Dispersione scolastica: in continuo aumento nelle superiori


195 mila abbandoni all'anno nelle superiori statali. Incredibile ma vero

Tuttoscuola - 23 maggio 2011

Il 2° Rapporto sulla qualità nella scuola di Tuttoscuola ha contribuito ad aprire in periferia il dibattito su alcune tematiche molto calde, tra cui quella della dispersione scolastica (che, forse, è meglio chiamare degli abbandoni) particolarmente significativa in alcune aree del Paese, come, ad esempio, nel Nord Ovest e nelle Isole.

Ancora una volta ricordiamo che la dispersione rigorosamente rilevata dal 2° Rapporto sulla base dei dati ufficiali pubblicati dal Miur è riferita soltanto al percorso negli istituti statali di istruzione secondaria superiore e non considera, quindi, l’eventuale passaggio dalla scuola statale a quella non statale o alla formazione professionale oppure all’apprendistato formativo; un passaggio dal percorso statale che, se pur non puntualmente calcolabile per mancanza di rilevazioni ufficiali generali, si può, tuttavia, considerare non quantitativamente rilevante, visto che, complessivamente la scuola secondaria superiore non statale accoglie soltanto circa il 7% dell’intera popolazione scolastica degli istituti superiori e fa registrare incrementi molto modesti nelle classi successive a quelle del primo anno di corso (dove ipoteticamente possono affluire gli studenti che hanno abbandonato il percorso statale). Del resto va considerato c he su oltre 190 mila studenti – come vedremo meglio dopo – che lasciano la scuola statale, ben 120 mila risultano dopo anni senza un titolo di studio superiore alla terza media, come documentano i dati Eurostat. Pertanto solo 70 mila circa continuano a studiare altrove. E comunque anche per loro è sintomo di un malessere, se a un certo punto hanno deciso di cambiare strada.

Si potrebbe poi pensare (o sperare) che i dati complessivi sugli abbandoni degli studenti negli istituti statali registrati dal 2° Rapporto di Tuttoscuola al termine dell’anno scolastico 2009-10 rappresentino una situazione critica contingente. Ma, purtroppo, non è così.

Lungo l’intero percorso statale negli istituti superiori dal 1° al 5° anno abbandonano circa 190 mila studenti, che non arrivano all’esame di maturità; al termine del 2009-10 dei 616.645 studenti che nel 2005-06 erano iscritti al 1° anno di corso ne erano rimasti iscritti 420.872: mancavano, dunque, all’appello 195.773 ragazzi che avevano abbandonato la scuola statale, cioè il 31,75%!

La quantità annua di abbandoni è così elevata (190-200mila all’anno) da non sembrare vera, al punto che autorevoli commentatori l’hanno messa in dubbio.

Eppure i dati parlano da soli, come si può constatare dalla tabella allegata con la quale Tuttoscuola ha rilevato, tali e quali, i dati di scolarizzazione degli ultimi quindici anni, facendo risaltare la differenza tra l’iniziale e il finale del percorso statale. Le percentuali medie di abbandoni sono andate diminuendo (dal 36,8% di dieci anni fa al 31,7% dell’ultimo anno), ma restano ancora a livelli di allarme, che ci tengono lontani dall’Europa.

 

Negli istituti superiori della Lombardia un ragazzo su tre non arriva alla maturità

Tuttoscuola - 23 maggio 2011

La maglia nera della dispersione scolastica negli istituti statali è detenuta dalla Sardegna, seguita da vicino dalla Sicilia e dalla Campania. Ma anche il Nord non scherza, soprattutto in quell’area che un tempo si chiamava del triangolo industriale. Qui la Lombardia primeggia in negativo.

Ogni anno negli istituti superiori statali della Lombardia nelle quinte classi non risultano più presenti circa 27-28 mila ragazzi che cinque anni prima si erano iscritti all’inizio del loro percorso scolastico nelle prime classi.

