Fonte: Orizzonte scuola
Il capitolo 2 del Education and Training Monitor 2025 si apre con un’affermazione che riassume il cuore del problema: “Too many young people and adults across the EU struggle with reading, math, science, digital and citizenship skills”. Una frase che, oltre a tracciare un bilancio allarmante, mette in discussione la capacità dei sistemi educativi europei di preparare i cittadini alle sfide presenti e future.
L’analisi si concentra su tre ambiti ritenuti strategici per lo sviluppo individuale e collettivo: matematica, competenze digitali e conoscenza civica. I dati disponibili, provenienti da fonti come PISA, ICILS e ICCS, mostrano un peggioramento generalizzato o, nel migliore dei casi, una stagnazione.
Matematica: calo delle prestazioni e pochi eccellenti
Secondo i risultati PISA 2022, “29.5% of students underachieve, and few (7.9%) achieve excellence”. Un terzo degli studenti europei non raggiunge la soglia minima di competenza matematica, mentre l’élite di quelli altamente performanti si restringe.
I fattori alla base di questa tendenza negativa sono molteplici. Tra i più rilevanti:
- l’uso eccessivo e non finalizzato delle tecnologie in classe;
- la carenza di insegnanti, accentuata dalla pandemia;
- la diminuzione del coinvolgimento dei genitori.
Il documento cita in particolare l’effetto della distrazione digitale: “32.1% of students across the EU reported frequent digital distractions in math lessons”. Un fenomeno che si riflette in cali di attenzione, minor tempo di studio e peggiori risultati.
Competenze digitali: un divario che si allarga
La situazione non migliora sul fronte delle competenze digitali. I dati ICILS 2023 mostrano che “42.5% of students score below the minimum proficiency threshold in computer and information literacy”. In alcuni Paesi, la percentuale di studenti con competenze digitali inadeguate supera il 70%.
Le disuguaglianze economiche e culturali si riflettono fortemente nei risultati. Gli studenti con genitori laureati o che vivono in famiglie con più di un dispositivo informatico ottengono punteggi significativamente migliori. Ma anche l’infrastruttura scolastica e la formazione degli insegnanti giocano un ruolo determinante: “Teacher capacity remains a key factor in advancing digital education”.
Conoscenze civiche: fragilità nei fondamenti democratici
L’ultima area indagata riguarda la cittadinanza attiva. Secondo l’indagine ICCS 2022, solo il 63,2% degli studenti di 13-14 anni mostra una comprensione adeguata di concetti civici fondamentali. L’obiettivo UE per il 2030 è fissato all’85%.
In un passaggio significativo, si afferma: “Students with higher civic knowledge are less likely to rely on social media or online platforms when engaging with civic or social issues”. La competenza civica appare quindi come un antidoto non solo all’apatia democratica, ma anche alla disinformazione.
Un quadro sistemico: misure frammentarie e approcci ancora diseguali
A livello nazionale, diversi Stati hanno introdotto riforme per contrastare il declino delle competenze, come:
- revisione dei curricoli (Bulgaria, Repubblica Ceca);
- aumento delle ore dedicate alle materie di base (Germania, Finlandia);
- piani d’azione specifici (Irlanda, Malta, Paesi Bassi).
Tuttavia, le misure restano spesso isolate e mancano di una cornice sistemica. Solo pochi Paesi hanno adottato strategie integrate che comprendano prevenzione, intervento personalizzato e compensazione per gli svantaggi socioeconomici.
Non solo carenze, ma anche eccellenze trascurate
Il report sottolinea che l’attenzione alle competenze di base non dovrebbe limitarsi a chi è in difficoltà. Esiste anche un problema opposto: la scarsa valorizzazione degli studenti con potenziale elevato. “Targeted support for top-performers is not yet common”, si legge, nonostante esistano esempi promettenti in Austria, Germania e Danimarca.
Una questione di visione educativa
In definitiva, il Monitor lancia un messaggio chiaro: “Basic skills are vital for every single person to develop as an individual, to navigate the complexities of everyday life […] and to participate fully in society”.
Come sta messa l’Italia?
Il Education and Training Monitor 2025 – Comparative Report non contiene un focus dettagliato sull’Italia all’interno della sezione sulle competenze di base. Tuttavia, sono presenti alcuni riferimenti indiretti:
1. Conoscenze civiche
L’Italia risulta tra i Paesi in cui gli studenti con un livello elevato di conoscenza civica mostrano un minor livello di fiducia nelle istituzioni: “In several other countries, including Bulgaria, Italy, Malta, and Romania, [students with higher civic knowledge] report lower levels of trust [in government]”.
2. Matematica
L’Italia è tra i Paesi che hanno registrato un calo nella partecipazione all’educazione della prima infanzia tra i bambini di tre anni, elemento che può avere un impatto negativo a lungo termine sulle competenze di base come la matematica.
3. Politiche educative
Nel quadro delle politiche contro l’abbandono scolastico e il rafforzamento delle competenze, viene citato il piano Agenda Sud:
“Italy has recently launched an action plan ‘Agenda Sud’, which aims not only to increase basic skills in southern regions but also to combat early school leaving by promoting equal opportunities across the country”.




















