Condotta fa media: non è questa la strada !


 

Esami di Stato: il voto di condotta fa media

Abbiamo segnalato in alcuni resoconti di incontri DiSAL la poca chiarezza sull’ammissione all’esame di stato e la permanenza sul sito del Ministero di notizie in merito riferibili addirittura a due anni fa, a 34 giorni dalla fine dell’anno scolastico, costituendo un elemento di confusione per gli alunni e le famiglie e di comportamenti non uniformi per le scuole italiane al momento dello scrutinio.
In particolare la questione del requisito della media del 6 e del dubbio circa la computabilità del voto in condotta a questo fine, potevano produrre comportamenti difformi nella scuola italiana e fin da ora suscitare delusioni o speranze mal riposte. Infatti la circolare sulle istruzioni operative dell’8 aprile parlava di concorrenza del voto di condotta, non di computabilità a tal fine.

Oggi una circolare del Dipartimento ministeriale preposto (n. 46 del 7 maggio 2009) chiarisce che il voto in condotta fa media sia per l’ammissione che per l’attribuzione dei crediti.

DiSAL stessa in data 5 maggio 2009 ha inviato alla Direzione Generale degli Ordinamenti un quesito in tal senso.

Con la nota dell’8 maggio è giunto il chiarimento e di conseguenza il riferimento ad un comportamento uniforme. Il voto di condotta farà media. Era nella logica già di quanto adombrato nell’OM sugli esami di stato. Il tutto nella linea della famigerata e per fortuna ritirata bozza di Regolamento di coordinamento delle norme sulla valutazione.

Ma come già suggerito nella nostra lettera al Ministro all’inizio dell’anno scolastico, noi manteniamo in ogni caso tutte le perplessità nel merito. 

Il giusto e necessario peso al voto di condotta, da ritrovare dopo l’infausta eliminazione stabilita dallo Statuto degli studenti non ritorna computandolo nella media di valutazione del profitto finale, ma solo dando importanza e incidenza chiara ai provvedimenti disciplinari come argine ai comportamenti negativi (ivi compresa l’utile possibilità della bocciatura in presenza di gravi e motivati comportamenti devianti).

Ma il computo nella media oltre ad affermare una grave confusione tra profitto e comportamento nella valutazione finale (ma in fondo la valutazione della partecipazione al lavoro in classe non è già elemento delle valutazione delle singole discipline ?), rischia (come nel caso dell’infelice richiesta del “sei” in tutte le discipline per l’ammissione all’esame) di ottenere effetti opposti.

Si potrà avere un ragazzo con 10 in condotta che potrà permettersi ben quattro cinque all’ammissione, mentre uno con una o due insufficienze all’ammissione e con un voto di condotta più basso correrà il rischio di non essere ammesso.

Voti di condotta alti alzeranno in modo equivoco le medie dei voti e viceversa.

Inoltre nel fare media il peso specifico del voto di condotta sarà più rilevante in un liceo con sette o otto materie che in un istituto tecnico con dodici o tredici materie.

Ci riserviamo quindi di tornare sul problema con precise proposte per la riscrittura delle norme di coordinamento della valutazione ormai necessarie. (DiSAL)

 

 
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