Indice

INTRODUZIONE

Editoriale di Filomena Zamboli

PARTE I - IL QUADRO DEL PROBLEMA

Leadership scolastica: una prospettiva internazionale. Il lato umano della leadership educativa di Christopher Bezzina

Le sfide dell’oggi: generare persone in nuovi contesti di Sergio Belardinelli - Paola Guarnieri - Paolo M. G. Maino

Dirigere l’innovazione, generare persone. Centralità dello studente e leadership innovativa di Italo Fiorin

Una scuola di carattere: far fiorire le persone di Costantino Esposito - Cesare Maria Cornaggia - Nora Terzoli

PARTE II - TESSERE DEL MOSAICO

Scuola 5.0 Fare innovazione. Generare persone di Ezio Delfino

Un “patto” per rimotivare i giovani di Luisa Ribolzi

La cura delle relazioni a scuola. Un’esperienza di studio di casi dei dirigenti scolastici della provincia di Trento di Paolo Mazzoli

PARTE III - ESPERIENZE A CONFRONTO

La scuola per l’Europa di Parma alla ricerca di una relazione autentica con le famiglie di Roberta Fantinato

Costruire relazioni, cambiare la scuola. Una esperienza di “service learning” di Giuseppina Lanzaro

Orientamento, educazione alla scelta e territorio di Stefano Mangiacotti

Le intelligenze artificiali e noi. Testimonianza di Matelda Lupori

Leadership through the christian mysteries di Ezio Delfino - Francesco Lorusso

PARTE IV - NORMATIVA

Nuove norme sulla violenza contro il personale scolastico di Mario Falanga

Editoriale

Che la persona sia al centro dell’opera educativa, specialmente della scuola, appare una evidenza sulla quale possiamo, anzi, siamo, tutti, culturalmente d’accordo. Ma la complessità e la fatica delle relazioni che caratterizzano la vita quotidiana e sociale, anche nel contesto scolastico, ci testimonia che tale centralità si sfuma, fino, talvolta a perdersi. Nella vita della scuola odierna, così pesantemente caratterizzata da molteplici istanze organizzative e di adempimento, l’essere umano rischia di essere definito
in base alle sue prestazioni e non dal tentativo di rispondere all’essenza che lo costituisce in quanto uomo. E questo accade sia agli adulti – dirigenti, docenti, genitori – che ai ragazzi. Una scuola che si sostanzia di performance.

Questo numero della Rivista pensata e rivolta ai Dirigenti scolastici che affrontano ogni giorno la complessità della gestione e della guida di un’opera educativa, nasce da una domanda rilevante: quale potrebbe essere, invece, la fisionomia di una scuola che si prende cura della totalità della persona umana?
Che è chiedersi: come far rifiorire l’umano e, soprattutto, che cosa è questo umano che grida dal fondo del nostro essere come crisi, come disagio e come possibilità di crescita?
Per dare le misure del contesto in cui la scuola viaggia prendiamo spunto da ciò che afferma Sergio Belardinelli: “Siamo nel bel mezzo di una crisi antropologica, diciamo crisi di una certa concezione dell’uomo che implica per molti versi anche la crisi della sua centralità.”

E ancora: “il fatto è che forse attraversiamo un momento storico in cui sull’uomo è in corso una battaglia radicale. Siamo passati da una concezione in cui una certa idea di uomo, sviluppatasi nella tradizione greca e giudaico-cristiana in Europa, consentiva l’articolazione di un ricchissimo pluralismo in termini di politica, di stili di vita, di concezione della propria felicità, ad un’altra in cui è venuta meno l’idea comune di sfondo e abbiamo un pluralismo di antropologie tra loro confliggenti; addirittura, potremmo dire, mortalmente nemiche l’una rispetto all’altra.”

Non di minore intensità è ciò che afferma il Cesare Maria Cornaggia, psichiatra, anche lui autore di una riflessione dialogata presente in questo numero, in dialogo con Costantino Esposito, ordinario di storia della Filosofia. “Dove è l’io? Siamo in una società patoplastica, generatrice di patologie (…) La società patoplastica è la società postmoderna in cui vivere per gli ideali e morire per un ideale sono espressioni ormai del passato. Infatti, muore chi ha vissuto, chi non vive non muore. Oggi non resta che la depressione.”

Abbiamo voluto riportare, con questi interventi, non la presa d’atto di un catastrofismo, ma i confini esatti di un contesto estremamente faticoso in cui la scuola e le persone vivono. Per capire dove abita ancora l’uomo e quali strade si possono percorrere, anche attraverso esperienze già in atto, con coraggio e visione.

