Pesaro2005: gruppo: ICT, reti e servizi


Convegno nazionale DiSAL – Pesaro 17-19 novembre 2005

 

Gruppo di lavoro:  ICT, servizi e reti

 

La rete e le reti: riflessioni per un nuovo sistema territoriale al servizio dell’Istruzione.

 

 

Per parlare di reti nel sistema dell’Istruzione occorre, in primo luogo, riferirsi agli articoli 7 e 9 del DPR 275/99, vale a dire al Regolamento dell’autonomia che, a sua volta e per effetto delle modifiche all’art. 117 della Costituzione, rimanda alla Legge 142/90, capo VIII, artt. 24-27 che definiscono i principi delle collaborazioni istituzionali tra gli EE.LL.

 

Parlare di reti però significa anche riferirsi a quanto su questo argomento è stato elaborato dalla sociologia dell’organizzazione e, in particolare, da Federico Butera nel testo ormai famoso Il castello e la rete, edito da Franco Angeli nel 1990.

 

Profondamente diverso il senso dei due riferimenti: il primo attiene alla tipologia degli accordi e ai principi giuridici che presiedono la costituzione di consorzi di scuole per la gestione di servizi o di progetti specifici; il secondo riguarda invece le modalità delle collaborazioni possibili e, più che gli aspetti giuridico-amministrativi, richiama i principi, i valori e le relazioni umane e professionali tra le persone che collaborano per il raggiungimento di uno scopo comune.

 

L’uno e l’altro aspetto però difficilmente possono essere disgiunti, soprattutto se si accetta l’idea che una rete, per essere tale fino in fondo, non può che essere governata, come dice Butera, perché la collaborazione per uno scopo comune passa necessariamente attraverso la scelta consapevole della strategia, la condivisione degli obiettivi e dei risultati, la definizione dei ruoli e delle funzioni, in una parola attraverso l’organizzazione delle persone che collaborano scegliendo, appunto, una struttura reticolare dove più che il ruolo conta la funzione, più che l’obiettivo conta il risultato e il processo che occorre attivare per conseguirlo.

 

È l’intenzionalità dell’obiettivo da raggiungere che postula la formalizzazione dei rapporti tra le Istituzioni e, contemporaneamente, supporta l’organizzazione delle strutture attraverso le quali l’autonomia e la libertà di ciascuno trovano un pieno riconoscimento.

 

I due riferimenti concettuali: quello giuridico-amministrativo, da una parte, e quello cooperativo-collaborativo, dall’altra, aprono entrambi spazi molto interessanti per lo sviluppo del sistema di Istruzione, tanto più se si intende superare l’artificiosa separazione tra le scuole dello Stato e le scuole paritarie, le une e le altre parte integrante dell’unico “sistema pubblico” al servizio dei cittadini che derivano la ragione della loro esistenza dall’essere scuole autonome costituzionalmente riconosciute. Un sistema territoriale in grado di riconoscere l’autonomia di ciascuna Istituzione Scolastica, poco importa che sia paritaria o gestita dallo Stato, potrà riconoscere altresì l’autonoma capacità di scegliere i partners e definire le collaborazioni, di condividere risorse e strutture, di proporre obiettivi e risultati concreti da raggiungere insieme tenendo come supremo interesse quello del bene comune e lo sviluppo dell’uomo e del cittadino.

 

La rete, dunque, come modalità organizzativa delle persone per superare l’isolamento degli individui e concorrere, al di là della struttura gerarchica che pure viene legittimamente riconosciuta, alla costruzione di una comunità professionale e, forse, di una comunità educante; le reti, come forma di aggregazione delle Scuole viciniori per costituire una rete territoriale in grado di superare la separatezza e la conflittualità delle singole istituzioni e concorrere, attraverso la diversità di ciascuna, ad arricchire l’offerta formativa a vantaggio di tutti.

 

D’altra parte il Regolamento dell’autonomia, all’articolo 7, è molto dettagliato nel definire la possibilità di costituire consorzi e le opportunità che ne possono derivare in termini di economia di scala e di scopo (il comma 4 in particolare si esprime con parole ed espressioni molto vicine all’articolo 25 della legge 142/90); e all’articolo 9, a proposito dell’ampliamento dell’’offerta formativa, ribadisce che le istituzioni scolastiche hanno la possibilità di “promuovere e aderire a convenzioni o accordi stipulati a livello nazionale, regionale o locale, anche per la realizzazione di specifici progetti”.

 

È l’inserimento dell’autonomia scolastica in un ambito riconosciuto a livello costituzionale che rende possibile, oltre che interessante, il collegamento tra il Regolamento emanato con il DPR 275/99 e la legge 142/90 equiparando ai consorzi tra Enti Locali le reti di scuole costituite a livello territoriale per la gestione di servizi comuni e la realizzazione di una offerta integrata.

 

Questa, probabilmente, è la strada da percorrere per rendere piena ed attuale una autonomia che, al momento, pare dimezzata rispetto alle potenzialità e al progetto con cui inizialmente era stata proposta.

 

(Alla pagina  http://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=3562 è possibile reperire il documento integrale di un modello di reti di scuole del Lazio elaborato a Monterortondo per Scuolainrete.net)

 

 

Coordinatore: Caterina Manco[1]



[1] Dirigente dell’I.C. eSpazia di Monterotondo, coordinatore di Scuolainrete.net, una rete istituzionale tra scuole della provincia di Roma www.scuolainretenet.it

 
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