Pubblicato il 20 Dicembre 2025.

Fonte: Fondazione Agnelli

La Fondazione Agnelli ha pubblicato il 19 dicembre 2025 un quadro aggiornato sullo stato di avanzamento della spesa e dei progetti del PNRR per i servizi dell’infanzia, la scuola e l’università a otto mesi dalla fine del piano, evidenziando alcuni ritardi.

A circa otto mesi da fine giugno 2026, scadenza entro la quale tutti gli obiettivi devono essere raggiunti, lo stato di avanzamento delle misure del PNRR che riguardano l’istruzione – servizi per l’infanzia, scuola e università – appare in forte ritardo.

Dai dati pubblici più aggiornati (14 ottobre 2025) e resi noti dal Governo, la percentuale di spesa effettuata, rispetto al finanziamento assegnato attraverso i fondi europei, risulta del 36,6%, leggermente inferiore a quella del piano nel suo complesso (38,9%). Rispetto al precedente aggiornamento del giugno 2025, la spesa PNRR per l’istruzione è cresciuta solo del 2,3%.

Questa è l’informazione di sintesi generale che si ricava dal Focus Il PNRR per l’Istruzione: a che punto siamo? realizzato e pubblicato oggi dalla Fondazione Agnelli, con il contributo fondamentale di Alberto Zanardi (Università di Bologna) e Riccardo Secomandi (Università di Ferrara).

Il Focus dà un quadro aggiornato dello stato di avanzamento complessivo e delle singole linee di investimento  (dati su tutta la Missione 4 Componente 1 Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università +  M2C3 investimento 1.1 Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica, aggiornati al 14 ottobre scorso e pubblicati sulla piattaforma Italia Domani, a loro volta derivanti dalla piattaforma REGIS, riservata alla rendicontazione PNRR da parte degli enti attuatori). Proseguendo nella linea di un primo approfondimento di Fondazione Agnelli e Fondazione Astrid del maggio 2024, che già allora segnalava i ritardi, il documento informa anche sulle modifiche apportate alle misure per l’istruzione dalla nuova revisione del PNRR, richiesta dal Governo italiano alla Commissione europea e approvata nel novembre scorso dal Consiglio dell’UE.

“A un anno e mezzo dal primo allarme, il ritardo del PNRR per l’istruzione continua a preoccupare – ha commentato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli – anche se si tiene conto che con ogni probabilità i dati più aggiornati forniti dal Governo sottostimano l’avanzamento e la spesa effettuata, a causa di ritardi di rendicontazione da parte dei soggetti attuatori. Resta il timore che parti e progetti importanti non siano portati a termine nei tempi concordati, ridimensionando un’opportunità unica di dare all’Italia servizi scolastici e universitari di migliore qualità, favorendo la crescita degli apprendimenti e attenuando criticità che da decenni fanno soffrire il nostro sistema educativo”.

Il Focus approfondisce, in particolare, con dati disaggregati a livello regionale, lo stato di avanzamento della misura per Asili nido e scuola dell’infanzia, forse quella più importante del PNRR istruzione, per ambizione e risorse investite. Come per molte altre misure, anche in questo caso preoccupa che la percentuale di finanziamento per progetti in chiusura o già conclusi sia a livello nazionale molto bassa, circa il 13%, e ancora di più in molte regioni del Sud. Questo dato rafforza il timore di non riuscire a costruire tutti i nuovi posti per l’infanzia entro la scadenza del giugno 2026.

Nel caso specifico degli asili nido, che in Italia soffrono per una copertura di posti ancora insufficiente le nostre analisi suggeriscono che – nel caso improbabile che tutti i progetti PNRR giungessero a compimento nei tempi concordati con l’Europa – il PNRR potrebbe portare a (i) una consistente riduzione delle disuguaglianze territoriali con molte regioni oltre o prossime all’obiettivo nazionale del 33% di copertura per il 2027; ma, (ii) regioni importanti come Sicilia e Campania, pur migliorando e arrivando rispettivamente al 24 e al 25% di copertura, resterebbero in ogni caso nettamente sotto la media e l’obiettivo nazionale, e (iii) a fronte di una positiva redistribuzione a favore dei Comuni in origine con una bassa copertura di posti asili nido, questa avrebbe un impatto minore nei Comuni in origine privi di copertura, che spesso sono anche i più piccoli.

Scarica il Focus e il Comunicato stampa

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