Pubblicato il 21 Aprile 2025.

Fonte: Orizzonte scuola

Articolo di Andrea Carlino

È morto Papa Francesco. Il Pontefice, nato nel 1936 in Argentina, aveva 88 anni. Emorragia cerebrale possibile causa della morte. Domenica, Jorge Bergoglio si era affacciato da San Pietro per la benedizione urbi et orbi di Pasqua.

L’annuncio del Camerlengo

L’annuncio della morte è stato dato nella Cappella di Casa Santa Marta dal camerlengo, il cardinale Kevin Farrell. Accanto a lui il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, il Sostituto mons. Edgar Pena Parra e il Maestro delle Cerimonie mons. Diego Ravelli.

“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino’”.

Il ricovero al Gemelli poi il ritorno a Santa Marta

Papa Francesco era stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per oltre un mese dallo scorso 14 febbraio per una polmonite bilaterale. I problemi respiratori del Pontefice si erano ripetuti con frequenza da quando il 29 marzo 2023 si era sentito male dopo un’udienza generale ed era stato ricoverato d’urgenza sempre al Gemelli. Era stato lui stesso a spiegare che si era trattato di una “polmonite acuta e forte nella parte bassa dei polmoni”. Al Santo Padre all’età di 21 anni venne asportato il lobo superiore del polmone destro dopo una grave polmonite. Dopo le dimissioni dal Gemelli, il Pontefice era tornato nella residenza di Santa Marta. Nelle ultime settimane, una serie di apparizioni pubbliche a sorpresa. Ieri, la benedizione Urbi et Orbi per la Pasqua, con un bagno di folla in piazza san Pietro con la papamobile tra i fedeli: l’ultimo abbraccio.

Il primo papa proveniente dal Sudamerica

Jorge Mario Bergoglio è stato il 266° papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma. Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 da una famiglia di origini piemontesi, è stato il primo pontefice proveniente dal continente sudamericano e il primo gesuita a salire al soglio pontificio. La sua elezione, avvenuta il 13 marzo 2013 dopo la rinuncia di Benedetto XVI, ha segnato una svolta storica per la Chiesa, sia per la provenienza geografica sia per lo stile pastorale improntato a semplicità e vicinanza ai fedeli.

Un pontificato all’insegna della riforma e della misericordia

Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha posto al centro del suo magistero temi come la misericordia, la giustizia sociale e la necessità di una Chiesa “in uscita”, capace di dialogare con il mondo contemporaneo. Bergoglio ha promosso una serie di riforme interne, tra cui la riorganizzazione della Curia romana e una maggiore trasparenza nella gestione economica vaticana. Celebre la sua scelta di abitare nella residenza di Santa Marta, rinunciando agli appartamenti papali, come segno di umiltà e sobrietà. “Come vorrei una Chiesa povera per i poveri”, ha dichiarato nei primi giorni del suo pontificato, sintetizzando la sua visione di una Chiesa attenta agli ultimi.

L’impegno per la pace, il dialogo e l’ambiente

Papa Francesco si è distinto anche per il suo impegno nel promuovere il dialogo interreligioso e la pace tra i popoli, intervenendo su questioni globali come le migrazioni, i conflitti armati e la tutela dell’ambiente. L’enciclica “Laudato si’”, pubblicata nel 2015, rappresenta un punto di riferimento internazionale sul tema della cura del creato e della sostenibilità. Il suo pontificato è caratterizzato da una forte attenzione alle sfide del mondo contemporaneo, con l’obiettivo di rendere la Chiesa sempre più vicina alle persone e alle loro necessità.

L’attenzione di Papa Francesco al mondo dell’istruzione

Non solo. Papa Francesco ha riservato un’attenzione costante al tema della scuola e dell’educazione, riconoscendo il ruolo fondamentale che queste rivestono nella crescita delle nuove generazioni. Nei suoi interventi, il Pontefice ha più volte ribadito che l’educazione non può limitarsi alla semplice trasmissione di nozioni, ma deve puntare alla formazione integrale della persona. In un discorso rivolto agli insegnanti, ha messo in guardia dai rischi della “globalizzazione attuale”, che può portare a un’istruzione “appiattita su determinati programmi spesso asserviti a interessi politici ed economici”.

Le sfide globali e l’impegno per un’educazione inclusiva

Il Papa ha definito la situazione attuale una vera e propria “catastrofe educativa”, denunciando come circa 250 milioni di bambini nel mondo siano esclusi dall’istruzione a causa di guerre, migrazioni e povertà. Questa consapevolezza ha spinto Francesco a promuovere iniziative per garantire un’educazione inclusiva e di qualità, accessibile a tutti, senza distinzioni di condizione sociale o provenienza geografica. Nel contesto scolastico, ha affrontato anche temi delicati come il bullismo, sottolineando che “prepara alla guerra, non alla pace”, e invitando a costruire ambienti scolastici fondati su rispetto e solidarietà.

