Indice

INTRODUZIONE

Editoriale di Filomena Zamboli

PARTE I - IL QUADRO DEL PROBLEMA

Scuola 2030: educare allo sviluppo sostenibile. Goal 4 - Istruzione di Qualità di Maria Chiara Pettenati

La sostenibilità e il soggetto umano di Costantino Esposito

La pandemia, la scuola e la sostenibilità di Mauro Magatti

Leadership e sostenibilità. Uno sguardo a 360° di Michael Fullan

PARTE II - TESSERE DEL MOSAICO

Un canone formativo per la sostenibilità di Dario Eugenio Nicoli

Istruzione e skills al futuro. Apprendere per uno sviluppo sostenibile di Andreas Schleicher

Innovazione delle scuole, tecnologia e ruolo del management scolastico di Tommaso Agasisti

Character skills: nuova frontiera della conoscenza di Giorgio Vittadini

PARTE III - ESPERIENZE A CONFRONTO

Dirigere scuole per la sostenibilità. Contributi di Maria Paola Iaquinta, Marta Bosi, Laura Cascianini, Cinzia Rustignoli

PARTE IV - NORMATIVA

Obiettivi di sviluppo sostenibile SDGS di Ezio Delfino

Indicazioni nazionali e nuovi scenari Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Editoriale

Prima di presentare i contenuti di questo numero, desidero manifestare quanto il compito che assumo in continuità con il precedente Direttore editoriale, il caro Roberto Pellegatta, sia per me un onore e una sfida. E riprende ciò che Roberto, nel suo ultimo editoriale, rappresentava, ripercorrendo la storia della Rivista: “Siamo sempre stati guidati dall’interesse per l’efficacia educativa e culturale di una scuola autonoma, radicata nella comunità locale, nella certezza che una scuola di qualità non la si realizza individualmente”. La Rivista nasce come strumento al servizio dei Prèsidi e della loro professione, non al modo di “istruzioni per l’uso”, ma come occasione culturale di riflessione “lenta”, di approfondimento delle sfide che la professione del dirigere scuole chiama a sostenere.

“Educazione e sostenibilità. Dirigere per innovare” è il titolo di questo numero. Le riflessioni autorevoli in esso contenute affrontano la complessità e le urgenze di questo nostro tempo, segnato dalla esperienza pandemica, interpretandoli secondo il canone della sostenibilità. Educare allo sviluppo sostenibile diventa una meta possibile proprio a partire dallo scombussolamento generato dalla pandemia nei nostri contesti sociali che ha contestualmente evidenziato la necessità di rifondare tutti gli ambiti della vita sociale, compresi quelli educativi, secondo un nuovo paradigma, termine greco che significa ‘sguardo’.

È uno sguardo multiprospettico quello che i contributi di questo numero propongono, che lega la sostenibilità e il soggetto umano. Per perseguire obiettivi di sostenibilità occorre, infatti, rimettere al centro i soggetti – lo studente e l’adulto impegnato nell’educazione – la loro relazione e la necessità di riferire le proposte di scuola ad uno scopo, ad un fine che M. Fullan – uno dei massimi studiosi di leadership educativa – definisce ‘scopo morale’.

La logica della sostenibilità, in educazione, si palesa attraverso un modo nuovo di intendere i percorsi formativi, rafforzando l’attitudine degli insegnanti a tener conto della personalità dei ragazzi, potenziandone sia le competenze cognitive che quelle non cognitive, introducendo modalità didattiche che valorizzino la personalità degli studenti, abbandonando la logica che la conoscenza sia frutto di meri meccanismi.

L’altro tema cruciale messo in rilievo dall’educazione per lo sviluppo sostenibile riguarda i rapporti con il contesto territoriale secondo la prospettiva dello ‘stakeholder engagement’, cioè della capacità delle leadership scolastiche di ingaggiare “un villaggio per educare un bambino”.

Se, dal punto di vista degli apprendimenti degli studenti, il contesto di riferimento di una scuola è rilevante, è, altresì, decisiva dal punto di vista organizzativo, la capacità della leadership di una scuola di definire, e proteggere, una visione educativa condivisa con i diversi soggetti educativi implicati per promuovere il senso dell’impegno di ciascuno e di tutti e per costruire il consenso necessario per procedere nella stessa direzione. Ovvero occorre decidere sul “futuro della persona che apprende” costitutivamente legata agli altri e su che cosa si fonda la nostra “salvezza”, sulla iper-tecnologia, che “aggiusterà” il mondo, o sulla scommessa sul futuro come un futuro “delle persone”.

