Pubblicato il 6 Febbraio 2025.

Articolo di Paolo M.G. Maino

Si è svolta il 5 febbraio 2025 presso la Sala Refettorio della Biblioteca della Camera dei Deputati la presentazione del volume di Damiano Previtali (presidente del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e già dirigente tecnico fautore e responsabile dell’implementazione del Servizio Nazionale di Valutazione del Sistema scolastico italiano) dal titolo ‘Le Metacompetenze’ pubblicato per i tipi di UTET. Per DiSAL hanno presenziato all’evento Ezio Delfino, presidente nazionale, e Paolo M.G. Maino, responsabile della formazione.

A dialogare con Damiano Previtali sono intervenuti Giorgio Vittadini (ordinario di statistica presso Università Bicocca di Milano), Carmela Palumbo (capo dipartimento del MIM) e Gerolamo Cangiano (parlamentare e membro della Commissione Cultura, Istruzione e Sport), moderati da Antonio Vinciguerra (Tuttoscuola). Tra gli invitati c’era anche il ministro Giuseppe Valditara che però non è riuscito a partecipare per sopraggiunti impegni istituzionali.

Il dialogo è stato un confronto ricco di spunti e proposte concrete. Nei brevi paragrafi seguenti si fornisce un resoconto e una sintesi per punti dei temi trattati.

Competenze per il XXI secolo

Al centro del dibattito, la consapevolezza che la scuola, oggi più che mai, debba preparare i giovani ad affrontare le sfide di un mondo in rapida trasformazione. Non più soltanto “contenuti”, ma soprattutto “competenze” da sviluppare, per formare cittadini responsabili e professionisti capaci. Le non cognitive skills o ancora meglio le competenze socio-emotive, abilità trasversali come la capacità di risolvere problemi, di lavorare in team e di comunicare efficacemente, e le meta-competenze, ovvero la capacità di “imparare ad imparare” e di adattarsi ai cambiamenti, emergono come elementi imprescindibili per il successo personale e professionale.

Il talento al centro

Un tema cruciale (che corrisponde anche al primo capitolo del libro di Previtali) è quello del talento, che però è spesso confuso con la semplice “bravura” scolastica. La scuola, invece, deve essere in grado di riconoscere e valorizzare il talento individuale di ogni studente, superando una visione “materiale” e misurabile a favore di un approccio più olistico. Come sottolineato da Previtali, il talento è qualcosa di immateriale, un’anima che va compresa e coltivata.

Intelligenza artificiale: una rivoluzione da governare

L’intelligenza artificiale irrompe nel mondo della scuola, aprendo nuove opportunità ma anche generando nuove sfide. È fondamentale educare gli studenti a interagire con l’IA in modo critico e consapevole, imparando a porre le domande giuste per ottenere risposte pertinenti. Un buon “prompt”, ovvero la capacità di formulare una richiesta efficace all’IA, diventa una competenza chiave per il futuro.

Scuola e lavoro: un dialogo necessario

Il rapporto tra scuola e mondo del lavoro è un’alleanza che bisogna costruire. È necessario un dialogo costante tra istituzioni scolastiche e aziende, per definire le competenze richieste dal mercato del lavoro e garantire che la formazione risponda alle esigenze reali senza che la scuola si senta ‘predata’ dalle aziende e usata per la formazione del profilo ideale. La valorizzazione del lavoro manuale, spesso considerato “inferiore” rispetto a quello intellettuale, è un altro aspetto da non trascurare. Su questo Giorgio Vittadini ha ricordato la sperimentazione attuata in accordo con alcune scuole della filiera tecnica-professionale dalla storica azienda automobilistica Dallara e raccontato nell’ultima edizione del Festival dell’Innovazione Scolastica di Valdobbiadene (TV).

La filiera tecnico-professionale 4+2

E proprio sulla filiera tecnico-professionale e alla sperimentazione del cosiddetto 4+2 si è guardato in conclusione dell’incontro. La sperimentazione di questi percorsi formativi integrati (scuola e ITS) rappresenta un’opportunità concreta per contrastare il fenomeno dei NEET e favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Dopo la sperimentazione cominciata in questo anno scolastico, l’emanazione delle legge che regola la richiesta anno per anno per l’attivazione di nuovi e stabili percorsi di 4+2 è un modello virtuoso che unisce formazione scolastica e esperienza pratica, rispondendo alle esigenze sia degli studenti che delle aziende.

Il ruolo dei docenti

In questo scenario in evoluzione, il ruolo dei docenti si trasforma. Non possono (non devono?) essere più semplici trasmettitori di contenuti, ma veri e propri “orientatori” in grado di sviluppare empatia con gli studenti, di aiutarli a scoprire i propri talenti e di accompagnarli nel percorso di crescita. La formazione continua dei docenti, per aggiornarli sulle nuove metodologie didattiche e sulle competenze richieste dal mondo del lavoro, diventa fondamentale. E su questo tema le domande restano e chiedono una risposta di sistema al mondo della politica, dell’università e del ministero.

Proposte e iniziative concrete

Diverse proposte concrete sono state avanzate nel corso del dibattito, tra cui la conclusione dell’iter parlamentare per l’introduzione dello sviluppo e della valutazione delle soft skills (secondo Cangiano si arriverà ad una legge entro pochi mesi); una legge sulla plusdotazione per supportare gli studenti con elevate potenzialità (il disegno di legge è in discussione al senato) e l’estensione della certificazione delle competenze digitali anche al personale docente.

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