Quei “dispersi”, quei ragazzi che hanno abbandonato prima di arrivare alla maturità sono un terzo di quelli che risultavano iscritti al primo anno di corso: due su tre sono giunti alla metà finale e uno invece ha gettato al spugna (o forse è passato alla scuola non statale o alla formazione professionale).

All’ultimo anno di corso del 1999-2000 il tasso di dispersione era stato addirittura del 38%, uno dei più alti in Italia; poi è andato calando fino ad arrivare nel 2009-10 al 33,2%. Per calcolare questo tasso di dispersione negli istituti statali Tuttoscuola, utilizzando i dati ufficiali pubblicati annualmente dal Miur nella “Sintesi dei dati della scuola statale” ha proceduto a confrontare il numero degli iscritti (81.426) nelle prime classi degli istituti statali superiori del 2005-06 con quelli degli iscritti (54.369) in quinta cinque anni nel 2009-10. Gli abbandoni lungo il percorso sono stati di 27.057 unità, pari, cioè, al 33,2% degli iscritti iniziali.

Dove sono andati quei ragazzi che hanno abbandonato il percorso statale? Nelle scuole private? Nella formazione professionale? Nel mondo del lavoro? Quello ufficiale o quello in nero? Oppure non sono andati da nessuna parte e affollano le fila dei cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training)?

È compito delle istituzioni locali (Comuni, Province, Regioni), ancor prima della scuola, contare e cercare i dispersi e individuare le cause degli abbandoni per prevenirle e combatterle.

Tuttoscuola è disponibile a collaborare ad un progetto di ricerca, se richiesto. 

 

In Piemonte il 30% di studenti che si disperdono e non arrivano alla maturità

Tuttoscuola - 23 maggio 2011

In alcune province del Nord, dove il 2° Rapporto di Tuttoscuola sulla qualità nella scuola ha messo in evidenza l’alta percentuale di dispersione, si è cercato di minimizzare o confutare i dati, anziché dibattere sulle cause degli elevati abbandoni che – si noti bene – non sono un evento contingente circoscritto all’anno scolastico considerato, ma hanno una caratteristica strutturale consolidata con minime variazioni nel tempo.

Nel Nord ovest come nelle Isole gli abbandoni nella scuola statale secondaria superiore non sono un problema di oggi, ma hanno radici lontane, le cui cause è opportuno vengano ricercate con oggettività, al fine di prevenirle o contenerle il più possibile.

Il Piemonte, per esempio, una regione che ha fatto registrare complessivamente i migliori risultati nel Rapporto, ha proprio il neo degli abbandoni nella scuola secondaria superiore statale. Ogni anno, in media, circa 12 mila ragazzi che cinque anni prima aveva cominciato il percorso scolastico non risultano più presenti a scuola e non arriveranno mai all’esame di maturità (se non qualcuno, passando alla scuola non statale).

Il tasso di abbandono scolastico nel 2000 era stato del 36% poi è andato gradualmente riducendosi, ma non è mai stato sostanzialmente ridotto, tanto che alla conclusione del 2009-10 è risultato, se pur di poco, superiore al 30%. Infatti, se si confrontano i dati degli iscritti al primo anno di corso nel 2005-06 (37.370) con quelli di cinque anni dopo in quinta, si può constatare che si sono ridotti a 26.112 con un calo per abbandono di 11.258 studenti, pari al 30,1% di dispersione.   

Dove è finito quel 30% di studenti “dispersi”? Sono passati alla scuola paritaria per tentare un recupero che nella statale sembrava troppo difficile? Sono passati alla formazione professionale o all’apprendistato formativo? Forse in parte (minima) sì, ma nella maggior parte dei casi quei ragazzi dispersi è stata attratta dal mondo del lavoro, anche se precario, oppure ha buttato la spugna in attesa degli eventi.

 

Nelle superiori sarde due ragazzi su cinque lasciano la scuola senza diploma

Tuttoscuola - 23 maggio 2011

Al termine dell’anno scolastico 1999-2000 negli istituti statali di istruzione secondaria superiore il tasso più elevato di dispersione scolastica (o di abbandoni, se il termine aiuta a capire meglio il problema) era stato conseguito, al termine di cinque anni di percorso scolastico, dalla Sardegna che aveva perso per strada più di 12 mila dei 24.500 studenti iscritti in prima nel 1995-96: il 47,4%.