Il numero della Rivista è incentrato su molti dialoghi che pongono al centro la necessità, per una direzione efficace di scuola, di far fiorire le persone, non solo di formarle. Di scoprire dove è la bellezza di una relazione educativa posta al cuore delle nostre comunità. Di come i conflitti sono necessari per lo sviluppo generazionale e che non siamo fatti unicamente di relazioni ma di alcune “irriducibilità” del nostro essere collocati nel mondo, la realtà – per mezzo della quale io non sono solo ciò che penso – e le evidenze e le esigenze che albergano nel fondo dell’essere di ciascuno di noi.

È per questo che abbiamo chiesto a Christopher Bezzina, studioso maltese di “direzione scolastica”, di offrire, ai Dirigenti scolastici, una prospettiva internazionale della leadership, fra le tante che riconoscono le scuole come sistemi adattativi e complessi e, parimenti, riconoscono l’importanza di una leadership sensibile al contesto.

“Sono fermamente convinto – afferma – che il ruolo dei leader, oggi, sia quello di aprire finestra di opportunità e coltivare la capacità proprie di tutti gli insegnanti nelle scuole. È necessaria una leadership autentica per far crescere sia gli insegnanti che gli studenti. L’autenticità ci aiuterà a rilanciare questioni morali ed etiche che porteranno a una migliore comprensione dei bisogni e delle sfide che il mondo di oggi deve affrontare, sfiderà ognuno di noi a navigare sulle rapide verso l’essere, prima di tutto, fedeli a sé stessi, oltre che ad impegnarsi con e per gli altri a costruire comunità significative”.

Infine, abbiamo voluto dar voce a Luisa Ribolzi, mancata recentemente, professoressa di Sociologia dell’educazione e membro del Comitato scientifico fin dalle origini di questa Rivista, con uno dei suoi ultimi articoli scritto per Il Sussidiario.net, dal titolo significativo e attualissimo: Un “patto” per rimotivare i giovani.

Non solo con l’intento di ricordare il suo prezioso contributo ma, specialmente, per valorizzare un impegno per la scuola mai pago di rinnovarsi e di servire. E ne riprendiamo il suo auspicio: “Auguriamo a tutti voi di proseguire nella missione educativa con la gioia del fare e con la pazienza dell’ascoltare.”

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INTRODUZIONE

Editoriale di Filomena Zamboli

PARTE I - IL QUADRO DEL PROBLEMA

Leadership scolastica: una prospettiva internazionale. Il lato umano della leadership educativa di Christopher Bezzina

Le sfide dell’oggi: generare persone in nuovi contesti di Sergio Belardinelli - Paola Guarnieri - Paolo M. G. Maino

Dirigere l’innovazione, generare persone. Centralità dello studente e leadership innovativa di Italo Fiorin

Una scuola di carattere: far fiorire le persone di Costantino Esposito - Cesare Maria Cornaggia - Nora Terzoli

PARTE II - TESSERE DEL MOSAICO

Scuola 5.0 Fare innovazione. Generare persone di Ezio Delfino

Un “patto” per rimotivare i giovani di Luisa Ribolzi

La cura delle relazioni a scuola. Un’esperienza di studio di casi dei dirigenti scolastici della provincia di Trento di Paolo Mazzoli

PARTE III - ESPERIENZE A CONFRONTO

La scuola per l’Europa di Parma alla ricerca di una relazione autentica con le famiglie di Roberta Fantinato

Costruire relazioni, cambiare la scuola. Una esperienza di “service learning” di Giuseppina Lanzaro

Orientamento, educazione alla scelta e territorio di Stefano Mangiacotti

Le intelligenze artificiali e noi. Testimonianza di Matelda Lupori

Leadership through the christian mysteries di Ezio Delfino - Francesco Lorusso

PARTE IV - NORMATIVA

Nuove norme sulla violenza contro il personale scolastico di Mario Falanga

Editoriale

Che la persona sia al centro dell’opera educativa, specialmente della scuola, appare una evidenza sulla quale possiamo, anzi, siamo, tutti, culturalmente d’accordo. Ma la complessità e la fatica delle relazioni che caratterizzano la vita quotidiana e sociale, anche nel contesto scolastico, ci testimonia che tale centralità si sfuma, fino, talvolta a perdersi. Nella vita della scuola odierna, così pesantemente caratterizzata da molteplici istanze organizzative e di adempimento, l’essere umano rischia di essere definito
in base alle sue prestazioni e non dal tentativo di rispondere all’essenza che lo costituisce in quanto uomo. E questo accade sia agli adulti – dirigenti, docenti, genitori – che ai ragazzi. Una scuola che si sostanzia di performance.