Decisiva in questa prospettiva una certa immagine di Dirigente Scolastico come colui che “rinforza” e rilancia continuamente le esperienze formative. Un ruolo che può essere illuminato da due atteggiamenti:

– la leading learning cioè la capacità di apprendere mentre si vive il proprio compito direttivo: una leadership che apprende da ciò che accade nella propria scuola con gli altri soggetti educativi e con le esperienze formative che si vanno realizzando;

– diventare un leader che rende, a sua volta, gli altri dei leader. Sviluppare non solo una leadership diffusa, cioè che guida una scuola attraverso la delega, ma aiutare altri ad apprendere e a vivere in pieno la propria responsabilità nella costruzione della comunità scolastica.

Quindi, non il Dirigente come promotore unico di idee innovative, ma come collettore di innovazioni, di esperienze di cambiamento che avvengono “dal basso” all’interno della scuola che dirige.

È ciò che, in sintesi, Michael Fullan, indica con il termine “systemness” ossia sistematicità, fare sistema: un contesto complesso come è una scuola potrà essere innovato nella misura in cui più persone saranno implicate nel suo governo. Gli studenti, naturalmente, che devono essere considerati agenti di cambiamento, ma anche tanti altri che fanno parte del sistema scuola e sono consapevoli di poterlo influenzare giocando il loro ruolo, avendo l’obbligo e la responsabilità di fare squadra non solo dentro il singolo istituto, ma anche con le realtà locali, quelle istituzionali e quelle nazionali.

Più gli studenti sono aiutati ad implicarsi nella dinamica del loro percorso formativo, più saranno desiderosi di contribuire ad un cambiamento sostenibile del mondo.

Educazione e sostenibilità, appunto.

Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero con ricchezza di riflessioni e di esperienze che documentano visioni e prospettive già in atto nelle scuole.

Il futuro è qui: lavori in corso tra i banchi di scuola.

Indice

INTRODUZIONE

Editoriale di Filomena Zamboli

PARTE I - IL QUADRO DEL PROBLEMA

Scuola 2030: educare allo sviluppo sostenibile. Goal 4 - Istruzione di Qualità di Maria Chiara Pettenati

La sostenibilità e il soggetto umano di Costantino Esposito

La pandemia, la scuola e la sostenibilità di Mauro Magatti

Leadership e sostenibilità. Uno sguardo a 360° di Michael Fullan

PARTE II - TESSERE DEL MOSAICO

Un canone formativo per la sostenibilità di Dario Eugenio Nicoli

Istruzione e skills al futuro. Apprendere per uno sviluppo sostenibile di Andreas Schleicher

Innovazione delle scuole, tecnologia e ruolo del management scolastico di Tommaso Agasisti

Character skills: nuova frontiera della conoscenza di Giorgio Vittadini

PARTE III - ESPERIENZE A CONFRONTO

Dirigere scuole per la sostenibilità. Contributi di Maria Paola Iaquinta, Marta Bosi, Laura Cascianini, Cinzia Rustignoli

PARTE IV - NORMATIVA

Obiettivi di sviluppo sostenibile SDGS di Ezio Delfino

Indicazioni nazionali e nuovi scenari Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Editoriale

Prima di presentare i contenuti di questo numero, desidero manifestare quanto il compito che assumo in continuità con il precedente Direttore editoriale, il caro Roberto Pellegatta, sia per me un onore e una sfida. E riprende ciò che Roberto, nel suo ultimo editoriale, rappresentava, ripercorrendo la storia della Rivista: “Siamo sempre stati guidati dall’interesse per l’efficacia educativa e culturale di una scuola autonoma, radicata nella comunità locale, nella certezza che una scuola di qualità non la si realizza individualmente”. La Rivista nasce come strumento al servizio dei Prèsidi e della loro professione, non al modo di “istruzioni per l’uso”, ma come occasione culturale di riflessione “lenta”, di approfondimento delle sfide che la professione del dirigere scuole chiama a sostenere.

