DiSAL sul contratto dirigenti statali, fuori dal coro


 

Di.S.A.L.-Dirigenti Scuole Autonome e Libere

Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie – Ente qualificato dal Miur alla formazione

 

 

Milano, 12 gennaio 2006

 

DiSAL,  in occasione della sottoscrizione  del CCNL Dirigenti Scolastici Statali,  non espresse pubblicamente proprie valutazioni, che ora invece intendiamo pubblicare, sollecitati da una serie di documenti sottoscritti in alcune regioni e dallo scambio di comunicati altre associazioni con sindacati scuola.    Anche attraverso la perentorietà di alcune affermazioni desideriamo un serio confronto su questi temi con tutti coloro che sono appassionati alla vera natura della nostra professione ed alle comunità scolastiche che sole ne giustificano la dignità ed il contenuto.

 

1. Premesso che al meglio non c’è limite e che guadagnare 4.000 € al mese piacerebbe a tutti, non si può non riconoscere che la parte economica del nuovo CCNL,  visti i tempi che corrono, nonostante i ritardi e specie se paragonato ad altri rinnovi contrattuali 2005, sia un fatto  positivo.  Dopo la sottoscrizione  un dirigente scolastico  avrà un aumento mensile a regime di 440 € lordi e circa 13.000 € di arretrati lordi (che all’atto della sottoscrizione  potrebbero diventare 14.000).

2. E’ stata poi sbloccata definitivamente la "querelle" in atto in alcune regioni in merito alla considerazione della retribuzione di posizione e risultato ai fini del trattamento di quiescenza e buonuscita.  Altrettanto positiva la soluzione individuata in merito alla retribuzione dei vincitori di concorso ex presidi incaricati. 

3. Per gli incarichi aggiuntivi  poi l’assurda situazione del precedente contratto è stata parzialmente superata con una soluzione non certo ideale, ma sicuramente  più favorevole.

4. Non c’è dubbio, infine -  se restiamo nel quadro imposto dall’attuale regime di rapporto contrattuale stabilito dalla legge  -   che su alcuni aspetti  si sia fatta una semplificazione normativa ed un’opera di chiarimento (ferie, assenze, trattamento di trasferta, ecc.).

 

5. Per noi gli aspetti positivi finiscono qui. Il Contratto invece stabilizza due istituti che non solo danneggeranno  gravemente la nostra professione ma (salvo optare in pratica per le solite soluzioni “finte”) opereranno in modo negativo anche sul buon funzionamento delle scuole e sulla qualità del servizio offerto. Ci riferiamo alla reggenza che  non potrà neppure essere rifiutata (un po’ come gli esami di stato, per i quali comunque esiste la possibilità pratica di evitare l’incarico) ed alla valutazione cui saranno soggetti i dirigenti, quale unica componente di tutto il sistema scolastico nazionale.   A questi elementi si aggiunge poi la grave preoccupazione per l’istituendo “Ente bilaterale” Miur-sindacati che (c. 11 art. 21) rischia di fatto di monopolizzare in futuro tutta la formazione dei dirigenti scolastici.

6. La reggenza applica un istituto legislativo di fatto accettato da tutti i sindacati, se non sospinto in passato da taluno.  E’ ovvio che non si tratta più del vecchio incarico ai direttori didattici:  oggi la reggenza comporterà la responsabilità di un’altra istituzione scolastica autonoma, con 1.000-1.200  alunni, quando non con numerose sedi e con tutte le stesse incombenze e responsabilità di quella di titolarità. I posti vacanti erano 2.691 nel 2004/2005, circa 3.170 nel 2005/2006, e il loro aumento sembra orientarsi attorno ad una media 700 pensionamenti all’anno. Di questo passo i posti assegnati a reggenza da 700 il primo anno diverrebbero, con le fine degli incarichi quasi 4.000. Si arriverebbe nel 2007/2008 (fatto salvo nuovi concorsi)  a oltre il 30% dei posti,   mediamente, ad una reggenza ogni due dirigenti e mezzo (chi dividiamo !?). E’ questo  un altro passo verso la burocratizzazione del nostro lavoro  e la definitiva trasformazione del direttore o preside nel “burotecnocrate” che purtroppo piace a molti che vedono nella didattica o nei rapporti con docenti, giovani e famiglie  solo una fonte di “grane”.    Per questo invitiamo tutti i colleghi a contrastare con ogni modalità  la possibilità di conferimento di qualsiasi  incarico di reggenza,  come forma  di protesta alla quale garantiremo ogni assistenza tecnica e  legale, per difendere non solo la dignità di una professione che appartiene alla funzione culturale ed educativa della scuola, ma anche la qualità stessa del servizio scolastico. Ogni istituzione scolastica autonoma necessita di una funzione direttiva stabile:  se può farne a meno significa che la scuola può fare a meno di questa funzione !

