Pubblicato il 5 Ottobre 2025.

Fonte: Orizzonte scuola

Articolo di Andrea Carlino

I viaggi d’istruzione, che comprendono scambi culturali, percorsi Pcto, mini stay linguistici e altre esperienze formative, rappresentano ogni anno un’opportunità per circa 5 milioni di studenti in Italia, generando un indotto stimato di 1,5 miliardi di euro e quasi 18 milioni di presenze turistiche.

A lanciare l’allarme sul futuro del comparto sono le principali associazioni di categoria del turismo scolastico: Aiav Cna, Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi, Fto Confcommercio e Maavi Conflavoro Pmi.

Secondo le sigle, le nuove regole rischiano di trasformare un settore ad altissimo valore culturale e sociale in un terreno impraticabile, mettendo scolari e famiglie di fronte a ostacoli burocratici insormontabili.

Appalti e tempi incompatibili col turismo

Tra le questioni più critiche emerge la fine della deroga Anac sugli appalti per i viaggi d’istruzione, scaduta il 31 maggio 2025. Tale scadenza avrebbe dovuto lasciare spazio a un sistema aggiornato e a una formazione adeguata per il personale scolastico, ma ad oggi le soluzioni risultano incomplete e difficilmente operative prima del 2026.

Inoltre, l’ipotesi di rendere gli uffici scolastici regionali stazioni appaltanti qualificate e il nuovo bando Consip complicano ulteriormente la gestione delle procedure. Un’attesa di mesi prima della conclusione delle gare è inconciliabile con la logica del mercato turistico, basato su tariffe dinamiche e disponibilità in rapida evoluzione. Ritardi e vincoli normativi rischiano così di far lievitare i costi e di ricadere interamente su famiglie e studenti.

Critiche al bando Consip e richiesta di un intervento

Le associazioni segnalano anche le distorsioni introdotte dal bando Consip, concepito con logiche proprie del business travel e non del turismo scolastico. Tra i criteri contestati vi sono il “minor utile aziendale” e il “mark-up” sui singoli servizi, parametri giudicati estranei alla natura dei pacchetti educativi, che prevedono un’offerta unitaria e mirata.

Il rischio, sottolineano le imprese del comparto, è l’alterazione del mercato territoriale, l’esclusione delle agenzie specializzate e un inevitabile aumento dei prezzi per le famiglie. Con conseguente drastico calo delle opportunità di viaggio e di esperienze formative all’estero.

Per evitare che l’anno scolastico 2025/26 resti privo di viaggi d’istruzione, le associazioni chiedono, dunque, un intervento immediato dei Ministeri dell’Istruzione e Merito, del Turismo e dei Trasporti, al fine di definire rapidamente una soluzione sostenibile e rispettosa delle specificità del settore educativo.

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