“Educazione e sostenibilità. Dirigere per innovare” è il titolo di questo numero. Le riflessioni autorevoli in esso contenute affrontano la complessità e le urgenze di questo nostro tempo, segnato dalla esperienza pandemica, interpretandoli secondo il canone della sostenibilità. Educare allo sviluppo sostenibile diventa una meta possibile proprio a partire dallo scombussolamento generato dalla pandemia nei nostri contesti sociali che ha contestualmente evidenziato la necessità di rifondare tutti gli ambiti della vita sociale, compresi quelli educativi, secondo un nuovo paradigma, termine greco che significa ‘sguardo’.

È uno sguardo multiprospettico quello che i contributi di questo numero propongono, che lega la sostenibilità e il soggetto umano. Per perseguire obiettivi di sostenibilità occorre, infatti, rimettere al centro i soggetti – lo studente e l’adulto impegnato nell’educazione – la loro relazione e la necessità di riferire le proposte di scuola ad uno scopo, ad un fine che M. Fullan – uno dei massimi studiosi di leadership educativa – definisce ‘scopo morale’.

La logica della sostenibilità, in educazione, si palesa attraverso un modo nuovo di intendere i percorsi formativi, rafforzando l’attitudine degli insegnanti a tener conto della personalità dei ragazzi, potenziandone sia le competenze cognitive che quelle non cognitive, introducendo modalità didattiche che valorizzino la personalità degli studenti, abbandonando la logica che la conoscenza sia frutto di meri meccanismi.

L’altro tema cruciale messo in rilievo dall’educazione per lo sviluppo sostenibile riguarda i rapporti con il contesto territoriale secondo la prospettiva dello ‘stakeholder engagement’, cioè della capacità delle leadership scolastiche di ingaggiare “un villaggio per educare un bambino”.

Se, dal punto di vista degli apprendimenti degli studenti, il contesto di riferimento di una scuola è rilevante, è, altresì, decisiva dal punto di vista organizzativo, la capacità della leadership di una scuola di definire, e proteggere, una visione educativa condivisa con i diversi soggetti educativi implicati per promuovere il senso dell’impegno di ciascuno e di tutti e per costruire il consenso necessario per procedere nella stessa direzione. Ovvero occorre decidere sul “futuro della persona che apprende” costitutivamente legata agli altri e su che cosa si fonda la nostra “salvezza”, sulla iper-tecnologia, che “aggiusterà” il mondo, o sulla scommessa sul futuro come un futuro “delle persone”.

Decisiva in questa prospettiva una certa immagine di Dirigente Scolastico come colui che “rinforza” e rilancia continuamente le esperienze formative. Un ruolo che può essere illuminato da due atteggiamenti:

– la leading learning cioè la capacità di apprendere mentre si vive il proprio compito direttivo: una leadership che apprende da ciò che accade nella propria scuola con gli altri soggetti educativi e con le esperienze formative che si vanno realizzando;

– diventare un leader che rende, a sua volta, gli altri dei leader. Sviluppare non solo una leadership diffusa, cioè che guida una scuola attraverso la delega, ma aiutare altri ad apprendere e a vivere in pieno la propria responsabilità nella costruzione della comunità scolastica.

Quindi, non il Dirigente come promotore unico di idee innovative, ma come collettore di innovazioni, di esperienze di cambiamento che avvengono “dal basso” all’interno della scuola che dirige.

È ciò che, in sintesi, Michael Fullan, indica con il termine “systemness” ossia sistematicità, fare sistema: un contesto complesso come è una scuola potrà essere innovato nella misura in cui più persone saranno implicate nel suo governo. Gli studenti, naturalmente, che devono essere considerati agenti di cambiamento, ma anche tanti altri che fanno parte del sistema scuola e sono consapevoli di poterlo influenzare giocando il loro ruolo, avendo l’obbligo e la responsabilità di fare squadra non solo dentro il singolo istituto, ma anche con le realtà locali, quelle istituzionali e quelle nazionali.

Più gli studenti sono aiutati ad implicarsi nella dinamica del loro percorso formativo, più saranno desiderosi di contribuire ad un cambiamento sostenibile del mondo.

Educazione e sostenibilità, appunto.

Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero con ricchezza di riflessioni e di esperienze che documentano visioni e prospettive già in atto nelle scuole.

Il futuro è qui: lavori in corso tra i banchi di scuola.