Indice
INTRODUZIONE
Editoriale di Roberto Pellegatta
PARTE I - IL QUADRO DEL PROBLEMA
Un mito caduto? Dalla scuola media unica al “problema” scuola media: i perché di una debolezza e le prospettive Dialogo a distanza tra Giovanni Biondi e Giovanni Cominelli
Canone formativo e curricolo. Una scuola “leggera” e sostenibile, contro la frammentazione delle discipline di Dario Nicoli
Equità e democrazia, qualità e differenze nei percorsi formativi: ha senso parlare di riforma della scuola media? Opinioni a confronto di Cesare Cornoldi
Equità e democrazia, qualità e differenze nei percorsi formativi: ha senso parlare di riforma della scuola media? Opinioni a confronto di Italo Fiorin
Esiste ancora la preadolescenza nel terzo millennio? Quale formazione e quali saperi? di Gianpiero Camiciotti
I dati attuali, la reputazione ed i problemi da affrontare di Bruno Stuardi e Marco Zelioli
PARTE II - TESSERE DEL MOSAICO
Personalizzazione e pluralità di linguaggi. Idee per un curricolo rinnovato di Lucio Guasti
La dispersione nascosta. Dalla licenza media alla maturità: il percorso visto attraverso i dati Invalsi di Roberto Ricci
Una rivoluzione possibile: piani di studio, impianto curricolare, questioni organizzative di Ermanno Puricelli
La scuola “media” in Europa. Il paradigma francese di Mario Giacomo Dutto
La scuola “media” in Europa. L’orientamento scolastico in Germania di Silvia Faggioli
Le competenze come volano del cambiamento: i percorsi di miglioramento nelle scuole medie e negli istituti comprensivi di Elettra Morini, Maria Teresa Sagri, Valentina Toci
La famiglia risorsa o problema? Quale rapporto oggi con la scuola, oltre le paure, le ansie, le protezioni e i sensi di colpa? di Maria Grazia Colombo
PARTE III - ESPERIENZE A CONFRONTO
Continuità e discontinuità formativa nella “scuola di mezzo”. È servito l’istituto comprensivo? di Roberto Fraccia
La scuola per laboratori: classi, orari, discipline, aule e personalizzazione di Giuliano Fontana
La scuola per laboratori: classi, orari, discipline, aule e personalizzazione di Maddalena Cassinari
PARTE IV - NORMATIVA
Sicurezza e dirigenti scolastici: verso una responsabilità chiara e sostenibile di Giacomo Buonopane
PARTE V - APPENDICE
Ripensare la formazione iniziale degli insegnanti: una necessità non più rimandabile di Francesco Magni
Ricostruire il patto educativo globale. Messaggio del Santo Padre Francesco
Editoriale
Tutto è partito da una sfida lanciata da un caro amico della rivista: è possibile un futuro rinnovato per la scuola media italiana? La sfida nasceva dalla constatazione di quanto poca riflessione e studio ci sia su questo livello di scuola, unica nel suo passato ad aver vissuto una grande riforma, per decenni al centro di battaglie e polemiche, ma da tempo così poco oggetto di ricerca pedagogica e di dibattito pubblico.
Salvo recenti battute di politici non certo favorevoli a questa “colonna” della scuola italiana, è obiettivamente difficile trovare una bibliografia significativa. D’altra parte anche la formazione universitaria dei docenti non ha mai dedicato uno specifico spazio alla scuola media: esiste una facoltà apposita per le scuole dell’infanzia e primaria e, di fatto, tutte le lauree magistrali e i corsi abilitanti per la secondaria, attuati sotto le varie sigle, sono piegati generalmente al disciplinarismo della scuola superiore.
Eppure le grandi polemiche scolastiche, dalle bocciature ai libri di testo, hanno trovato la loro origine ed il loro terreno proprio nella scuola media.
Il Comitato scientifico e la Redazione hanno allora raccolto la sfida e, dopo un seminario di studio, questo quaderno vuole essere un primo tentativo di mettere a servizio delle scuole elementi di riflessione ed esperienze che speriamo inizialmente utili. Siamo sempre grati agli studiosi, esperti e colleghi che accettano di collaborare a questa impresa editoriale, certi di realizzare così quella “compagnia professionale nel lavoro” di cui ha tanta necessità la povera scuola italiana, specie nel superare la separazione tra ricerca scientifica, riflessione pedagogica, sperimentazione e vita ordinaria dei nostri istituti.
