Pubblicato il 25 Aprile 2025.

Fonte: Ilsussidiario.net

Articolo di Ezio Delfino

Famiglie nella governance della scuola: alla Camera la legge che aggiunge tre rappresentanti dei genitori nel CSPI. Ma c’è un problema


Si tratta della proposta di ampliamento della composizione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) con l’aggiunta agli attuali 36 componenti di tre nuovi membri in rappresentanza delle associazioni dei genitori che saranno nominati dal ministro dell’Istruzione e Merito su designazione del Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori (FONAGS), organismo consultivo del ministero da oltre vent’anni. Non è solo un cambiamento numerico, ma un segnale forte della volontà di innovare il modello di governance delle scuole autonome.



Questo provvedimento riconosce, ora con maggiore concretezza, il ruolo fondamentale delle famiglie nel percorso formativo degli studenti. La funzione educativa genitoriale viene elevata a parte integrante del processo di apprendimento, superando una visione talvolta marginale del contributo familiare.

Come sottolineato dalle associazioni  genitori coinvolte, la presenza di rappresentanti dei genitori all’interno del CSPI rappresenta un’opportunità inedita per migliorare il raccordo tra scuola e famiglie. Una comunicazione più fluida e una maggiore comprensione reciproca delle esigenze degli studenti potranno tradursi in decisioni più efficaci e realmente rispondenti ai bisogni della comunità scolastica.



Questa apertura verso una maggiore partecipazione genitoriale non è un atto isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio di riflessione sulla necessità di un’evoluzione del modello di governance delle scuole autonome italiane. Un sistema che, pur avendo introdotto importanti elementi di flessibilità e autonomia, necessita di essere ulteriormente ripensato per rispondere alle sfide complesse del presente.

L’iniziativa parlamentare di ampliare la rappresentanza nel CSPI si configura, inoltre, come un coerente richiamo ai principi sanciti dalla Costituzione Italiana. L’articolo 30 della Carta fondamentale riconosce, infatti, alla famiglia un ruolo primario nell’educazione dei figli. In quest’ottica, l’aumento della voce dei genitori all’interno dell’organo consultivo più alto del sistema scolastico appare come un atto in linea con i valori fondanti del nostro ordinamento.

Le associazioni dei genitori hanno giustamente evidenziato come questa nuova apertura riconosce la necessità del potenziamento dell’alleanza educativa tra scuola e famiglie, avviando una partecipazione diretta dei genitori nella definizione delle politiche scolastiche da non leggere come un’ingerenza, bensì come uno strumento essenziale per promuovere una sinergia stabile e proficua. Questa collaborazione, basata sulla condivisione di obiettivi e sulla comprensione reciproca dei ruoli, è un elemento importante per innalzare la qualità complessiva del percorso educativo offerto agli studenti.

L’ampliamento della rappresentanza genitoriale nel CSPI rappresenta un passo avanti significativo nella costruzione di un modello di governance scolastica più inclusivo e partecipativo nell’interesse primario del successo formativo e del benessere degli studenti. La sfida ora è quella di tradurre questa apertura in una prassi costante e strutturata, in grado di generare un impatto reale e positivo sull’intero sistema educativo italiano.

L’unico neo che va tuttavia rilevato rispetto all’innovativa proposta è che agli oneri derivanti dall’attuazione dell’aumento di tre componenti nel CSPI – “pari a 331.100 euro per l’anno 2025 e a 993.300 euro annui a decorrere dall’anno 2026” come recita l’emendamento – si provvederà  “mediante corrispondente riduzione del Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche”, la dotazione finanziaria essenziale, erogata dallo Stato, affinché si garantisca il funzionamento amministrativo e didattico delle singole autonomie scolastiche statali. Tant’è: “vita tua, mors mea!”.

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