Diplomifici, indagini, parità scolastica ed esami di stato: chi vuole il cambiamento?


1. L’operazione avviata dalla Procura della Repubblica di Verona sui cosiddetti “diplomifici” è ampia, capillare e necessaria. Il ministro Letizia Moratti ha comunicato l’altro ieri, che, in attesa degli sviluppi della Magistratura, ha avviato una speciale commissione ministeriale d'indagine per accertare eventuali irregolarità amministrative. Il ministro segnala inoltre (e le scuole paritarie che operano con serietà e professionalità lo hanno ben sperimentato) di aver avviato dall’autunno del 2002 un piano di visite ispettive dell'attività didattica svolta dagli istituti paritari di tutto il territorio nazionale. Le situazioni di criticità emerse, anche in riferimento agli esami di Stato, ai cosiddetti studenti "ottisti" ed all'elevato numero di candidati privatisti dichiarati maturi, furono subito segnalate all'attenzione dei Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali per l'attivazione delle iniziative necessarie e per la eventuale adozione dei necessari provvedimenti. Quelle criticità e gli interventi collegati erano stati evidenziate nel discusso rapporto al Parlamento sull'attuazione della Legge 62/2000 riguardante la parità scolastica. Sono inoltre allo studio – segnala il ministro - provvedimenti normativi che dovranno incidere sull'istituto dell'abbreviazione "per merito" e del recupero degli anni scolastici". Staremo a vedere i risultati di queste iniziative. 2. Nel frattempo c’è chi vuole cogliere l’occasione per fare di ogni erba in fascio (come segnala anche l’ANINSEI, associazione nazionale delle scuole non statali “laiche”) coinvolgendo la scuola paritaria in generale. Dopo i comunicati di questi giorni della Cgilscuola è ora il caso del comunicato stampa dell'On. Alba Sasso (Democratici di Sinistra) che accusa di inazione e addirittura di “corresponsabilità” proprio l’unica e attesa azione dell’attuale ministro, chiudendo gli occhi sull’inazione dei ministri passati. Il comunicato così recita: “Emerge una situazione di grave scandalo negli esami di Stato. Abbiamo già denunciato la situazione in molte interrogazioni e interpellanze e da ultimo nell’audizione con il ministro Moratti dei giorni scorsi. Il diploma no-problem di cui oggi si parla è il risultato di precisi atti di carattere normativo e legislativo la cui la responsabilità assoluta è da ascrivere al presente governo. Innanzitutto con la modifica in legge Finanziaria delle commissioni d’esame diventate tutte di membri interni. In secondo luogo con il mancato controllo dell’attuale amministrazione dell’assegnazione degli studenti privatisti alla scuole paritarie. E’ incredibile che il ministro nella sua relazione alla Camere abbia registrato parzialmente il problema senza indicare cosa ha fatto e cosa intende fare il Governo per questo. Per ora ci pensa la Magistratura”. 3. A noi invece pare incredibile che nessun ministro precedente abbia fatto quello che ora si stà facendo, perché è perlomeno curioso dimenticare che gli abusi sui diplomi facili, di alcune scuole in alcune zone, esistono da decenni, spesso risapute anche a causa di movimenti notevoli di candidati per gli esami finali. Il pretestuoso aggancio al fenomeno degli “ottisti”, segnalato dal ministro in Parlamento, dimentica che l’oggetto dell’interveto della Magistratura (che ci auguriamo abbia una seria conclusione) riguarda la “compravendita” di diplomi, fenomeno non certo nuovo e sul quale nulla a che fare la pur discutibile modifica delle commissioni per gli esami di stato. Chiunque gestisce o dirige una scuola paritaria seria è fortemente interessato a che si intervenga con equità sugli abusi. Sarebbe altrettanto interessante che si mettesse mano anche ad una commissione di studio sul buon utilizzo delle risorse finanziarie nella scuola statale, proseguendo le analisi avviate dal ministero sugli sprechi. 4. Infine resta comunque il problema di questo esame di stato finale della scuola secondaria di secondo grado, problema che per alcuni aspetti lo stesso ministro ha evidenziato e che speriamo sia seriamente affrontato con urgenza, magari anticipando il decreto attuativo della legge di riforma in materia. Un esame che, a prescindere dalla nuova composizione delle commissioni (che tutto sommato ha ottenuto un pur modesto risparmio di spesa), non ha più alcun effetto valutativo. Che utilità ha un esame dove le promozioni, dopo la riforma Berlinguer e la modifica con l’attuale ministero, hanno raggiunto quasi il 100%. Occorre decidere, come da tempo in altri sistemi scolastici, chi valuta che cosa ed a che scopo. Probabilmente nella attuale scuola di massa si dovrà riconoscere che anche la scuola secondaria di secondo grado si debba concludere con una valutazione finale interna semplicemente conclusiva del ciclo di studi, avviando invece un sistema valutativo esterno alle scuole con il compito di rilasciare, a chi lo desidera, una certificazione delle competenze da utilizzarsi per gli accessi universitari o per i percorsi lavorativi. (DiSAL)
 
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