Questo numero della Rivista pensata e rivolta ai Dirigenti scolastici che affrontano ogni giorno la complessità della gestione e della guida di un’opera educativa, nasce da una domanda rilevante: quale potrebbe essere, invece, la fisionomia di una scuola che si prende cura della totalità della persona umana?
Che è chiedersi: come far rifiorire l’umano e, soprattutto, che cosa è questo umano che grida dal fondo del nostro essere come crisi, come disagio e come possibilità di crescita?
Per dare le misure del contesto in cui la scuola viaggia prendiamo spunto da ciò che afferma Sergio Belardinelli: “Siamo nel bel mezzo di una crisi antropologica, diciamo crisi di una certa concezione dell’uomo che implica per molti versi anche la crisi della sua centralità.”

E ancora: “il fatto è che forse attraversiamo un momento storico in cui sull’uomo è in corso una battaglia radicale. Siamo passati da una concezione in cui una certa idea di uomo, sviluppatasi nella tradizione greca e giudaico-cristiana in Europa, consentiva l’articolazione di un ricchissimo pluralismo in termini di politica, di stili di vita, di concezione della propria felicità, ad un’altra in cui è venuta meno l’idea comune di sfondo e abbiamo un pluralismo di antropologie tra loro confliggenti; addirittura, potremmo dire, mortalmente nemiche l’una rispetto all’altra.”

Non di minore intensità è ciò che afferma il Cesare Maria Cornaggia, psichiatra, anche lui autore di una riflessione dialogata presente in questo numero, in dialogo con Costantino Esposito, ordinario di storia della Filosofia. “Dove è l’io? Siamo in una società patoplastica, generatrice di patologie (…) La società patoplastica è la società postmoderna in cui vivere per gli ideali e morire per un ideale sono espressioni ormai del passato. Infatti, muore chi ha vissuto, chi non vive non muore. Oggi non resta che la depressione.”

Abbiamo voluto riportare, con questi interventi, non la presa d’atto di un catastrofismo, ma i confini esatti di un contesto estremamente faticoso in cui la scuola e le persone vivono. Per capire dove abita ancora l’uomo e quali strade si possono percorrere, anche attraverso esperienze già in atto, con coraggio e visione.

Il numero della Rivista è incentrato su molti dialoghi che pongono al centro la necessità, per una direzione efficace di scuola, di far fiorire le persone, non solo di formarle. Di scoprire dove è la bellezza di una relazione educativa posta al cuore delle nostre comunità. Di come i conflitti sono necessari per lo sviluppo generazionale e che non siamo fatti unicamente di relazioni ma di alcune “irriducibilità” del nostro essere collocati nel mondo, la realtà – per mezzo della quale io non sono solo ciò che penso – e le evidenze e le esigenze che albergano nel fondo dell’essere di ciascuno di noi.

È per questo che abbiamo chiesto a Christopher Bezzina, studioso maltese di “direzione scolastica”, di offrire, ai Dirigenti scolastici, una prospettiva internazionale della leadership, fra le tante che riconoscono le scuole come sistemi adattativi e complessi e, parimenti, riconoscono l’importanza di una leadership sensibile al contesto.

“Sono fermamente convinto – afferma – che il ruolo dei leader, oggi, sia quello di aprire finestra di opportunità e coltivare la capacità proprie di tutti gli insegnanti nelle scuole. È necessaria una leadership autentica per far crescere sia gli insegnanti che gli studenti. L’autenticità ci aiuterà a rilanciare questioni morali ed etiche che porteranno a una migliore comprensione dei bisogni e delle sfide che il mondo di oggi deve affrontare, sfiderà ognuno di noi a navigare sulle rapide verso l’essere, prima di tutto, fedeli a sé stessi, oltre che ad impegnarsi con e per gli altri a costruire comunità significative”.

Infine, abbiamo voluto dar voce a Luisa Ribolzi, mancata recentemente, professoressa di Sociologia dell’educazione e membro del Comitato scientifico fin dalle origini di questa Rivista, con uno dei suoi ultimi articoli scritto per Il Sussidiario.net, dal titolo significativo e attualissimo: Un “patto” per rimotivare i giovani.

Non solo con l’intento di ricordare il suo prezioso contributo ma, specialmente, per valorizzare un impegno per la scuola mai pago di rinnovarsi e di servire. E ne riprendiamo il suo auspicio: “Auguriamo a tutti voi di proseguire nella missione educativa con la gioia del fare e con la pazienza dell’ascoltare.”