Indice
INTRODUZIONE
Editoriale di Roberto Pellegatta
PARTE I - IL QUADRO DEL PROBLEMA
Orientare a scuola: ripensare compiti, significato ed attori di Maria Assunta Zanetti
Le competenze utili allo sviluppo della persona: soft e hard skills, assetto emotivo-motivazionale, tratti della personalità, formazione del carattere di MariaCinque
Orientamento e curricolo. Sollecitare tutte le facoltà umane dei giovani per la rinascita di Dario Eugenio Nicoli
Capitale umano e non cognitive skills di Giorgio Vittadini
Orientamento e struttura dei cicli scolastici. Perché, come e quando collocare l’orientamento. I soggetti dell’orientamento dentro e fuori la scuola di Antonino Petrolino
PARTE II - TESSERE DEL MOSAICO
Cerca la stella. Un’esperienza di orientamento alle medie. Orientare nel cammino formativo: spunti di riflessione di Rosario Mazzeo
Quale ruolo e quali competenze del docente orientatore in ordine alle scelte di carriera degli studenti adolescenti di Annalisa Isdraele Romano
Misurare e valutare le non-cognitive skills. Quali limiti e quali strumenti di Roberto Ricci
Le competenze nella scuola dell’infanzia e la maturazione della persona di Lucia Stoppini
Il lavoro come aiuto alla scelta di Stefano Gheno
School choice and social demands di Rodrigo Queiroz e Melo, presidente Ecnais
PARTE III - ESPERIENZE A CONFRONTO
Integrare l’insegnamento delle non-cognitive skills nel curriculum: l’esperienza dei Licei FAES di Milano di Marcello Bramati
Un’esperienza di analisi delle non-cognitive skills nel sistema scolastico italiano: il caso della provincia autonoma di Trento di Francesco Pisanu e Roberto Ceccato
Orientamento scolastico e professionale in Polonia di Tiziana Pedrizzi
Orientare nella scuola primaria. Criteri e condizioni di Luisa Cogo
Orientamento e saper fare: alla scoperta di doti personali, risorse e capacità di Maria Laura Sala
PARTE IV - NORMATIVA
Certificazione delle competenze nel I ciclo di istruzione di Mario Falanga
PARTE V - APPENDICE
Piccole autonomie crescono: dalla pandemia, l’esperienza di un risveglio di Ezio Delfino
Gli ITS in Italia: bilancio di un’esperienza di Antonella Zuccaro
Editoriale
Costruire un ambiente favorevole ed un clima che accompagni, dall’infanzia alla giovinezza, alle scelte formative e di studio è sicuramente l’impegno più serio che una comunità scolastica possa prefiggersi. Si potrebbe dire quasi che sia ancor più serio che il perseguire i migliori livelli di apprendimento, se, come tanta pedagogia e buone esperienze confermano, non c’è buona istruzione senza un’impegnativa educazione. Negli ultimi decenni – si potrebbe dire dal “Libro bianco” del 1995 – studi e pubblicistica hanno introdotto nella cultura internazionale documenti, riflessioni e persino termini che hanno messo a fuoco elementi e categorie che hanno aiutato non poco ad uscire dalla vecchia didattica dei contenuti per crescere anche in quella dei metodi. Ci scuseranno gli esperti se, almeno nel riferimento ai termini e non certo per sciovinismo nazionalistico, non useremo troppo degli inglesismi dilaganti. Il desiderio è solo quello di cercare di comprendere assieme come il patrimonio culturale e la specificità della parte buona della tradizione scolastica italiana possa aiutarci a “crescere innovando”, accogliendo quanto di più prezioso la riflessione internazionale ci ha insegnato.
Orientarsi quindi non è solo camminare verso buone scelte scolastiche: gli autori, ai quali sempre siamo grati per i loro contributi, in questo quaderno ci accompagnano ad allargare orizzonti, ad innestare contenuti e tematiche nelle feconde piante dei metodi: d’altronde non è vero che “cultura” e “coltura” hanno stessa radice etimologica?