Mentre resta innegabile il grande servizio che la media unica ha dato all’innalzamento culturale ed allo sviluppo sociale della nazione (Cominelli), tuttavia proprio i contributi che offriamo spingono a riflettere sul vizio d’origine di quella riforma, già in qualche modo sollevato (Biondi) dalle forti pagine di don Lorenzo Milani. Vizio radicato nell’italico perenne predominio idealistico-gentiliano-marxiano (Cominelli), sul quale spesso abbiamo nei nostri quaderni invitato a riflettere. Un vizio d’origine che oggi più che mai mostra le proprie conseguenze: la decisione di rimandare dopo i 14 anni la scelta dei preadolescenti per la propria “vocazione” personale e sociale ha spinto fortemente verso una scuola sempre più lontana dal lavoro, liceizzata nel senso deteriore del termine, lasciando ai margini tutti i linguaggi non strettamente intellettuali, dalla scienza all’arte, dalla musica al lavoro manuale (Guasti). Un’emarginazione che è diventata anche sociale, fino a diventare oggi una seria domanda proprio di fronte agli esiti del passaggio alla scuola secondaria di secondo grado: si veda su questo l’interessante documentazione di Ricci.
A fronte di queste difficoltà (Cornoldi), nei decenni la scuola media ha reagito tentando diverse vie e tanti percorsi (Nicoli), mostrando quell’inventiva che non è invece mai scaturita dalla progettazione politico-sindacale-amministrativa. Proprio in questi tentativi innovativi presenti alla base delle scuole medie (non a caso, probabilmente, più che negli altri due ordini di scuola..) e spesso documentati solo da INDIRE, si è sviluppata una ricerca didattica che ha raccolto la sfida della crisi, tentando di trasformare i fattori di crisi in opportunità di rinnova- mento. Nella rubrica delle esperienze abbiamo provato a raccogliere solo alcuni di questi tentativi, al fine di affrontare una riflessione capace di suscitare prospettive per un indispensabile rinnovamento.
Indispensabile certo, perché gli elementi critici che emergono dai grandi mutamenti nella “preadolescenza” (Camiciotti), dai livelli di apprendimento e dagli esiti delle scelte orientative alla scuola superiore, pongono interrogativi molto seri, al punto che negli anni è cresciuta l’attenzione verso chi ha addirittura pro- posto di risolvere la crisi “abolendo la scuola media” (Cornoldi). Tentativo tra l’altro varato (ma subito bloccato) dalla proposta di riforma del ministero Berlinguer.
In questa ricerca di prospettive occorre saper uscire dal nostro tradizionale provincialismo per guardare alle esperienze ed al dibattito internazionale e raccogliere quanto ci può essere di utile: per questo, nel nostro tentativo, abbiamo guardato a due sistemi fortemente diversi tra loro (Dutto, Faggioli).
Ci auguriamo solo che questo quaderno possa essere l’inizio di un dialogo culturale, pedagogico e politico per contribuire al rinnovamento della scuola; rinnovamento non governato da slogan disciplinaristi e falsamente “culturali”, o dalla retorica dei “diritti” e degli “obblighi”, ma da una comprensione reale dei bisogni educativi e dei grandi mutamenti che li hanno modificati. Nel recente dibattito sugli elementi essenziali del curricolo nazionale si è rimasti rinchiusi nello schema delle “materie”, che poi non è che il riflesso della difesa delle “cattedre”, faticando ad alzare lo sguardo alla sfida delle nuove competenze che il mondo richiede. È un nuovo umanesimo che occorre ritrovare, così che il rinnovamento del “sapere di base” raccolga la sfida dei tempi. Anche per questo pubblichiamo nelle pagine della “Attualità” l’appello di Papa Francesco per un nuovo patto educativo.
In questa prospettiva sarà possibile una nuova “scuola media” prima di celebrare i sessant’anni della “media unica”?
