DiSAL sull'avvio delle Indicazioni nazionali I ciclo


Si riunisce lunedì 16 settembre presso il Ministero P.I. il Forum delle associazioni professionali dei docenti e dirigenti della scuola per esprimere pareri alla Direzione degli Ordinamenti sulle misure di attuazione e di appoggio alle nuove Indicazioni Nazionali per il I Ciclo.

Presentiamo le osservazioni che DiSAL ha consegnato al sig. Ministro. Ricordiamo che un precedente e ampio documento di lavoro DiSAL è scaricabile all'indirizzo http://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=6487.

 

Di.S.A.L.   -  Dirigenti Scuole Autonome e Libere

 Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie  - Ente qualificato dal Miur alla formazione

 

Per un primo Contributo DISAL sulle

‘Indicazioni per il curricolo’

settembre 2007

 

 

Il Ministro Fioroni ha presentato ufficialmente il testo delle nuove “Indicazioni per il curricolo”, destinate a sostituire le Indicazioni nazionali per il primo ciclo allegate al D.Lgs. 59 del 2004, in attuazione della legge di riforma degli ordinamenti tuttora vigente.
Si tratta di un documento corposo (oltre cento pagine), anche se molto più snello di quello che lo ha preceduto.
La DISAL  invita i colleghi dirigenti e docenti a far pervenire propri contributi di riflessione sul testo, nell'intento di mettere a punto strumenti di intervento professionale da condividere.
Per il momento, si limita a formulare alcune osservazioni.

 

Aspetti positivi

 

§         Un tentativo di disegnare alcune coordinate culturali e didattiche

Le Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione rappresentano, prese nella loro interezza, cioè comprensive di decreto e direttiva per la loro attuazione, un tentativo di disegnare alcune coordinate culturali e didattiche entro le quali si possa collocare l’attività dei collegi docenti delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo, intesa principalmente come elaborazione e realizzazione del piano dell’offerta formativa.

 

§         Istruzione ed educazione

il Documento si presenta con una Lettera introduttiva del ministro in cui si fa riferimento alla categoria dell’educare istruendo e alla necessità che la scuola sia un luogo di incontro tra persone; nella lettera è forte la sottolineatura di una idea di scuola come luogo di sintesi di esperienze e di trasmissione di saperi che nascono dalla tradizione.

§         Le competenze essenziali

È inoltre chiaramente lanciato il tema delle competenze essenziali in uscita dai vari livelli.

(Traguardi per lo sviluppo delle competenze  e  Obiettivi di apprendimento)

 

Aspetti critici

 

§         Rimane un miraggio l’indicazione e la selezione di pochi, chiari, forti obiettivi

Tutte le discipline sono poste sullo stesso piano senza distinzioni di priorità, senza nessuna indicazione precisa di quelle che forniscono le competenze chiave, ossia quelle che tutti devono necessariamente e indispensabilmente padroneggiare, e che un tempo erano sintetizzate in

“leggere, scrivere e far di conto”.
La scuola avrebbe l’obiettivo di “ricomporre i grandi oggetti della conoscenza – l’universo, il pianeta, la natura, la vita, l’umanità, la società, il corpo, la mente, la storia – in una prospettiva complessa, volta a superare la frammentazione delle discipline e a integrarle in nuovi quadri d’insieme”.

Una scuola che ha la pretesa non solo di formare lo studente, ma l’essere umano nella sua complessità!

 

§         Assente il riferimento alle 8 competenze chiave di cittadinanza

Nel documento non c’è riferimento alle 8 competenze chiave per l’apprendimento permanente indicate dall’UE il 18 dicembre 2006 con cui  l’Italia punta all’Europa , peraltro richiamate nel Testo del decreto sull’obbligo di istruzione.

 

§         Al centro la scuola?

Dalla Lettera introduttiva del Ministro e della Premessa alle Indicazioni titolata significativamente ‘Cultura, scuola, persona’,  si sottolinea la centralità della scuola nel processo formativo del giovane. Al centro deve stare la scuola, con i suoi organismi, quelli che devono realizzare il “curricolo”; gli studenti e le famiglie sono solo i destinatari di ciò che la scuola sovranamente decide di realizzare. Quando si dice impianto autoritario. Per noi, invece, al centro devono stare gli studenti e le loro famiglie, sono loro il fine: la scuola e i docenti sono i mezzi messi a disposizione dallo Stato per coinvolgerli in prima persona e con precisi spazi istituzionali di scelta nella costruzione dei propri percorsi formativi.

