Fondi diretti alle scuola: una scheda di DiSAL


Fondi per il funzionamento delle scuole: ancora tagli

 

Pubblichiamo, come primo contributo di riflessione, una scheda di informazione e di commento a cura di Giacomo Buonopane – dirigente scolastico di Genova, membro della direzione di Di.S.A.L.

 

Il Ministro Fioroni ha firmato il 1 marzo 2007 il  Decreto n. 21 che fissa i parametri nazionali per la definizione della dotazione ordinaria da attribuire alle singole scuole, nonché l’applicazione della nuova norma sull’invio diretto dei fondi alle stesse, come previsto dalla Finanziaria 2007 (art. 1, comma 601, Legge 27.12.2006, n. 296).

La nuova normativa prevede che il Ministero della Pubblica Istruzione:

- istituisca, per finanziare le scuole statali, due soli capitoli nel proprio bilancio (uno per le spese di personale, l'altro per le spese di funzionamento);

- assegni direttamente i fondi alle scuole;

- effettui il monitoraggio (attraverso gli USP e gli USR) delle spese sostenute dalle scuole.

I fondi dei due capitoli ministeriali:

-   il 1023 per le spese di personale esclusi gli stipendi personale ITI e ITD annuale ( Fondo Istituzione Scolastica, indennità accessorie, supplenze brevi, indennità esami, mensa gratutita ai docenti, oneri riflessi ecc.);

-  il   1024  per le spese di funzionamento ( funzionamento didattico ed amministrativo, Tarsu, Appalti pulizia e compensi revisori, integrazione disabili, ecc.)

saranno assegnati sotto forma di un unico finanziamento (effettuato in più tranche su base quadrimestrale nel corso dell'esercizio) che sarà introitato dalle scuole. Esse utilizzeranno le risorse senza vincolo di destinazione, ma dovranno rispettare i vincoli istituzionali (istruzione, Formazione, orientamento) e gli obblighi derivanti da leggi (es. assicurazioni obbligatorie) e dai CCNL e contratti integrativi di istituto.

A parte la semplificazione formale che ne conseguirà in termini di leggibilità sul versante delle entrate, viene così compiuto un passo avanti nella direzione dell'assegnazione dei fondi "senza vincoli di destinazione", come previsto dalla normativa istitutiva dell'autonomia delle scuole (art. 21 della Legge n. 59/1997) e dallo stesso Regolamento contabile vigente (Decreto Interministeriale n. 44/2001).

Le Istituzioni Scolastiche avranno 30 giorni di tempo da quando riceveranno la comunicazione dell’entità delle risorse assegnate per approvare il Programma Annuale 2007.

Il provvedimento si propone di dotare le scuole di una vera autonomia finanziaria così come previsto dalle norme  che qualche anno fa hanno attribuito autonomia e personalità giuridica a tutti gli ordini di scuola.

Tale innovazione, vista l’entità dei finanziamenti previsti secondo i parametri fissati e  considerate le sperequazioni oggi esistenti nelle scuole per la mancanza in passato di oggettività nell’ assegnazione delle risorse in gran parte vincolate nella destinazione, non potrà però dare risposte alle necessità economiche delle scuole, messe alle strette dagli ultimi anni di tagli e riduzioni di finanziamenti.

Ad aggravare la situazione in questi ultimi tempi si è riscontrata anche la lentezza nell'accreditamento. Per tutto ciò le scuole hanno dovuto cumulare debiti, anche fuori bilancio, che pare ammontino ad oltre 600 milioni di euro.

Il provvedimento del MPI si limita infatti a distribuire gli stanziamenti della finanziaria 2007 che peraltro sono stati ulteriormente ridotti rispetto al 2006, “anno nero” delle riduzioni. A conti fatti il "taglio" potrebbe arrivare al 20% rispetto allo scorso anno.

La trasparenza, le regole certe e i parametri oggettivi che ispirano l’azione del MPI da soli oggi non bastano a dare ossigeno alle casse vuote delle scuole.

La scuola ha infatti obblighi previsti dalla legge come per es. le spese per le supplenze che nella scuola infanzia e primaria sono ingenti, le indennità di maternità, frequenti visto l’alto numero di personale femminile,  il pagamento della ex Tarsu  (ora TIA) per i rifiuti solidi.
Le somme che secondo il Ministro della Pubblica Istruzione si dovevano mettere in campo per sostenere l’autonomia delle istituzioni scolastiche ("Si passerà dagli attuali 100 milioni di euro a poco meno di tre miliardi" questo lo slogan di Fioroni) sono a conti fatti molto modeste.