Il rapporto scuola-famiglia e il valore della memoria educativa

Papa Francesco ha spesso richiamato l’importanza di una collaborazione tra scuola e famiglia. In un aneddoto personale, ha ricordato come da bambino fu invitato dalla madre a chiedere scusa alla maestra dopo un comportamento scorretto, sottolineando che “c’era un’unità” tra genitori e insegnanti. Oggi, ha osservato, la tendenza è spesso opposta, con i genitori che si schierano contro i docenti: “È terribile quello. Ma tornare a quei ricordi ci fa bene”. Le sue parole continuano a ispirare docenti, studenti e famiglie, rafforzando la convinzione che la scuola sia un pilastro insostituibile per la costruzione di una società più giusta e pacifica.

Il cordoglio del mondo

“Accanto al dolore per la morte avverto un senso di vuoto, il senso della privazione di un punto di riferimento cui guardare”. È un messaggio di dolore personale per la scomparsa di Papa Francesco quello che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto diffondere con un video messaggio sul sito del Quirinale. “Ha conquistato il mondo sin dal primo momento già con la scelta del nome: gesuita, figlio della spiritualità di sant’Ignazio, si è richiamato a san Francesco”, ha detto il capo dello Stato, per poi “la sua costante attenzione alle periferie del mondo, ai poveri, ai più deboli, ai migranti. Certo anche ricordando i suoi avi emigrati in Argentina”.
Per Mattarella, “Francesco è stato sempre uomo di speranza convinta, contro ogni difficoltà, che ha trasmesso anche nei giorni della sua malattia, offrendo un esempio per tutti i sofferenti”. E anche il suo ultimo messaggio conferma la traiettoria del suo intero pontificato. “Su tutto – sottolinea il presidente della Repubblica – si impone un pensiero, quello che ha deciso di fare ieri nel giorno di Pasqua con la benedizione al mondo e il giro in piazza tra i fedeli. Oggi appare come un saluto alla Chiesa e alle donne e agli uomini di tutto il mondo. La risposta a questo saluto non deve limitarsi al solo ricordo e alla riconoscenza, ma deve tradursi in responsabilità nel far proprie nei comportamenti quotidiani le indicazioni dei suoi insegnamenti”

“Papa Francesco è tornato alla casa del Padre. Una notizia che ci addolora profondamente, perché ci lascia un grande uomo e un grande pastore”. Lo dice la premier Giorgia Meloni. “Ho avuto il privilegio di godere della sua amicizia, dei suoi consigli e dei suoi insegnamenti, che non sono mai venuti meno neanche nei momenti di prova e di sofferenza. Nelle meditazioni della Via Crucis, ci ha ricordato la potenza del dono, che fa rifiorire tutto ed è capace di riconciliare ciò che agli occhi dell’uomo è inconciliabile. E ha chiesto al mondo, ancora una volta, il coraggio di un cambio di rotta, per percorrere una strada che ‘non distrugge, ma coltiva, ripara, custodisce’”, prosegue la presidente del Consiglio.“Cammineremo in questa direzione, per ricercare la strada della pace, perseguire il bene comune e costruire una società più giusta e più equa. Il suo magistero e la sua eredità non andranno perduti. Salutiamo il Santo Padre con il cuore colmo di tristezza, ma sappiamo che ora  è nella pace del Signore”, conclude Meloni

“Esprimo profondo cordoglio per la morte di Papa Francesco, un pontefice che ha segnato in modo indelebile la storia della Chiesa. Resterà nel cuore di tutti noi per il suo messaggio di fraternità, di amore per i poveri, di pace”. Lo ha scritto su X, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

“Voglio esprimere il mio più profondo cordoglio per la morte di Papa Francesco. Papa Bergoglio, oltre ad essere stato un uomo di fede straordinaria, è sempre stato dalla parte dei più fragili e il suo impegno per la pace nel mondo è stato un monito costante. Abbiamo avuto modo di apprezzare le sue importanti parole dedicate al contrasto della dispersione scolastica e del bullismo, un messaggio che resterà indelebile nel mondo della scuola e che non smetteremo di perseguire. Conserveremo nel cuore e nell’anima i preziosi insegnamenti che ci ha regalato per rendere il mondo migliore”. Lo dichiara Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al Merito.