Sentiamo questo quaderno strettamente connesso, in un percorso ideale continuo, col precedente dedicato alla ricerca di un nuovo volto della “scuola di mezzo” dove in modo cruciale (e non solo istituzionale) si gioca il percorso della scelta; così come crediamo si proponga qui una continuità anche con il penultimo, ancora dedicato alle scuole come “imprese sociali” volte ad “insegnare a servire” il bene comune. Infatti non vi è sfida migliore per un ambiente educativo che proporre ai giovani la finalità formativa del “servire la comunità umana”: non rinchiusi ai confini nazionali, ma capaci di trovare nelle proprie radici stori- che e culturali motivi ed energia per un mondo migliore.
La proposta di questo quaderno segue la convinzione – fortemente personalistica – motivata dai testi di apertura: “L’orientamento scolastico, in questo mo- mento storico-sociale di transizione, è uno dei fattori strategici di sviluppo delpaese” (Zanetti), o “Orientare … è far sentire l’orgoglio di poter contribuire con i propri talenti a rendere più umano il mondo” (Nicoli).
Ci sono oggi in Italia forze istituzionali, culturali, economiche e sociali con- vinte di questo? Sappiamo bene che in Italia l’istruzione, purtroppo, non è mai stato un argomento capace di smuovere le folle (salvo che per proteste sindacal-rivendicative). Nonostante le grandi delusioni che amministrazione e sindacati ci hanno dato durante e dopo la pandemia, questo quaderno (come i precedenti) ci offre buoni motivi per sperare che queste forze, che ci sono qua e là nelle scuole, sappiano … orientarsi al meglio.
Ma in questo compito urge un “ceto dirigente … diffuso, coordinato e con- nesso” (Giovanni Brugnoli), che sappia scoprire talenti, li sospinga ad investire su di sé, sapendo cogliere le opportunità del cambiamento che occorrerà, superata la pandemia, far trafficare al meglio, soprattutto per creare le condizioni perché ci sia un lavoro onesto e dignitoso e un prendersi cura delle persone, per evitare di aumentare le diseguaglianze.
Indice
INTRODUZIONE
Editoriale di Roberto Pellegatta
PARTE I - IL QUADRO DEL PROBLEMA
Orientare a scuola: ripensare compiti, significato ed attori di Maria Assunta Zanetti
Le competenze utili allo sviluppo della persona: soft e hard skills, assetto emotivo-motivazionale, tratti della personalità, formazione del carattere di MariaCinque
Orientamento e curricolo. Sollecitare tutte le facoltà umane dei giovani per la rinascita di Dario Eugenio Nicoli
Capitale umano e non cognitive skills di Giorgio Vittadini
Orientamento e struttura dei cicli scolastici. Perché, come e quando collocare l’orientamento. I soggetti dell’orientamento dentro e fuori la scuola di Antonino Petrolino
PARTE II - TESSERE DEL MOSAICO
Cerca la stella. Un’esperienza di orientamento alle medie. Orientare nel cammino formativo: spunti di riflessione di Rosario Mazzeo
Quale ruolo e quali competenze del docente orientatore in ordine alle scelte di carriera degli studenti adolescenti di Annalisa Isdraele Romano
Misurare e valutare le non-cognitive skills. Quali limiti e quali strumenti di Roberto Ricci
Le competenze nella scuola dell’infanzia e la maturazione della persona di Lucia Stoppini
Il lavoro come aiuto alla scelta di Stefano Gheno
School choice and social demands di Rodrigo Queiroz e Melo, presidente Ecnais
PARTE III - ESPERIENZE A CONFRONTO
Integrare l’insegnamento delle non-cognitive skills nel curriculum: l’esperienza dei Licei FAES di Milano di Marcello Bramati
Un’esperienza di analisi delle non-cognitive skills nel sistema scolastico italiano: il caso della provincia autonoma di Trento di Francesco Pisanu e Roberto Ceccato
Orientamento scolastico e professionale in Polonia di Tiziana Pedrizzi
Orientare nella scuola primaria. Criteri e condizioni di Luisa Cogo
Orientamento e saper fare: alla scoperta di doti personali, risorse e capacità di Maria Laura Sala
