La Confindustria ed il futuro dell’istruzione tecnica


Pubblichiamo il documento presentato al Convegno di Vicenza da parte di Confindustria sul futuro del secondo ciclo nella riforma.
Convegno organizzato da Confindustria e dall’Associazione Industriali della Provincia di Vicenza il 20-04-2004
“Capitale umano. Qualità. Competitività. Quando la formazione anticipa lo sviluppo.”
SCHEMA DEL DOCUMENTO SUI LICEI TECNOLOGICI
Premessa - Per superare la tradizionale scissione fra studio e lavoro e divenire parte costitutiva di un sistema nazionale ed europeo di innovazione, sviluppo e crescita culturale e sociale, la Scuola Superiore deve essere capace di aggiornarsi, deve cioè saper ripensare e ristrutturare i modi tradizionali con cui opera. In una logica di «integrazione», l’intreccio e l’alternanza di esperienze di aula, di laboratorio e di apprendimento in luogo di lavoro diventano requisiti fondamentali del curricolo scolastico, così come Io sforzo di non fermarsi alle conoscenze ma di cercare di tradurle in competenze. In tal senso la novità del Liceo Tecnologico rappresenta l’occasione per coniugare lo studio scientifico con l’opportunità di acquisire competenze operative specifiche e capacità complesse, funzionali ad un determinato settore. La cultura tecnologica, nei suoi diversi settori, costituisce una esperienza di studio ed un patrimonio di ricerca essenziale, irrinunciabile e in nessun modo sostituibile, accanto alla cultura umanistica e scientifica, per il progresso delle società umane. I licei tecnologici riceveranno la preziosa eredità degli Istituti Tecnici, che in passato hanno saputo unire il sapere e il sapere fare. Ciò non significa trasferire nel nuovo quadro i percorsi e le strutture già esistenti con sole modifiche superficiali, ma significa costruire un nuovo quadro del sistema educativo complessivo, basato su una chiara programmazione di obiettivi e finalità, su una precisa scansione di responsabilità e di tempi e rispettando l’evoluzione delle capacità cognitive dei giovani studenti. L’impostazione di seguito descritta e l’articolazione dei licei tecnologici in indirizzi diversificati (come previsto esplicitamente dalla Legge 53), permette di soddisfare: - le esigenze formative e di sviluppo culturale e sociale espresse dagli studenti e dalle famiglie, - le esigenze formative generali e quelle tecnologiche della realtà economico — produttiva assicurando una adeguata occupabilità dei giovani sia nell’immediato, terminato il percorso scolastico, che successivamente, in qualsiasi momento dei percorsi universitari e formativi seguenti. Il rafforzamento dell’istruzione tecnologica, che ha una dignità formativa autonoma accanto a quella degli altri licei, parte dal forte radicamento nel territorio di riferimento, con: - la conoscenza delle caratteristiche e delle peculiari esigenze per assicurare la crescita economica e lo sviluppo sociale e culturale, - la messa in campo di un apprendimento centrato su esperienze concrete e cooperative, legate agli ambienti e all’organizzazione del lavoro, in legame diretto con la cultura scientifica, tecnica e professionale, - la flessibilità e la costante apertura all’innovazione e all’aggiornamento. E’ possibile solo cosi far acquisire competenze “professionalizzanti” operative, spendibili nel mercato del lavoro quelle “conoscenze ed abilità caratterizzanti il profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi”, richieste dalla Legge 53. Occorre inoltre assicurare ai giovani di poter scegliere davvero tra le offerte formative equivalenti, e comunque di poter contare, con altrettanta certezza, su un efficace sistema che assicuri e garantisca effettivamente i passaggi tra i due sistemi e verso la formazione superiore e l’università. Ciò esige di delineare, nell’ambito dei territori regionali e provinciali, una mappa dell’offerta formativa che, traguardando le specifiche vocazioni del sistema economico, preveda un disegno di percorsi organici, completi, orientati all’eccellenza formativa, nell’ambito di intese esplicite e reciproche con l’università e con le imprese. Pur in questa ottica territoriale non si può non trascurare l’importanza di alcuni elementi, fondamentali per una realizzazione completa ed armonica del contenuto della riforma che dovranno essere chiariti in altra sede: • Il ruolo di Stato e Regioni, Ministeri (Istruzione e Lavoro) Regione (Assessorati Istruzione,Formazione/Lavoro) MIUR regionale, Istituti autonomi e le relative risorse di ciascuno; • La didattica di laboratorio; • L’offerta integrata; • La rete formativa; • Il valore legale del titolo di studio; • Le nuove professionalità dei docenti.
