Piccoli Comuni: Le tre parole magiche per una nuova scuola: rotazioni, verifiche e Consigli d’Istituti a maggioranza di genitori.
Comunicato Associazione piccoli Comuni Italiani
Il dibattito messo in campo in questi giorni dalla politica parolaia sui temi della scuola tende a dimenticare come sempre che i protagonisti veri sono gli alunni e le famiglie, i veri azionisti di maggioranza dell’azienda scuola pubblica. “Al ridicolo ed ondivago atteggiamento del Ministro Bossi sulla scuola, alle incomprensibili pretese di retroguardia del sindacato italiano che guarda solo ai diritti degli operatori e poco ai doveri, soprattutto alle legittime attese degli alunni e delle famiglie. – dichiara il Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano, all’assemblea dei Genitori responsabili per una scuola moderna” - Ad una totale mancanza di visione complessiva della scuola come luogo strategico della formazione delle nuove generazioni in sinergia con le famiglie, il mondo del lavoro e delle Istituzioni - ha ribadito il Portavoce di Piccoli Comuni - noi rispondiamo dal basso sostenendo le ragioni di un cambiamento culturale di approccio al tema, a partire da un più forte ruolo delle famiglie nella vita della scuola ad una cogente necessità di riformare il corpo docente, ormai superato ed inadeguato alle sfide di questo tempo. Non ci appassiona – chiarisce Caivano - la questione insegnante unico o triplo. Vogliamo insegnati bravi all’altezza dell’arduo compito. La necessità di una verifica complessiva delle idoneità degli insegnati annualmente è ineludibile come altrettanto necessaria è la ricerca costante del merito e della valorizzazione del talento sia nel docente che soprattutto nel discente. Una scuola libera, autorevole, rigorosa e soprattutto orgogliosa di svolgere un ruolo determinante nella crescita dei cittadini europei del domani - le conclusioni tra gli applausi del leader di Piccoli Comuni - deve essere l’orizzonte valoriale verso il quale tutti dovrebbero tendere, senza riserve e senza la strenua difesa dell’orticello sindacale o politico. Un rigoroso controllo sulla realizzazione del programma con una valutazione reale da parte dei genitori può essere un primo ed importante punto di partenza per evitare l’offesa e l’umiliazione di avere scuole di serie a e di serie b. Una trasparenza dei bilanci per dare la possibilità alle famiglie di verificare la qualità della spesa delle risorse pubbliche a favore degli alunni e non di improponibili e molto spesso vergognosi programmi alternativi denominati pomposamente POF, molto spesso inutili e dispendiosi. La possibilità di avere un corpo docente non monolitico, ma flessibile per evitare privilegi nelle stesse scuole con corsi di serie a e corsi di serie b. Non c’è solo una casta politica nel Paese. Le famiglie devono poter valutare il lavoro dei docenti e premiare quelli bravi e volenterosi che svolgono il proprio ruolo con passione e amore per gli alunni e per la scuola”. In conclusione chiediamo al Berlusconi: Rotazioni annuali nelle classi per gli insegnanti, verifiche annuali delle capacità attitudinali degli insegnanti e Consigli d’Istituto a maggioranza di genitori..
L’Addetto Stampa
Andrea Gisoldi