Fonte: La Repubblica
Articolo di di Irene Carmina
Sorgerà un centro per disabili non vedenti all’Ecomuseo del mare. Le testimonianze: “Vogliamo diventare amici di questi ragazzi”. Il progetto nell’Istituto diretto dalla socia DiSAL Giovanna Battaglia.
Tutti noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per ridurre le disuguaglianze sociali se ci mettiamo in testa che il vero motore del cambiamento non sono le parole, ma le azioni di ogni giorno». Alessia Tuzzolino, 19 anni, è un’ex studentessa dell’istituto superiore Enrico Medi di Palermo. L’anno scorso, la sua classe — la quinta A dell’indirizzo socio sanitario — è stata tra le vincitrici della prima edizione del progetto “A scuola di inclusione” dell’Università Bocconi, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Dynamo Camp e con la media partnership di Repubblica. Un’iniziativa che ha già coinvolto quasi mille studenti delle scuole superiori di tutta Italia e che quest’anno, dopo Torino, riparte da Palermo. Per instillare una riflessione. E immaginare una soluzione concreta che significhi innanzitutto “inclusione”.
Ieri mattina, nell’aula magna dell’istituto Medi, cinquanta studenti dell’ultimo anno sono andati a lezione di solitudine e salute mentale con Simone Ghislandi, professore associato di Health Economics della Bocconi. Un’epidemia silenziosa che negli Stati Uniti ormai è considerata pericolosa quanto fumo e alcol: «Un americano su tre, tra i 30 e i 45 anni, soffre di solitudine estrema», spiega Ghislandi. E da noi la situazione non è così diversa. «La solitudine è legata a doppio filo con ansia, depressione e disagio psichico, colpisce tutti i gruppi demografici e sociali ed è insieme un fattore di rischio per la salute e un costo per la società — osserva il docente — Una società inclusiva non lascia solo nessuno».
Silenzio religioso in aula: gli studenti prendono appunti e non si perdono una parola. È un tema che conoscono da vicino. E sull’argomento social si dividono. «I social possono essere una trappola che porta a chiudersi sempre di più in se stessi», dice un ragazzo. «No, nel mio caso, sono un aiuto per fare nuove amicizie e mi hanno dato grande supporto durante la pandemia», replica un altro. «Inevitabile, c’è anche un tema di predisposizione personale», risponde Ghislandi. Analizzati i nodi problematici della questione, accende i riflettori sulle strategie da porre in essere per contrastare solitudine sociale e depressione: «La consapevolezza è essenziale e servono investimenti in professionalità, servizi, attività, strutture che possano prendersi carico del disagio da solitudine, soprattutto negli anziani».
Non solo teoria. Ieri mattina, Intesa Sanpaolo e Dynamo Camp hanno tenuto due laboratori interattivi sulla comunicazione non violenta e su quella non verbale. E, in mezzo, c’è stato anche il tempo per le testimonianze degli studenti che hanno ideato il progetto vincitore della scorsa edizione di “A scuola di inclusione”. Si chiama “Centro Armonia” ed è uno spazio di inclusione pensato per i disabili. «Dai questionari somministrati durante un tirocinio in un istituto per non vedenti è emerso che la maggior parte di loro passavano il tempo libero standosene a casa, senza occasioni di socialità — raccontano gli ex studenti Gabriele Casella e Desirée Filoreto — Per questo, abbiamo pensato a un centro aggregativo che possa essere davvero inclusivo, in cui si svolgano attività teatrali, musicali e manipolative: vogliamo diventare amici di questi ragazzi».
L’ex quinta A ha già pensato a tutto. Il centro sorgerà all’Ecomuseo del Mare, il Comune si prenderà in carico i trasporti, a erogare i finanziamenti saranno Unicredit, l’assessorato alle Politiche sociali e l’ente Fondazione per il Sud. Il progetto, per come l’hanno immaginato i ragazzi, sarà coordinato da un pedagogista e ci saranno anche sei diplomati in servizi socio sanitari, due educatori specializzati in sostegno e uno psicologo. «Sarebbe importante riuscire a ottenere i finanziamenti per trasformare in realtà questo progetto che dimostra la bontà del nostro percorso scolastico, che fornisce competenze teoriche e pratiche di alto livello», dice la preside Giovanna Battaglia. Sorride anche Patrizia Di Fresco, docente di psicologia: «È stato bello crederci e mettersi in gioco. Questa scuola ha meritato la vittoria e l’attenzione di un’università così prestigiosa come la Bocconi».