Pubblicato il 20 Maggio 2025.

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge che conferisce la delega al governo per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni.

La bozza, datata 16 maggio, si compone di trentatré articoli suddivisi in tre titoli e rappresenta un tassello fondamentale nell’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Il testo affida all’esecutivo il compito di adottare, entro nove mesi dall’entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per definire i Lep nelle materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni, con l’obiettivo di garantire i diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale.

Esclusione della sanità e ambiti di intervento

Nel primo articolo del provvedimento, si specifica che la delega riguarda le funzioni disciplinate dalla normativa vigente nelle materie indicate dall’articolo 3, comma 3, della legge 26 giugno 2024, n. 86, con l’esclusione della lettera f), ovvero la tutela della salute. La sanità resta quindi fuori dal perimetro di applicazione del ddl Lep, che si concentra invece su altri ambiti fondamentali per la vita dei cittadini. Il secondo titolo del disegno di legge individua le aree di intervento: lavoro, istruzione, ricerca, alimentazione, sport, governo del territorio, porti e aeroporti civili, reti di trasporto e navigazione, comunicazione, energia, cultura e ambiente.

Per quanto riguarda l’istruzione, stante l’ultima bozza resa pubblica, il governo dovrebbe intervenire sul diritto all’istruzione e sull’organizzazione della rete scolastica, stabilendo parametri per garantire l’accesso equo e la distribuzione omogenea delle scuole sul territorio. Spazio, poi, aicriteri per l’articolazione dei cicli scolastici, assicurando uniformità nei percorsi formativi. Il governo dovrà occuparsi anche del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni, con l’obiettivo di garantire standard minimi per i servizi educativi dell’infanzia.

Dal cuore della riforma, si dovrebbero definire anche i criteri per i curricoli, i programmi di studio e la certificazione delle competenze, oltre all’organizzazione dei piani di studio dei diversi percorsi scolastici. Spazio anche alla valutazione, agli esami d Stato, alla formazione delle classi e al reclutamento dei docenti fino all’inclusione degli alunni con BES.

Da precisare, però, che è tutto ancora sotto forma di bozza e potrebbe essere modificato nel corso delle prossime settimane.

Tempi e prospettive per l’attuazione

Il governo avrà a disposizione nove mesi per adottare i decreti legislativi necessari a definire i nuovi livelli essenziali delle prestazioni nelle materie individuate. L’obiettivo dichiarato è quello di assicurare che i diritti civili e sociali siano effettivamente garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, superando le disparità tra le diverse Regioni.

Calderoli: “Finalmente c’è percorso chiaro”

“Via libera unanime del Consiglio dei ministri al disegno di legge delega per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale. Finalmente, dopo quasi 24 anni di ritardi, c’è un percorso chiaro e realizzabile per l’attuazione della Costituzione, per la completa realizzazione dell’autonomia differenziata, per il superamento dei divari tra i territori”. Lo rende noto Roberto Calderoli, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, dopo l’approvazione del provvedimento in Cdm.

“La grande innovazione di questo passaggio – ha proseguito – è che, prima di definire i livelli essenziali di una prestazione concernente diritti civili e sociali, ci prenderemo l’onere di definire anzitutto la prestazione stessa: gli obblighi di dare, di fare o di astensione nei confronti di privati, anche non quantificabili in termini finanziari che gravino sui pubblici poteri, anche nella loro funzione regolatoria o di gestione. E dopo aver chiarito il perimetro delle prestazioni, potremo quindi determinare il Lep da assicurare su tutto il territorio nazionale. E’ la prima volta che questo lavoro viene svolto, visto che le prestazioni sono rimaste pressoché indefinite nel corso degli anni”.

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