Fonte: Orizzonte scuola del 6 luglio 2025
Articolo di Andrea Carlino
37 miliardi di PIL persi ogni anno, 47% di posti vacanti entro il 2027, 90% di assunzioni in 6 mesi. Il sistema scolastico non riesce a formare abbastanza giovani per coprire le richieste del mondo del lavoro. Lo ha ribadito il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, citando i dati di Unioncamere.
Entro il 2027, il 47% delle posizioni lavorative rimarrà vacante per mancanza di competenze adeguate. Confindustria stima una perdita annua di 37 miliardi di PIL a causa di questo mismatch. La risposta del governo è la riforma dell’istruzione tecnico-professionale, con il modello “4+2”: quattro anni di scuola superiore seguiti da due negli Its, collegati in un’unica filiera formativa.
Il modello “4+2” e l’idea del campus integrato
La riforma introduce per la prima volta in Europa un sistema che lega strettamente scuola, Its e aziende. Ogni istituto che aderisce al “4+2” deve coinvolgere almeno un’impresa coerente con l’indirizzo di studio. L’obiettivo è creare campus formativi dove convivono istruzione tecnica, università e mondo produttivo. Valditara ha sottolineato l’importanza delle soft skills, dell’alternanza scuola-lavoro e delle tre materie fondamentali: italiano, matematica e inglese. “Vogliamo una scuola più vicina alle esigenze delle imprese“, ha affermato.
La possibile estensione con un anno universitario
Il ministro sta valutando di ampliare il “4+2” con un terzo anno in università, su base volontaria. Grazie a un accordo tra Its e atenei, i primi due anni di formazione tecnica potrebbero essere riconosciuti come equivalenti a quelli universitari, permettendo di conseguire una laurea triennale con un solo anno aggiuntivo. “Sarebbe una rivoluzione“, ha detto Valditara, precisando che servirà una legge ad hoc, già in discussione con la Crui e la ministra Anna Maria Bernini. Intanto, il governo punta a valorizzare gli Its, che garantiscono occupazione al 90% dei diplomati entro sei mesi.
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