo essere rientrata) in un momento in cui ciascuna Organizzazione Sindacale o Associazione è impegnata contemporaneamente nelle assemblee informative sul Contratto e nell’attivazione della categoria per le elezioni Enam.
Roma, 21 dicembre 2005
(fonte:Cgilscuola)
Di.S.A.L.-Dirigenti Scuole Autonome e Libere
Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie – Ente qualificato dal Miur alla formazione
Milano, 30 dicembre 2005
DiSAL, in occasione della sottoscrizione del CCNL Dirigenti Scolastici Statali, non espresse pubblicamente proprie valutazioni, che ora invece intendiamo pubblicare, provocati da una serie di documenti sottoscritti in alcune regioni e dallo scambio di comunicati tra ANDiS (l'altra associazione nazionale dirigenti oltre DiSAL) e la CGIL scuola che con l'ANDiS ha una "rapporto privilegiato di collaborazione". Anche attraverso la perentorietà di alcune affermazioni desideriamo un serio confronto su questi temi con tutti coloro che sono appassionati alla nostra professione ed alle comunità scolastiche che sole ne giustificano la dignità ed il contenuto.
1. Premesso che al meglio non c’è limite e che guadagnare 4.000 € al mese piacerebbe a tutti, non si può non riconoscere che la parte economica del nuovo CCNL, visti i tempi che corrono, nonostante i ritardi e specie se paragonato ad altri rinnovi contrattuali 2005, sia un fatto positivo. Dopo la sottoscrizione un dirigente scolastico avrà un aumento mensile a regime di 440 € lordi e circa 13.000 € di arretrati lordi (che all’atto della sottoscrizione potrebbero diventare 14.000).
2. E’ stata poi sbloccata definitivamente la "querelle" in atto in alcune regioni in merito alla considerazione della retribuzione di posizione e risultato ai fini del trattamento di quiescenza e buonuscita. Altrettanto positiva la soluzione individuata in merito alla retribuzione dei vincitori di concorso ex presidi incaricati.
3. Per gli incarichi aggiuntivi poi l’assurda situazione del precedente contratto è stata parzialmente superata con una soluzione non certo ideale, ma sicuramente più favorevole.
4. Non c’è dubbio, infine - se restiamo nel quadro imposto dall’attuale regime di rapporto contrattuale stabilito dalla legge - che su alcuni aspetti si sia fatta una semplificazione normativa ed un’opera di chiarimento (ferie, assenze, trattamento di trasferta, ecc.).
5. Per noi gli aspetti positivi finiscono qui. Il Contratto invece stabilizza due istituti che non solo danneggeranno gravemente la nostra professione ma (salvo optare in pratica per le solite soluzioni “finte”) opereranno in modo negativo anche sul buon funzionamento delle scuole e sulla qualità del servizio offerto. Ci riferiamo alla reggenza che non potrà neppure essere rifiutata (un po’ come gli esami di stato, per i quali comunque esiste la possibilità pratica di evitare l’incarico) ed alla valutazione cui saranno soggetti i dirigenti, quale unica componente di tutto il sistema scolastico nazionale. A questi elementi si aggiunge poi la grave preoccupazione per l’istituendo “Ente bilaterale” Miur-sindacati che (c. 11 art. 21) rischia di fatto di monopolizzerà tutta la formazione dei dirigenti scolastici.
6. La reggenza applica un istituto legislativo accettato da tutti i sindacati. E’ ovvio che non si tratta più del vecchio incarico ai direttori didattici: oggi la reggenza comporterà la responsabilità di un’altra istituzione scolastica autonoma, con 800-1000 alunni, quando non con numerose sedi e con tutte le stesse incombenze e responsabilità di quella di titolarità. Tra pensionamenti e posti vacanti potrebbero essere 2000 i posti assegnati a reggenza. Si tratta del 20% dei posti, che, fatti 5.600 i dirigenti di ruolo in servizio dopo i pensionamenti, arriveranno, sempre mediamente, ad un dirigente su tre. A nostro parere si compie un altro passo verso la burocratizzazione del nostro lavoro e la definitiva trasformazione del direttore o preside nel “burotecnocrate” che purtroppo piace a molti che vedono nella didattica o nei rapporti con docenti, giovani e famiglie solo una fonte di “grane”.
Per questo invitiamo tutti i colleghi a contrastare con ogni modalità la possibilità di conferimento di qualsiasi incarico di reggenza, come forma di protesta alla quale garantiremo ogni assistenza tecnica e legale, per difendere non solo la dignità di una professione che appartiene alla funzione culturale ed educativa della scuola, ma anche la qualità stessa del servizio scolastico. Ogni istituzione scolastica autonoma necessita di una funzione direttiva stabile: se può farne a meno significa che la scuola può fare a meno di questa funzione !