Indice
INTRODUZIONE
Editoriale di Roberto Pellegatta
PARTE I - IL QUADRO DEL PROBLEMA
Un mito caduto? Dalla scuola media unica al “problema” scuola media: i perché di una debolezza e le prospettive Dialogo a distanza tra Giovanni Biondi e Giovanni Cominelli
Canone formativo e curricolo. Una scuola “leggera” e sostenibile, contro la frammentazione delle discipline di Dario Nicoli
Equità e democrazia, qualità e differenze nei percorsi formativi: ha senso parlare di riforma della scuola media? Opinioni a confronto di Cesare Cornoldi
Equità e democrazia, qualità e differenze nei percorsi formativi: ha senso parlare di riforma della scuola media? Opinioni a confronto di Italo Fiorin
Esiste ancora la preadolescenza nel terzo millennio? Quale formazione e quali saperi? di Gianpiero Camiciotti
I dati attuali, la reputazione ed i problemi da affrontare di Bruno Stuardi e Marco Zelioli
PARTE II - TESSERE DEL MOSAICO
Personalizzazione e pluralità di linguaggi. Idee per un curricolo rinnovato di Lucio Guasti
La dispersione nascosta. Dalla licenza media alla maturità: il percorso visto attraverso i dati Invalsi di Roberto Ricci
Una rivoluzione possibile: piani di studio, impianto curricolare, questioni organizzative di Ermanno Puricelli
La scuola “media” in Europa. Il paradigma francese di Mario Giacomo Dutto
La scuola “media” in Europa. L’orientamento scolastico in Germania di Silvia Faggioli
Le competenze come volano del cambiamento: i percorsi di miglioramento nelle scuole medie e negli istituti comprensivi di Elettra Morini, Maria Teresa Sagri, Valentina Toci
La famiglia risorsa o problema? Quale rapporto oggi con la scuola, oltre le paure, le ansie, le protezioni e i sensi di colpa? di Maria Grazia Colombo
PARTE III - ESPERIENZE A CONFRONTO
Continuità e discontinuità formativa nella “scuola di mezzo”. È servito l’istituto comprensivo? di Roberto Fraccia
La scuola per laboratori: classi, orari, discipline, aule e personalizzazione di Giuliano Fontana
La scuola per laboratori: classi, orari, discipline, aule e personalizzazione di Maddalena Cassinari
PARTE IV - NORMATIVA
Sicurezza e dirigenti scolastici: verso una responsabilità chiara e sostenibile di Giacomo Buonopane
PARTE V - APPENDICE
Ripensare la formazione iniziale degli insegnanti: una necessità non più rimandabile di Francesco Magni
Ricostruire il patto educativo globale. Messaggio del Santo Padre Francesco
Editoriale
Tutto è partito da una sfida lanciata da un caro amico della rivista: è possibile un futuro rinnovato per la scuola media italiana? La sfida nasceva dalla constatazione di quanto poca riflessione e studio ci sia su questo livello di scuola, unica nel suo passato ad aver vissuto una grande riforma, per decenni al centro di battaglie e polemiche, ma da tempo così poco oggetto di ricerca pedagogica e di dibattito pubblico.
Salvo recenti battute di politici non certo favorevoli a questa “colonna” della scuola italiana, è obiettivamente difficile trovare una bibliografia significativa. D’altra parte anche la formazione universitaria dei docenti non ha mai dedicato uno specifico spazio alla scuola media: esiste una facoltà apposita per le scuole dell’infanzia e primaria e, di fatto, tutte le lauree magistrali e i corsi abilitanti per la secondaria, attuati sotto le varie sigle, sono piegati generalmente al disciplinarismo della scuola superiore.
Eppure le grandi polemiche scolastiche, dalle bocciature ai libri di testo, hanno trovato la loro origine ed il loro terreno proprio nella scuola media.
Il Comitato scientifico e la Redazione hanno allora raccolto la sfida e, dopo un seminario di studio, questo quaderno vuole essere un primo tentativo di mettere a servizio delle scuole elementi di riflessione ed esperienze che speriamo inizialmente utili. Siamo sempre grati agli studiosi, esperti e colleghi che accettano di collaborare a questa impresa editoriale, certi di realizzare così quella “compagnia professionale nel lavoro” di cui ha tanta necessità la povera scuola italiana, specie nel superare la separazione tra ricerca scientifica, riflessione pedagogica, sperimentazione e vita ordinaria dei nostri istituti.
