Associazione professionale dirigenti scuole statali e paritarie - Ente qualificato dal MIUR alla formazione
Roma, 22 ottobre 2008
Comunicato
A proposito di occupazioni e interruzioni delle didattica
"Nessuno usi la scuola come terreno di scontro !" - ha dichiarato oggi il presidente nazionale di DiSAL Roberto Pellegatta - "Come dirigenti scolastici siamo fortemente preoccupati dal clima creato da minoranze nella scuola italiana e alimentato da diversi interventi non sempre responsabili. La libera manifestazione del pensiero, il legittimo contributo al miglioramento dei provvedimenti, le proposte di dialogo e confronto non hanno nulla a che spartire con le occupazioni degli istituti, con l’interruzione della didattica o con l’uso politicizzato degli organi collegiali della scuola."
Di fronte a quanto stà avvenendo nella scuola italiana e nel dibattito che la circonda ha proseguito: "Troppi stanno usando la scuola come terreno di contesa politica. L’invito che molte autorevoli voci stanno facendo all’uso del buon senso, della ragionevolezza e del confronto per rinnovare la scuola va ascoltato da tutti i responsabili politici, sindacali, associativi, da tutti i professionisti dell’educazione, dalle famiglie, insieme ai massmedia chiamati a dare voce alle energie positive presenti nella scuola reale.
Solo così tutti dimostreremo seriamente di essere interessati ad un bene comune, piuttosto che ai settoriali interessi di logica politica o corporativa. Se il prevalere della ragione di qualcuno avverrà a scapito di una comune corresponsabilità , tutti avranno perso.
Se poi gruppi minoritari di giovani o audulti intendono utilizzare organi collegiali o edifici scolastici per battaglie ideologiche o corporative sappiano che non troveranno mai collaborazione da dirigenti seriamente responsabili delle istituzioni scolastiche. Quanto all’invio della forza pubblica in scuole occupate, ricordiamo che questo può avvenire solo su chiamata dei rappresentanti della comunità scolastica, come estrema soluzione dopo aver tentato ogni via della ragionevolezza e del confronto per la giusta difesa del diritto all’istruzione.
Per la Costituzione la scuola appartiene alla nazione ed alle comunità sociali che la costituiscono: non appartiene alle fazioni, alle parti contrapposte e neppure allo stato, che ne è a servizio."
Ufficio stampa