In quell’anno la Sicilia aveva sfiorato il 43% di abbandoni, la Basilicata aveva toccato quota 43,6%, la Campania il 40,6% e il Lazio il 40,1%.

Lasciare quelle posizioni negative non era facile e, infatti, alcune regioni non si sono allontanate di molto da quella situazione critica.

Il maggior recupero di quella situazione negativa l’ha fatto registrare la Basilicata che è scesa al 27,4% di dispersione, con un abbattimento di oltre 16 punti in percentuale. Un miglioramento graduale e costante che ha dimostrato come si possa far decisamente meglio anche in un campo così critico come è quello degli abbandoni scolastici.

Anche il Lazio, scendendo sotto il 30% di dispersione (29,3%), ha avuto un buon esito, abbattendo di quasi 11 punti in percentuale il tasso fatto registrare prima del 2000.

La Sardegna ha migliorato di otto punti in percentuale l’elevato tasso di dispersione registrato alla fine del 99-2000, ma al termine del 2009-10 era ancora ferma al 39,4% di dispersione, che è come dire che quattro dei dieci ragazzi partiti nel primo anno di corso non sono arrivati alla meta finale e quasi tutti, con ogni probabilità, hanno lasciato qualsiasi percorso formativo senza alcun titolo di studio o qualifica.

La minor riduzione del tasso di dispersione si è registrata in Campania e in Sicilia, dove la già elevata percentuale di abbandoni nel percorso scolastico statale si è ridotta soltanto di cinque punti in entrambe le regioni.

 

Ma quanti sono gli abbandoni scolastici?
I dati dell'Istat e di Tuttoscuola

Tuttoscuola - 24 maggio 2011

C’è un’apparente discordanza di dati sugli abbandoni scolastici rilevati da Tuttoscuola negli istituti statali di istruzione secondaria di II grado e quelli evidenziati dal Rapporto annuale Istat sui Neet, i giovani senza formazione e senza lavoro.

Tuttoscuola, in diversi servizi, ha evidenziato come nella scuola statale superiore si perdano ogni anno tra i 190 e i 200 mila studenti che abbandonano  la scuola lungo il percorso del quinquennio che va dalla prima alla quinta. Nell’ultima rilevazione gli abbandoni sono risultati di circa 195 mila unità, pari ad un tasso di dispersione di circa il 30%. Dai che sono riportati completamente su questo sito nella rubrica "settimana".

L’Istat parla di giovani che, dopo la scuola media, non hanno conseguito alcun titolo di studio per una quantità di poco inferiore al 20%.

Come si spiega questa differenza di circa 10 punti in percentuale che equivalgono a circa 60-70 mila giovani in meno che abbandonano?

Il target di riferimento dell’Istat sono i 18-24enni, cioè giovani che hanno avuto altre possibilità per seguire percorsi formativi, anche dopo la scuola media, non coincidenti con il percorso statale all’interno della secondaria superiore.

Dopo la scuola media una quota di ragazzi sceglie percorsi alternativi a quello statale; altri, dopo l’insuccesso scolastico nella statale passano alla non statale o alla formazione professionale.

Una parte ritenta il percorso statale attraverso i corsi serali, contribuendo, quindi, alla riduzione complessiva dei giovani privi di diploma.

Non c’è, dunque, sostanziale discordanza tra i dati di Tuttoscuola e del Rapporto Istat; entrambi, purtroppo, confermano, se pur da prospettive diverse, una pesante criticità nazionale che ci vede nelle posizioni della bassa classifica in Europa.   

 

Istat: un giovane su 5 tra i 18 e i 24 anni abbandona gli studi
E di questi solo la metà trova un'occupazione

Tuttoscuola - 23 maggio 2011

Nel 2010 il 19% dei giovani risulta aver abbandonato la scuola senza conseguire un diploma. È quanto emerge dal Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2010 diffuso dall'Istat di cui parlano sostanzialmente tutti i quotidiani, soffermandosi sull'allarmante dato sulla povertà.