E’ vero che quest’anno le scuole riceveranno complessivamente poco meno di 3 miliardi di euro, ma va precisato che questa somma comprende stanziamenti che già ora vengono assegnati alle Istituzioni Scolastiche.

Nei tre miliardi sono compresi infatti sia i fondi per il pagamento delle supplenze sia quelli del Fondo dell’istituzione Scolastica da utilizzare  per i contratti integrativi di Istituto.

Per le supplenze sarà garantito uno stanziamento pari a 450 euro per ogni insegnante in organico di fatto per le scuole dell’infanzia e per le primarie, 140 per ogni docente di scuola secondaria e 45 euro per ogni ATA.

L’importo potrà essere raddoppiato se la scuola dimostrerà di aver dovuto far fronte a particolari esigenze però non viene previsto un reintegro completo dei fondi rispetto all’effettivo bisogno.

Va ricordato che le cifre in questione sono al lordo di ogni onere assistenziale ed erariale e quindi in pratica sono minori di quelle fino ad adesso assicurate a copertura di tutte le spese sostenute.

I fondi per il funzionamento saranno erogati utilizzando parametri uguali per tutti; per i circoli didattici, per esempio, è prevista una quota-base di circa 1.100 euro maggiorata di 100 euro per ciascun plesso staccato e integrata da circa 8 euro per ogni alunno iscritto.

Del tutto discutibile l’integrazione per gli alunni disabili (12 euro per ciascun alunno).

Per pagare la Tarsu le scuole non riceveranno nessun fondo aggiuntivo, ma dovranno ricorrere allo stanziamento ordinario. Ma il Ministro ha già fatto sapere che, per affrontare questo problema, intende coinvolgere l’ANCI e gli stessi Comuni che dovrebbero "premiare" le scuole sostengono iniziative di raccolta differenziata esonerandole dal pagamento della tassa o riducendola in modo significativo.

Nulla viene al momento detto per i fondi per i laboratori di informatica (che fine hanno fatto i 2 milioni di vecchie lire di berlingueriana memoria che dovevano sostenere annualmente le tecnologie didattiche?), per il sostegno delle spese per la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori ( con quali somme le scuole pagheranno l’RSPP e il medico competente o l’acquisto di attrezzature a norma  per il personale?) per l’integrazione dei disabili (interventi a supporto e acquisti di sussidi e materiale), mentre i fondi per la formazione e aggiornamento del personale e quelli per il sostegno al POF (legge 440/97) pare continueranno inspiegabilmente ad essere erogati dalle Direzioni Regionali.

 

Recentemente i Sindacati Scuola hanno fatto presente al Ministro che -  insieme alla ricerca di criteri trasparenti, unici e nazionali concernenti l'assegnazione diretta alle scuole delle risorse dei nuovi "fondi" previsti dalla Finanziaria 2007 e all'auspicabile aumento della totalità delle disponibilità economiche da suddividere per tale assegnazione – è necessario:

  • prevedere un finanziamento straordinario per ripianare i debiti accumulati;
  • eliminare il tetto di spesa per le retribuzione dei supplenti;
  • inserire tra le spese fisse a carico del MEF gli stipendi dei supplenti temporanei con contratto superiore a due mesi;
  • raggiungere un accordo con la conferenza Stato-Regioni per risolvere il problema del pagamento della TARSU che spesso assorbe l’intera disponibilità del funzionamento e crea grandi disparità tra le scuole a seconda del comportamento dei singoli enti locali;
  • ricercare un unico sistema di accreditamento dei fondi alle scuole evitando di allocare i finanziamenti della legge 440/97 (autonomia scolastica) e della formazione del personale agli Uffici Scolastici Regionali;
  • prevedere un confronto a livello regionale per l'assegnazione della dotazione perequativa alle scuole;
  • trasmettere immediatamente alle scuole i fondi giacenti nelle contabilità speciali per aumentare le loro disponibilità di cassa.

Di queste  preoccupazioni non v’è traccia nel  decreto e questo deve essere fonte di seria riflessione da parte di tutti perché si potrebbero registrare, a breve, gravi conseguenze nella ordinaria funzionalità delle scuole ( pagamenti, acquisti, nomine supplenti ecc.).