7. La valutazione parte in tutto il comparto scuola solo per i dirigenti scolastici, Per un sindacato firmatario l’avvio della valutazione è addirittura un passo verso l’equiparazione a tutta la dirigenza statale. Quanta vuoto formalismo sta in questa affermazione! Tralasciando considerazioni sul sistema che verrà attivato (rimandiamo le valutazioni sull’attuale SiVaDiS al comunicato che facemmo nel novembre 2005), ci limitiamo qui a ricordare solo che non esiste alcuna seria ragione per attribuire “ i risultati” della nostra azione e del buon funzionamento di una scuola solo al dirigente; non esiste (e non può esistere dato l’attuale apparato centralistico) alcuna seria assegnazione di obiettivi specifici a ciascun dirigente da parte del Direttore Regionale; non esiste garanzia rispetto alla quota di salario di risultato, salvo quella forfettaria attuale. E allora perché ?
8. Infine veniamo alla vera favola che va una volta per tutte svelata: la fantomatica “perequazione alle altre dirigenze statali” perseguita da tutti i sindacati, ovviamente non raggiunta e alla quale, non si sa bene per quale obiettiva ragione (se non unicamente quella, scontata, del proprio miglioramento stipendiale), molti aspirano, così come abbiamo avuto modo di vedere confermato da comunicati emessi in alcune regioni con vibrate proteste per il suo mancato raggiungimento. Invece i numeri parlano da sé e non si può far finta di dimenticarli, salvo non dire tutta la verità o nascondere un recondito fine. I posti a dirigenti scolastici statali sono più 10.000: il più alto numero in assoluto nell’ambito della dirigenza pubblica. Non a caso anche in ambito sindacale il presidente del maggior sindacato dirigenti scolastici è anche presidente di una confederazione sindacale di dirigenti pubblici! Prima del dimensionamento del 2000 direttori didattici e presidi erano oltre 14.000. L’unica possibilità per chiedere l’equiparazione (figurarsi se addirittura ottenerla ragionevolmente) passa necessariamente attraverso la riduzione dei posti a meno del 50 % degli attuali. Che vuol dire: direzioni didattiche, scuole secondarie di I grado, istituti comprensivi, istituti secondari superiori di 2.500/3.000 alunni; una attività professionale solo d’ufficio e scartoffie come ogni buon dirigente CSA che si rispetti; chiusura completa di ogni relazione con alunni, docenti e genitori. Ma anche solo immaginare la tanto attesa equiparazione solo per il numero degli attuali dirigenti di ruolo è pura favola: più della metà delle istituzioni scolastiche autonome non è ulteriormente “accorpabile”, se non a prezzo di gravi problemi con le rispettive comunità locali.
E’ chiaro che a questo punto, dopo l’attuale contratto, si impone una seria riflessione sul futuro della professione direttiva, “specifica e complessa anche in relazione all'autonomia delle istituzioni scolastiche" . Per questo, che sarà uno dei nostri primari impegni, cercheremo tutti coloro che sono interessati al primato della funzione educativa e culturale della scuola.
Nel frattempo chiediamo ai rappresentanti in Parlamento, all’Amministrazione scolastica ed ai sindacati scuola, ognuno per le proprie competenze:
1. che sia posta fine al più presto all’istituto della reggenza;
2. che la procedura valutativa prevista per i dirigenti scolastici sia avviata solo contestualmente ad un sistema di valutazione da istituirsi per i docenti ed i non docenti;
3. che l’ordinanza prossima per gli incarichi preveda correttivi
4. che si giunga al più presto alla conclusione dell’attuale concorso ordinario e che sia contestualmente avviato il concorso riservato, comunque modalità da non ripetere in alcun modo, innanzitutto per il rispetto della dignità di chi opera nella scuola con professionalità;
5. che, per giungere ad una regolare indizione triennale di concorsi ordinari, si avviino immediatamente le procedure per un nuovo concorso ordinario da indire entro l’estate e assolutamente rivisitato nella struttura (precedenza alla selezione per merito sulla selezione per titoli; brevità ed efficacia delle prove scritte, sul modello del concorso trentino; eliminazione del corso da sostituirsi con un reale anno di tirocinio con valutazione finale);
6. che, nell’ambito di una urgente ripresa della discussione dei disegni di legge sugli organi di governo della scuole a sullo stato giuridico dei docenti, si delinei un nuovo stato giuridico della professione direttiva delle istituzioni scolastiche, per ridare certezza ad una figura di Capo di istituto per il quale i compiti organizzativi ed amministrativi siano chiaramente orientati alla primaria funzione culturale ed educativa della scuola.
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