Il dato, che era già stato rilevato da Eurostat nei mesi scorsi, si riferisce ai giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni per complessive 800 mila persone di cui il 60% sono maschi. 

Ma si parla anche di istruzione, e si apprende che ad abbandonare gli studi senza il diploma di scuola superiore sono stati esattamente il 18,8% degli studenti, contro una media europea del 14,4%. Di coloro che hanno lasciato gli studi, sono occupati la metà dei giovani. È occupato il 31,9% delle giovani donne che hanno abbandonato gli studi contro tassi di abbandono e di occupazione tra i maschi rispettivamente del 22% e 56,8%.

Le differenze territoriali sono marcate: particolarmente grave la situazione della Sicilia, dove più di un quarto dei giovani lascia la scuola con al più la licenza media. Percentuali superiori al 23% si registrano anche in Sardegna, Puglia e Campania. Più in linea con il traguardo europeo del 2020 (soglia del 10% indicata nella Strategia Europa 2020) appare il Nord-est, con un tasso di abbandono scolastico intorno al 12 per cento nella provincia autonoma di Trento e in Friuli-Venezia Giulia.

Dai dati dell'indagine Excelsior nel periodo compreso fra l'anno scolastico 2004/05 e quello 2007/08 il numero di diplomati degli istituti tecnici italiani è sceso da 181.099 a 163.915, con un gap rispetto alla domanda potenziale da un minimo di circa 24 mila unità (nel 2005) a un massimo di oltre 127 mila diplomati tecnici (nel 2007).

 

Istat, abbandoni scolastici quasi al 19% nel 2010
In Sicilia più di un quarto dei giovani lascia scuola con al più la licenza media
La Stampa - 23 maggio 2011 - Roma

In Italia il fenomeno degli abbandoni scolastici prematuri rimane consistente Nel 2010 la percentuale di chi ha lasciato gli studi senza conseguire un diploma di scuola superiore si è attestata al 18,8%, ben lontano dalla soglia del 10% indicata nella Strategia Europa 2020, e a fronte di una media europea del 14,4%. È quanto emerge dal Rapporto annuale Istat 2011.
In Italia, dove è occupata meno della metà dei giovani che hanno lasciato precocemente gli studi, a un tasso di abbandono femminile più contenuto (16,3%) non corrispondono maggiori chances di occupazione: risulta occupato il 31,9% delle giovani donne che hanno abbandonato gli studi contro tassi di abbandono e di occupazione tra i maschi rispettivamente del 22 e 56,8%.
Le differenze territoriali sono marcate: particolarmente grave la situazione della Sicilia, dove più di un quarto dei giovani lascia la scuola con al più la licenza media. Percentuali superiori al 23% si registrano anche in Sardegna, Puglia e Campania. Più in linea con il traguardo europeo del 2020 appare il Nord-est, con un tasso di abbandono scolastico intorno al 12% nella provincia autonoma di Trento e in Friuli-Venezia Giulia.
La tendenza alla riduzione degli abbandoni, più incisiva fino al 2007, mostra negli anni recenti un andamento stagnante. Le regioni del Mezzogiorno, pur partendo dai livelli più elevati, sono quelle che mostrano la maggiore contrazione del fenomeno.
Il sistema tuttavia - si fa notare nel Rapporto - offre ampie opportunità legate alla prosecuzione degli studi: dai dati dell’indagine Excelsior nel periodo compreso fra l’anno scolastico 2004-05 e quello 2007-08 il numero di diplomati degli istituti tecnici italiani si è ridotto da 181.099 a 163.915, con un gap rispetto alla domanda potenziale da un minimo di circa 24 mila unità (nel 2005) a un massimo di oltre 127 mila diplomati tecnici (nel 2007).

 Tabelle Dispersione scuole superiori
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