Il Papa “si è donato fino alla fine. Ora è il momento del silenzio, della preghiera, del ringraziamento”. Lo ha osservato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, dopo la notizia della morte del Papa, con voce commossa. Un padre “che ha aiutato tutti, non solo la Chiesa cattolica. Adesso silenzio e preghiera”, ha detto Zuppi al Tg1. Zuppi negli ultimi tempi non lo aveva incontrato: “Abbiamo rispettato la sua fragilità. Era importante che si risparmiasse e si curasse. Lo abbiamo accompagnato con affetto e preghiera”.

Cosa succede adesso

Mentre la Chiesa e il mondo si confrontano con la scomparsa di Papa Francesco, si è immediatamente attivato il cerimoniale previsto per l’ultimo saluto al Pontefice. Le norme e le regole che disciplinano questo momento sono contenute nella seconda edizione tipica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, un testo che lo stesso Papa Francesco aveva voluto rivedere il 29 aprile 2024. L’obiettivo era snellire alcune procedure e ricondurre a uno stile più sobrio anche la fase dell’ultimo saluto.

Le novità nel rito funebre: dalla constatazione al cofano

L’annuncio della morte è stato dato dal camerlengo cardinal Farrell. Subito dopo, il corpo del defunto Pontefice è stato preparato e rivestito dei paramenti, per poi essere spostato nella cappella privata dell’appartamento pontificio. Qui è avvenuta la constatazione ufficiale del decesso, un rito che in precedenza si svolgeva nella camera da letto. Una delle novità più significative riguarda l’esposizione del corpo: a differenza del passato, non sarà lasciato esposto sul baldacchino, ma verrà posto direttamente nel cofano. Questa fase, definita la “prima stazione” del rito funebre, prevede l’utilizzo di una cassa in legno con l’interno in zinco, eliminando le tre casse (cipresso, piombo, rovere) usate in precedenza.

Una sola traslazione e l’omaggio dei fedeli in Basilica

Anche la “seconda stazione” presenta delle novità. Scompare la traslazione della salma dall’appartamento pontificio al Palazzo Apostolico. Ci sarà invece una sola traslazione: dalla cappella privata alla Basilica di San Pietro. Qui la cassa sarà collocata davanti all’altare centrale. La traslazione avverrà con la salma già all’interno della cassa, che rimarrà chiusa durante l’omaggio e la preghiera dei fedeli nella Basilica Vaticana. Non ci sarà un catafalco con la bara aperta, ma la cassa sarà adagiata in modo da permettere la vista del Pontefice defunto. La chiusura della cassa è prevista la sera precedente il giorno delle esequie.

Esequie da vescovo diocesano e la possibile sepoltura fuori dal Vaticano

Le esequie, che si svolgeranno nei prossimi giorni, avranno il rito di un vescovo diocesano, a sottolineare la figura del Papa come pastore e discepolo. La “terza stazione” è quella della tumulazione, che sarà più snella anche grazie all’eliminazione delle tre bare. Un aspetto di grande interesse riguarda il luogo della sepoltura: Papa Francesco aveva espresso il desiderio di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Se questa volontà sarà confermata nel suo testamento, sarebbe il primo Papa a essere sepolto fuori dal Vaticano dal 1903. Spetterà al Maestro delle cerimonie pontificie stabilire le modalità di questa eventuale traslazione.

I Novendiali e il ruolo del Collegio cardinalizio

Conclusi il rito funebre e la tumulazione, inizieranno i “Novendiali“, nove giorni di Messe in suffragio per il Pontefice defunto. Il rituale liturgico prevede quattro formulari di preghiere a scelta. Le esequie rappresentano la prima delle nove Messe, mentre per i giorni successivi sono indicati i gruppi chiamati a elevare la preghiera di suffragio, tra cui i dipendenti vaticani, la Chiesa di Roma, la Curia Romana e le Chiese Orientali. L’Ordo Exsequiarum è concepito come uno strumento snello e preciso per lo svolgimento dei riti. Dal momento della morte del Papa, il Collegio cardinalizio assume un ruolo centrale, decidendo tempi e modalità nell’esecuzione dei riti e affrontando, nelle “Congregazioni generali“, non solo il tema del successore, ma anche l’indirizzo futuro della Chiesa e la gestione ordinaria. Sarà il Collegio a fissare la data del Conclave, che inizierà con la Messa pro eligendo Pontifice e l’ingresso dei cardinali elettori nella Cappella Sistina per l’elezione del nuovo Papa. L’esito della votazione sarà comunicato con il tradizionale fumo bianco o nero, in attesa dell’annuncio “Habemus Papam”.

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