La proposta - Sulla base delle premesse sin qui svolte, il Gruppo scuola di Confindustria Veneto, al termine di un lavoro che ha coinvolto anche diversi dirigenti di istituii tecnici industriali e commerciali delle sette province venete, propone all’attenzione del mondo delle imprese e del mondo della scuola, alcune linee programmatiche sull’istituzione dei Poli tecnologici, quale ipotesi di concretizzazione della riforma Moratti per quanto attiene al “Liceo Tecnologico”. Si tratta di poli educativi, intesi come realtà articolate sia da un punto di vista formativo ed organizzativo, che da un punto di vista territoriale, nell’ambito dei quali possono essere compresi, nei medesimi settori ed indirizzi, un percorso quinquennale di liceo tecnologico, i corrispondenti percorsi dell’istruzione e della formazione professionale (triennali e quadriennali) eventuali corsi serali e corsi EDA - Educazione degli Adulti - e un’offerta stabile di formazione superiore (in collaborazione con le Università locali e le imprese). I Poli Tecnologici si dovranno qualificare per alcuni elementi caratteristici, quali: • Sedi comuni o anche fisicamente staccate, purché integrate, • Sistema garantito ed automatico di passaggio tra i diversi sistemi e percorsi (“passerelle”), • Orari coordinati e compatibili al raccordo, • Laboratori in comune per una loro ottimale valorizzazione e utilizzazione, • Docenti in parte interscambiabili, • Aggiornamento dei docenti con esperti esterni in comune, • Attività di cultura d’impresa e rapporto scuola lavoro (orientamento, visite aziendali, stage, impresa virtuale, alternanza scuola-lavoro, ecc.) in comune e almeno parzialmente comprese nell’orario curricolare, • Collaborazione continuativa e organica con le Università e le aziende del territorio, • Coordinamento didattico ed organizzativo tramite un CTS, Comitato Tecnico Scientifico (con rappresentanza delle diverse istituzioni formative, delle imprese, enti locali e forze sociali del territorio), • Sistema di trasporti rispondente alle esigenze.
Approfondendo il concetto di filiera formativa e di scuole in rete, sulla base del progressivo passaggio alte Regioni della gestione amministrativa unitaria di tutta l’istruzione, l’obiettivo finale è quindi di giungere alla costituzione di vere e proprie ”Cittadelle degli studi” per indirizzi omogenei, quali istituzioni integrate pienamente rispondenti alle esigenze espresse dal territorio. Questi Poli dovranno quindi essere distribuiti territorialmente in modo da riequilibrare un’offerta formativa che appare oggi frammentata e disomogenea e per ridurre di conseguenza il fenomeno della concorrenza, che — se pure lodevole nelle intenzioni — finisce con l’impoverire le istituzioni più deboli. I Licei tecnologici dovranno essere certificati per la sicurezza e la Qualità e accreditati per la Formazione Superiore, come singola scuola o all’interno dei nuovi organismi che saranno i Poli Tecnologici. Dovranno esservi attivati protocolli di valutazione di tutte le componenti e di tutti gli attori del processo formativo, elaborati da agenzie esterne alla scuola e sulla base di criteri che tengano presente la complessa articolazione dei percorsi formativi presenti nei Poli Tecnologici. In essi insegneranno docenti di diverse tipologia ed estrazione, cui verranno chieste competenze didattiche coincidenti solo in parte con quelle degli insegnanti degli altri Licei generali: i docenti dei Licei Tecnologici infatti possono essere, oltre agli insegnanti tradizionali, anche docenti di professionalità tecnologiche, docenti di Laboratorio, ed esperti esterni legati alla realtà produttive ed aziendali del territorio. Dato il loro stretto collegamento con la tecnologia e la sua evoluzione, è indispensabile un loro aggiornamento periodico e regolare, intrinsecamente legato al mondo della scienza e della tecnologia e al lavoro del territorio. Parteciperanno altresì alla costruzione di un portfolio delle competenze, un elenco cioè di quanto gli allievi hanno appreso nelle esercitazioni pratiche, alle quali dovrà essere fornita dignità scientifica e tecnologica per dare agli allievi stessi consapevolezza critica. Il portfolio delle competenze sarà il riferimento concreto per i possibili passaggi tra Licei tecnologici e Istruzione-Formazione Professionale IFP; questa abilità dei docenti nella costruzione del portfolio delle competenze dovrà perciò corrispondere ad analoga abilità dei docenti di Laboratorio dell’altro canale dell’Istruzione-Formazione professionale IFP. Per alcuni argomenti dei percorsi dei Licei Tecnologici, specialmente negli ultimi anni e nella gestione dei tirocini-stages-alternanze, sarà indispensabile ricorrere a esperti esterni come docenti, in modo analogo a quanto avviene nei corsi dell’apprendistato e post diploma. Per essi non deve essere necessario ricorrere a graduatorie, ma il contratto verrà fallo direttamente dal capo di Istituto, con criteri più snelli, comunque definiti formalmente e trasparenti.