Mentre resta innegabile il grande servizio che la media unica ha dato all’innalzamento culturale ed allo sviluppo sociale della nazione (Cominelli), tuttavia proprio i contributi che offriamo spingono a riflettere sul vizio d’origine di quella riforma, già in qualche modo sollevato (Biondi) dalle forti pagine di don Lorenzo Milani. Vizio radicato nell’italico perenne predominio idealistico-gentiliano-marxiano (Cominelli), sul quale spesso abbiamo nei nostri quaderni invitato a riflettere. Un vizio d’origine che oggi più che mai mostra le proprie conseguenze: la decisione di rimandare dopo i 14 anni la scelta dei preadolescenti per la propria “vocazione” personale e sociale ha spinto fortemente verso una scuola sempre più lontana dal lavoro, liceizzata nel senso deteriore del termine, lasciando ai margini tutti i linguaggi non strettamente intellettuali, dalla scienza all’arte, dalla musica al lavoro manuale (Guasti). Un’emarginazione che è diventata anche sociale, fino a diventare oggi una seria domanda proprio di fronte agli esiti del passaggio alla scuola secondaria di secondo grado: si veda su questo l’interessante documentazione di Ricci.
A fronte di queste difficoltà (Cornoldi), nei decenni la scuola media ha reagito tentando diverse vie e tanti percorsi (Nicoli), mostrando quell’inventiva che non è invece mai scaturita dalla progettazione politico-sindacale-amministrativa. Proprio in questi tentativi innovativi presenti alla base delle scuole medie (non a caso, probabilmente, più che negli altri due ordini di scuola..) e spesso documentati solo da INDIRE, si è sviluppata una ricerca didattica che ha raccolto la sfida della crisi, tentando di trasformare i fattori di crisi in opportunità di rinnova- mento. Nella rubrica delle esperienze abbiamo provato a raccogliere solo alcuni di questi tentativi, al fine di affrontare una riflessione capace di suscitare prospettive per un indispensabile rinnovamento.
Indispensabile certo, perché gli elementi critici che emergono dai grandi mutamenti nella “preadolescenza” (Camiciotti), dai livelli di apprendimento e dagli esiti delle scelte orientative alla scuola superiore, pongono interrogativi molto seri, al punto che negli anni è cresciuta l’attenzione verso chi ha addirittura pro- posto di risolvere la crisi “abolendo la scuola media” (Cornoldi). Tentativo tra l’altro varato (ma subito bloccato) dalla proposta di riforma del ministero Berlinguer.
In questa ricerca di prospettive occorre saper uscire dal nostro tradizionale provincialismo per guardare alle esperienze ed al dibattito internazionale e raccogliere quanto ci può essere di utile: per questo, nel nostro tentativo, abbiamo guardato a due sistemi fortemente diversi tra loro (Dutto, Faggioli).
Ci auguriamo solo che questo quaderno possa essere l’inizio di un dialogo culturale, pedagogico e politico per contribuire al rinnovamento della scuola; rinnovamento non governato da slogan disciplinaristi e falsamente “culturali”, o dalla retorica dei “diritti” e degli “obblighi”, ma da una comprensione reale dei bisogni educativi e dei grandi mutamenti che li hanno modificati. Nel recente dibattito sugli elementi essenziali del curricolo nazionale si è rimasti rinchiusi nello schema delle “materie”, che poi non è che il riflesso della difesa delle “cattedre”, faticando ad alzare lo sguardo alla sfida delle nuove competenze che il mondo richiede. È un nuovo umanesimo che occorre ritrovare, così che il rinnovamento del “sapere di base” raccolga la sfida dei tempi. Anche per questo pubblichiamo nelle pagine della “Attualità” l’appello di Papa Francesco per un nuovo patto educativo.
In questa prospettiva sarà possibile una nuova “scuola media” prima di celebrare i sessant’anni della “media unica”?