7. La valutazione parte in tutto il comparto scuola solo per i dirigenti scolastici.  Per un sindacato firmatario l’avvio della valutazione è addirittura un passo verso l’equiparazione a tutta la dirigenza statale.  Quanta vuoto formalismo  sta in questa affermazione!  Di valutazione la scuola italiana ha bisogno, così come essa è ormai non più rinviabile non solo per i dirigenti ma anche per i docenti e tutti i non docenti.  Tralasciando invece considerazioni sul sistema che verrà attivato per i dirigenti (rimandiamo le valutazioni sull’attuale SiVaDiS al comunicato che facemmo nel novembre 2005), ci limitiamo qui a ricordare solo che  non esiste alcuna seria ragione per attribuire “ i risultati” della nostra azione e del buon funzionamento di una scuola solo al dirigente;  non esiste (e non può esistere dato l’attuale apparato centralistico) alcuna seria assegnazione di obiettivi specifici a ciascun dirigente da parte del Direttore Regionale;  non esiste garanzia rispetto alla quota di salario di risultato,  salvo quella forfettaria attuale. E allora per quale seria ed efficace motivazione ?

 

8. Infine veniamo alla vera favola che va una volta per tutte svelata: la fantomatica “perequazione alle altre dirigenze statali” perseguita da tutti i sindacati, ovviamente non raggiunta neppure in questo Contratto e alla quale, non si sa bene per quale obiettiva ragione (se non unicamente quella, scontata, del proprio miglioramento stipendiale), molti aspirano, così come abbiamo avuto modo di vedere confermato da comunicati emessi in alcune regioni con vibrate proteste per il suo mancato raggiungimento. Invece i numeri parlano da sé e non si può far finta di dimenticarli, salvo non dire tutta la verità o nascondere un recondito fine.   I posti a dirigenti scolastici statali sono 10.770: il più alto numero in assoluto nell’ambito della dirigenza pubblica. Infatti anche in ambito sindacale è ovvio che  il presidente del maggior sindacato dirigenti scolastici è anche presidente di una confederazione sindacale di dirigenti pubblici!  Prima del dimensionamento del 2000 direttori didattici e  presidi erano oltre 14.000.   L’unica possibilità per chiedere l’equiparazione (figurarsi se addirittura ottenerla ragionevolmente) passa necessariamente attraverso la riduzione dei posti a meno del 50 % degli attuali. Quindi metà degli attuali posti a dirigente devono sparire ! Che vuol dire: direzioni didattiche, scuole secondarie di I grado, istituti comprensivi, istituti  secondari superiori di 2.500/3.500 alunni; istituzioni scolastiche che arriverebbero ad avere 15-20 sedi;  una attività professionale solo d’ufficio e scartoffie come ogni buon dirigente CSA che si rispetti;  chiusura completa di ogni relazione con alunni, docenti e genitori.  Ma anche solo immaginare  la tanto attesa equiparazione solo per il numero degli attuali dirigenti di ruolo è pura favola: più della metà delle istituzioni scolastiche autonome non è ulteriormente “accorpabile”, se non a prezzo di gravi  problemi con le rispettive comunità locali.

 

E’ chiaro che a questo punto, dopo l’attuale contratto, si impone una seria riflessione sul futuro della professione direttiva, “specifica e complessa anche in relazione all'autonomia delle istituzioni scolastiche" . Per questa riflessione e per la conseguente azione  -  uno dei nostri primari impegni futuri -  cercheremo tutti coloro che sono interessati al primato della funzione educativa e culturale della scuola.

Nel frattempo chiediamo ai rappresentanti in Parlamento, all’Amministrazione scolastica ed ai sindacati scuola, ognuno per le proprie competenze:

1. che sia posta fine al più presto all’istituto della reggenza con una indispensabile modifica di legge;

2. che la procedura valutativa prevista per i dirigenti scolastici resti sperimentale, avviando sperimentazioni analoghe per docenti e non docenti e  sia avviata solo contestualmente ad un sistema di valutazione da istituirsi su tutta la complessità delle professioni della scuola;

3. che l’ordinanza prossima per gli incarichi preveda correttivi finalizzati alla continuità ed alla massima copertura delle sedi;

4. che si giunga al più presto alla conclusione dell’attuale concorso ordinario e che sia contestualmente avviato il concorso riservato imposto dalla legge,  modalità quest’ultima poi da non ripetere in alcun modo, innanzitutto per il rispetto della dignità di chi opera nella scuola con professionalità;

5. che, modificando la norma che ha bloccato gli incarichi, si persegua ogni azione verso una  regolare indizione di concorsi ordinari, a cominciare dall’ immediato avvio di  un nuovo concorso ordinario da indire entro l’estate e assolutamente rivisitato nella struttura (precedenza alla selezione per merito sulla selezione per titoli;  brevità ed efficacia delle prove scritte, sul modello del concorso trentino;  eliminazione del corso da sostituirsi con un reale anno di tirocinio con valutazione finale);

6. che, nell’ambito di una urgente ripresa della discussione dei disegni di legge sugli organi di governo della scuole a sullo stato giuridico dei docenti, si delinei un nuovo stato giuridico  della professione direttiva delle istituzioni scolastiche,  per ridare certezza ad una figura di Capo di istituto di scuole  autonome,  per il quale i compiti organizzativi ed amministrativi siano chiaramente orientati alla primaria funzione culturale ed educativa della scuola.

 

La Direzione Nazionale

 

 

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