All’interno dei Poli saranno presenti le seguenti macroaree: 1) Elettronica, meccanica e automazione 2) Energia e impianti 3) Informatica e comunicazione 4) Chimica, biologia, 5) Risorse agro-alimentari ed ambientali 6) Tessile, moda, calzature ed accessori 7) Edilizia e territorio 8) Trasporti, intermodalità e logistica. La struttura quinquennale del liceo tecnologico sarà distribuita secondo il modello 2+2+1: due bienni ed un anno conclusivo di specializzazione, strutturando il primo biennio in modo unitario per tutti i licei tecnologici e prevedendo i più ampi raccordi con i licei di tipo teorico ad indirizzo scientifico. Una verifica fatta comparando la struttura oraria esistente dei licei tecnici sperimentali e dei licei scientifici (Brocca e tecnologico) conferma fin d’ora la possibile fattibilità di questo raccordo.
Il primo biennio potrebbe dunque prevedere: • Un’area disciplinare comune all’intera struttura del liceo tecnologico. comparabile agli atri bienni liceali, • Un’area disciplinare scientifica e propedeutica tecnologica, • Un’area di recupero e/o approfondimento, anche tecnologico, legata a specifiche esigenze formative anche locali.
Il secondo biennio: • Un’area disciplinare linguistico-letteraria e storica, • Alcuni moduli di approfondimento critico ed epistemologico della scienza e della tecnologia, • Un’area disciplinare scientifico-tecnologica con insegnamenti a programmazione comune e con insegnamenti a programmazione articolata, finalizzati a completare la formazione scientifica e a sviluppare in parallelo le discipline tecnologiche, • Alcuni moduli di cultura d’impresa intesa come metodo di studio per affrontare e risolvere i problemi.
Nell’ultimo anno strutturato con preciso riferimento ai paragrafi g) e i) dell’art. 2 della L 53: • Un’area linguistica intesa a potenziare soprattutto la conoscenza parlata e tecnica della lingua straniera, • Un’arca tecnologica di ricerca e sviluppo, • Aree opzionali tra discipline professionalizzanti, • Alcuni moduli di cultura d’impresa • Alternanza scuola-lavoro e stage, mirati alla realtà socio-economica del territorio (iniziando nell’estate tra il penultimo e l’ultimo). Le ore settimanali potrebbero essere 30/32, comprensive di quota nazionale e quota locale, prevedendo risorse orario flessibili per le necessità di recuperi, approfondimenti, valorizzazione delle eccellenze con moduli individualizzati per la realizzazione di interventi di motivazione, per sostenere passaggi e percorsi individualizzati. Analogamente, per il settore del terziario amministrativo, aziendale, commerciale e turistico, opportunamente si costituirà, anche nell’ambito di Poli Economici, il previsto Liceo economico, anch’esso con l’articolazione in indirizzi prevista dalla Legge 53, realizzanti una piena integrazione operativa e didattica con gli Istituti di Istruzione e Formazione professionale del medesimo settore.
I corrispondenti Licei Economici possono articolarsi nei seguenti indirizzi: - Amministrazione e controllo, - Comunicazione e marketing, - Gestione e servizi per il turismo. Anche per il Liceo economico essenziale è il raccordo con la realtà economica aziendale e produttiva, con la ricerca universitaria e la realtà territoriale sociale. Analoga può essere la struttura quinquennale (2+2+1), l’articolazione del piano di studi, la valorizzazione e responsabilizzazione del personale docente. Attualmente alcuni istituti già sperimentano una struttura in qualche modo analoga, sulla tipologia del Liceo Tecnico sperimentale, o in altri percorsi formativi realizzati nell’ambito dell’autonomia scolastica. Con un adattamento forte agli obiettivi finali che prevedono ampie competenze professionali di base, cioè generali di settore, tali esperienze potrebbero essere la base per attivare in tempi molto rapidi una sperimentazione dei nuovi Licei Tecnologici - tra alcuni ITIS interessati e disponibili.
 
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