PARTE IV - NORMATIVA
Certificazione delle competenze nel I ciclo di istruzione di Mario Falanga
PARTE V - APPENDICE
Piccole autonomie crescono: dalla pandemia, l’esperienza di un risveglio di Ezio Delfino
Gli ITS in Italia: bilancio di un’esperienza di Antonella Zuccaro
Editoriale
Costruire un ambiente favorevole ed un clima che accompagni, dall’infanzia alla giovinezza, alle scelte formative e di studio è sicuramente l’impegno più serio che una comunità scolastica possa prefiggersi. Si potrebbe dire quasi che sia ancor più serio che il perseguire i migliori livelli di apprendimento, se, come tanta pedagogia e buone esperienze confermano, non c’è buona istruzione senza un’impegnativa educazione. Negli ultimi decenni – si potrebbe dire dal “Libro bianco” del 1995 – studi e pubblicistica hanno introdotto nella cultura internazionale documenti, riflessioni e persino termini che hanno messo a fuoco elementi e categorie che hanno aiutato non poco ad uscire dalla vecchia didattica dei contenuti per crescere anche in quella dei metodi. Ci scuseranno gli esperti se, almeno nel riferimento ai termini e non certo per sciovinismo nazionalistico, non useremo troppo degli inglesismi dilaganti. Il desiderio è solo quello di cercare di comprendere assieme come il patrimonio culturale e la specificità della parte buona della tradizione scolastica italiana possa aiutarci a “crescere innovando”, accogliendo quanto di più prezioso la riflessione internazionale ci ha insegnato.
Orientarsi quindi non è solo camminare verso buone scelte scolastiche: gli autori, ai quali sempre siamo grati per i loro contributi, in questo quaderno ci accompagnano ad allargare orizzonti, ad innestare contenuti e tematiche nelle feconde piante dei metodi: d’altronde non è vero che “cultura” e “coltura” hanno stessa radice etimologica?
Sentiamo questo quaderno strettamente connesso, in un percorso ideale continuo, col precedente dedicato alla ricerca di un nuovo volto della “scuola di mezzo” dove in modo cruciale (e non solo istituzionale) si gioca il percorso della scelta; così come crediamo si proponga qui una continuità anche con il penultimo, ancora dedicato alle scuole come “imprese sociali” volte ad “insegnare a servire” il bene comune. Infatti non vi è sfida migliore per un ambiente educativo che proporre ai giovani la finalità formativa del “servire la comunità umana”: non rinchiusi ai confini nazionali, ma capaci di trovare nelle proprie radici stori- che e culturali motivi ed energia per un mondo migliore.
La proposta di questo quaderno segue la convinzione – fortemente personalistica – motivata dai testi di apertura: “L’orientamento scolastico, in questo mo- mento storico-sociale di transizione, è uno dei fattori strategici di sviluppo delpaese” (Zanetti), o “Orientare … è far sentire l’orgoglio di poter contribuire con i propri talenti a rendere più umano il mondo” (Nicoli).
Ci sono oggi in Italia forze istituzionali, culturali, economiche e sociali con- vinte di questo? Sappiamo bene che in Italia l’istruzione, purtroppo, non è mai stato un argomento capace di smuovere le folle (salvo che per proteste sindacal-rivendicative). Nonostante le grandi delusioni che amministrazione e sindacati ci hanno dato durante e dopo la pandemia, questo quaderno (come i precedenti) ci offre buoni motivi per sperare che queste forze, che ci sono qua e là nelle scuole, sappiano … orientarsi al meglio.
Ma in questo compito urge un “ceto dirigente … diffuso, coordinato e con- nesso” (Giovanni Brugnoli), che sappia scoprire talenti, li sospinga ad investire su di sé, sapendo cogliere le opportunità del cambiamento che occorrerà, superata la pandemia, far trafficare al meglio, soprattutto per creare le condizioni perché ci sia un lavoro onesto e dignitoso e un prendersi cura delle persone, per evitare di aumentare le diseguaglianze.