Basti ricordare che dopo due mesi di esercizio finanziario “provvisorio” le risorse destinate alla copertura delle supplenze temporanee sono già terminate e i lavoratori non percepiscono lo stipendio a cui hanno diritto.

 

Non  vorremmo che il MPI contasse su una temporanea surroga da parte degli Enti Locali (che non navigano in buone acque e che comunque, eccetto lodevoli eccezioni, stanno riducendo alle scuole i proventi previsti dalla normativa vigente) o, da subito, sui proventi alle scuole previsti dal nuovo regime fiscale per le donazioni liberali in favore delle Istituzioni Scolastiche che rappresentano certamente un’interessante novità per un sostegno economico diretto alle scuole da parte dei soggetti presenti sul territorio a partire dalle famiglie.

Le norme sono contenute nei commi 3/8 dell’articolo 14 del decreto-legge Bersani e una  lettura apparsa di recente su una rivista di settore (Nuovo regime fiscale: il costo lo pagheranno le scuole stesse. Effetti paradossali del provvedimento che garantisce sgravi fiscali a chi farà donazioni alle scuole: il costo sarà pagato con la riduzione degli stanziamenti per le scuole statali; non verranno toccati invece i fondi per le scuole paritarie. Tratto da “La Tecnica della Scuola”del  27 gennaio 2007) può essere utile per capire qualcosa di più sul meccanismo che il Ministero intende utilizzare per aumentare le risorse finanziarie a favore delle scuole e l’informazione, se corrispondente al vero, alimenta  solo giuste preoccupazioni per gli scenari futuri. 

Il pezzo citato afferma che “ …. va precisato che il meccanismo ha un costo per l’erario che, a causa delle detrazioni alle quali avranno diritto i soggetti eroganti, vedrà diminuire le proprie entrate…  Ma come farà lo Stato a recuperare le somme che i soggetti eroganti non verseranno all’erario quando pagheranno le imposte sul reddito? …Verranno ridotti conseguentemente i trasferimenti dei fondi dal Ministero della Pubblica Istruzione alle Istituzioni Scolastiche….

In altre parole a tutte le scuole arriveranno finanziamenti  in meno mentre le scuole più intraprendenti potranno contare su fondi privati aggiuntivi raccolti sul territorio….

Per correggere questa anomalia il Ministro ha già annunciato che verrà creato un fondo perequativo per fare in modo di assegnare fondi anche alle scuole che non riusciranno ad ottenere donazioni da privati...

 

In questo preoccupante scenario le  Istituzioni Scolastiche, a partire dai dirigenti scolastici, direttori SGA, consigli di circolo ed istituto, sono pronte a mobilitarsi per una netta inversione di tendenza.

 

Le organizzazioni sindacali e le associazioni professionali del personale della scuola, devono altresì intraprendere un’azione vertenziale più incisiva a tutela della funzionalità delle scuole dell’autonomia che altrimenti risulterà compromessa nei prossimi mesi se non saranno attivati gli opportuni correttivi richiesti e definiti stanziamenti adeguati almeno a sanare il pregresso.

 

In  chiusura una segnalazione alle parti contrattuali. Auspicando che il nuovo Regolamento per il conferimento delle supplenze che sta per essere emanato dal MPI contribuisca ad eliminare, a partire dall’a.s. 2007/08, larga parte dei disservizi che oggi si registrano in materia, il prossimo CCNL del comparto scuola non potrà però eludere, nel settore della scuola primaria e infanzia, l’affronto di questi due aspetti:

  • individuazione di un quadro generale nazionale certo entro cui prevedere opportune forme organizzative, da contrattare a livello dell’Istituzione Scolastica, per favorire le sostituzioni degli assenti anche con personale ITI,  all’interno del proprio orario di lavoro o al di fuori di esso, ponendo fine alla deregulation in atto determinata dall’emergenza supplenze (accorpamenti di classi, spostamenti d’orario, reperibilità ecc.);
  • incentivazione del ricorso al fondo ore eccedenti il proprio orario di lavoro  per supplenze (a proposito dov’è finito, in questa ristrutturazione, il previsto finanziamento oggi  erogato a piè di lista?) con una netta rivalutazione del compenso orario (oggi assimilabile finanziariamente al compenso per attività di non insegnamento).
 
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