Due diverse visioni dello Stato, l’una impositiva e prefettizia, quella tipica di una cultura di  sinistra, l’altra propositiva e sussidiaria, tipica della tradizione cattolica e liberale.

 

§         Il rischio di nuove ‘pedagogie di Stato’

La lettura delle nuove Indicazioni nazionali evidenzia comunque il rischio di una ‘nuova’ pedagogia e didattica di Stato.

Alcuni titoli della Premessa sono significativi: Centralità della persona’, Nuovo Umanesimo, la Nuova cittadinanza. Nel silenzio generale, c’è il pericolo che alla scuola si imponga di  forgiare l’ “uomo nuovo”, quello frutto di un’ideologia massimalista e nichilista.

Come nei regimi vecchio stile, insomma, alla scuola è affidata addirittura una mutazione antropologica dei cittadini: secondo i desideri di chi comanda?

Ancora una volta il rischio di una scuola apparato ideologico dello Stato .

 

§         Ma Darwin c’è ancora?

Se si dà una lettura dei contenuti delle diverse discipline, contravvenendo agli appelli dei maitre a penser che si erano scatenati nella precedente legislatura contro le pretese amnesie culturali delle Indicazioni nazionali targate centrodestra, le nuove Indicazioni nazionali tacciono della letteratura per l’infanzia, di Darwin e dell’evoluzionismo, se lasciano intatto lo studio dell’evo antico sacrificano pesantemente l’evo medievale e moderno a vantaggio del 900 berlingueriano, riducono lo spessore culturale ed educativo dell’educazione fisica, dell’educazione tecnica ed economica, dell’informatica, dell’inglese e della seconda lingua,  poco chiara, nonostante le affermazioni di principio, la strutturazione dei contenuti della grammatica italiana.

Prospettive di lavoro

 

*                  Ancora una volta,e per fortuna, lo strumento delle Indicazioni nazionali è offerto agli operatori della scuola: occorre pertanto che essi utilizzino  lo strumento e lo valorizzino, lo sperimentino, lo facciano proprio trasformandolo in oggetto di continua verifica del lavoro scolastico.
La responsabilità educativa del soggetto educante ( docenti, genitori, dirigenti ed operatori) è chiamata in causa!
Da questo punto di vista è condivisibile  la prospettiva proposta dei due anni di sperimentazione nelle scuola delle Indicazioni  prima di ulteriori modifiche.

*                  C’è da augurarsi che la responsabilità e la capacità critica e di elaborazione degli insegnanti e degli operatori della scuola sappiano realizzare spazi , iniziative e buone pratiche a vantaggio degli studenti, secondo tutta la prospettiva culturale  e la libertà di intrapresa di cui veramente la Nazione ha bisogno.

*                  E’ urgente la predisposizione di supporti tecnici per l'orientamento degli operatori nell’utilizzo delle Indicazioni ed il monitoraggio della loro attività. In caso contrario, l'alleggerimento dei “contenuti” indicati dal centro rischia di generare un pericoloso  “fai da te” nella pratica quotidiana. E’ auspicabile che tra gli strumenti a supporto dell’uso delle nuove indicazioni sia valorizzato istituzionalmente l’apporto delle Associazioni professionali di docenti e dirigenti.

*                  Diventa a questo punto indispensabile la predisposizione di un sistema nazionale di valutazione degli apprendimenti degli studenti. La libertà di scelta dei contenuti di insegnamento che le Indicazioni nazionali lasciano sostanzialmente intatta  – da noi condivisa – richiede urgentemente la predisposizione di un efficace e snello sistema di valutazione degli apprendimenti dello studente eventualmente  attraverso rilevazioni esterne (prove nazionali o altro), come peraltro avviene in altri paesi europei. In assenza di un qualificato sistema di valutazione è forte  il rischio della autoreferenzialità operativa delle singole scuole.

 

La direzione nazionale

Milano 13 settembre 2007

 
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